Anji bai cha, tradotto: tè bianco di Anji, ma non si tratta di un tè bianco bensì di un tè verde pallido.
Un antico manoscritto Cinese risalente a circa 900 anni fa racconta di questo magico tè dai bianchi e pallidi germogli, raccolto nella contea di Anji, nello Zhejieng.
Secondo la leggenda gli arbusti che si utilizzano ora derivano da quegli antichissimi arbusti scelti da un Imperatore che era anche grande estimatore delle bevanda.
Solo il bai cha proveniente da Anji è considerato quello originale ed è molto facile riconoscerlo:
germogli chiarissimi e dai riflessi argentati, ad ago e molto appuntiti, colore in tazza chiaro e lattiginoso, profumo di orchidea e miele, dolcissimo ma dalle caratteristiche note minerali.
L'Anji è povero in clorofilla e polifenoli (infatti è pallido) ma ricchissimo in amminoacidi, come la teanina.
I germogli vanno raccolti per soli trenta giorni a marzo, poi la raccolta si ferma perché l'aumento della temperatura fa aumentare la produzione di sostanze che rendono verde e meno dolce il germoglio.
Questo è l'ultimo post che vi scrivo dall'Italia, da lunedì sarò in Giappone in cerca di sale da tè, negozi di tè e soprattutto piantagioni, piantagioni e piantagioni!
Buon tè a tutti!