Una fotografia di Francesco
AUTORE: Francesco GrimandiBIOGRAFIA: Francesco Grimandi è un patito di storia. Oltre ad aver partecipato all’antologia “365 Racconti Horror Per Un Anno” (2011, Delos Books) ed essere stato selezionato per la “365 Storie D’Amore” (2013, Delos Books), ha pubblicato racconti sulle riviste Inchiostro, Writers Magazine Italia e Action. Il suo precedente romanzo, “Affresco Veneziano”, è uscito nel 2009 a cura di Arduino Sacco EditoreSITO: Francesco Grimandi FacebookCONTATTI: Facebook
INTERVISTA STANDARD A FRANCESCO GRIMANDI
1. Ciao e benvenuto sul mio blog; ci parli un po’ di te, non come autore ma come persona? Sono nato a Modena e lavoro a Bologna. Ho fatto studi tecnici, sono un patito di storia, arti marziali, nuove tecnologie… E mi interesso un po’ a tutto ciò che concerne il mistero. Ho tre figli e nel poco tempo libero pratico karate (dopo una breve parentesi di tai chi). Da sempre colleziono quantità industriali di libri da cui non mi separo mai perché li considero il mio bene più prezioso (assieme alla mia famiglia, è ovvio). Di base ritengo di essere un tipo che guarda al mondo con occhi curiosi, abbastanza introverso, ma portato a impegnarsi nei confronti di chi ha bisogno.
2. Quando e come è nata la tua passione per la scrittura? La mia passione per i libri nasce essenzialmente nelle prime fasi della vita. Ricordo che da bambino ero un lettore quasi maniacale, divoratore di libri di qualunque genere. Non ne faccio la lista, perché non finirebbe più. Dico soltanto che alcuni li ho letti e riletti; altri li ho semplicemente dimenticati. Il fascino per le storie narrate mi ha sempre accompagnato. E dopo anni e anni di letture, si è affacciata in me una voglia potente di raccontare. Raccontare cose non banali, ma avventure coinvolgenti. Così sono partito dalle storie che più mi erano piaciute e su queste ho iniziato a creare i primi intrecci. Devo dire che è stata una lunga marcia di avvicinamento; tuttavia la soddisfazione che si ricava alla fine ripaga di ogni sforzo e sacrificio. Tuttora ciò ha un peso preponderante nella mia esistenza. E in quella di chi mi vive accanto.
3. Oltre alla scrittura, quali sono i tuoi interessi? Come dicevo prima, la lettura. E anche la cucina. Sono una buona forchetta e mi piace scoprire di tanto in tanto qualche nuovo piatto delle tradizioni regionali d’Italia.
4. I tuoi libri e autori preferiti? Saltando i primi libri che ho avuto per le mani, i Gialli per ragazzi della Mondadori e i romanzi Urania, direi che il mio interesse è stato subito catturato da una folta pattuglia di autori inglesi e americani, autori di bestseller. E di autori europei, tedeschi e francesi, per i saggi storici (Jacques Le Goff in primis). Non ho autori feticcio, ma se dovessi citarne alcuni a cui sono più affezionato di altri direi Valerio Massimo Manfredi e Ken Follett. Tuttavia, “Il nome della rosa” resta per me l’esempio di libro intramontabile. Lo lessi molti anni fa e mi entusiasmò subito. Al di là dei fiumi d’inchiostro che sono stati spesi per descriverlo, trovo che Eco abbia saputo miscelare in modo incredibile l’opera colta con l’intrattenimento. Il risultato è un libro perfetto, sotto ogni profilo.
5. Come è nata l’idea per il tuo romanzo?Era da tempo che mi frullava in mente questo progetto. Bologna è un luogo perfetto per l’ambientazione di una storia di questo tipo: noir, misteriosa e medievale. Non c’è un’altra città al mondo che possieda un passato comparabile al capoluogo emiliano. Basti pensare che, nell’epoca in cui è ambientato “Anime e sangue”, Bologna rappresentava un polo universitario di eccellenza. Non solo in Italia, ma in tutta Europa. Cultura, quindi progresso. E dal progresso conseguono benessere, opulenza e trasgressione. Il tessuto sociale era tra i più moderni e avanzati, tanto che ne conserva tuttora tracce evidenti. In quanto a Modena e alle dispute che da hanno opposto le due città sarebbe troppo lungo parlare. Alcuni le fanno risalire alle contese per i confini, all’epoca dell’occupazione Longobarda da un parte e Bizantina dall’altra. Ma forse sono più antiche ed è meglio lasciare a chi ne ha le competenze la divulgazione di queste informazioni. Ciò che invece premeva al sottoscritto, come narratore, era la ricerca di uno sfondo ideale per la vicenda. A rischio di apparire esagerato, senza l’antica Bologna non avrei potuto scrivere “Anime e sangue”.
- A cosa ti sei ispirato per descrivere i tuoi personaggi? C’è qualcuno di loro che ti rispecchia più degli altri, o al quale ti senti più legato? Perché?
7. Qual è il messaggio che hai voluto lasciare ai lettori? Di vivere fino in fondo la propria esistenza, leggendola attraverso la lente di un libro come “Anime e sangue”. Pur nel rispetto del contesto, si possono cogliere numerosi spunti ancora attuali. Le passioni e le emozioni di cui oggi ci nutriamo non sono troppo diverse da quelle di allora.
8. Puoi descrivere brevemente il tuo percorso di autore e le tue esperienze? Per tenerla davvero corta, partirei da “Affresco Veneziano”, il romanzo che precede l’attuale lavoro. In questa vicenda gli avvenimenti si collocano nel 1589 a Venezia, mentre si va delineando una pericolosa congiura che punta a sovvertire le istituzioni della Serenissima. Dietro lo spunto si cela un fatto vero, accaduto però in circostanze diverse. Nelle magiche atmosfere della città lagunare, il destino porta a incontrarsi i due protagonisti, segnati da esperienze travagliate: Angela Moro, cortigiana d’alto bordo e Matteo Braida, giovane costruttore di imbarcazioni. Quando scoprono, al di là delle reciproche diversità, di nutrire una forte attrazione, tra loro scocca la scintilla della passione. C’é anche una terza figura ed è Antonio Loredan. Un nobile ricchissimo, ex amante di Angela, incapace di sentimenti verso chiunque a parte se stesso. Costui incarna la parte più oscura. E per quanto ritenga di essere animato da alti ideali, non si fa scrupolo di usare ogni mezzo pur di conseguire i propri obiettivi. Infine ma non ultima Bettina, la fiamma precedente di Matteo, che ritenendosi tradita farà di tutto per metterlo nei guai.
9. Cosa ne pensi del panorama letterario odierno? Cosa vorresti dire agli autori esordienti che non hanno ancora pubblicato? Se uno ha fegato e cuore da buttare nella mischia si faccia avanti. Attenti però ai lupi e agli sciacalli che popolano il sottobosco della piccola e media editoria. Possono sottrarvi qualcosa di più prezioso del denaro: la vostra innocenza e i vostri sogni.
10.Quali sono i tuoi progetti futuri? Qualche anticipazione sulle tue pubblicazioni? Al momento sto terminando la revisione di un nuovo romanzo, un thriller ambientato ai nostri giorni. Non manca molto, e chi ne ha letto alcuni capitoli l’ha trovato molto intrigante. Se la fortuna mi assisterà, spero di giungere alla pubblicazione in una data non lontanissima. Ma adesso è troppo presto per sbilanciarsi. Incrociamo le dita.