Una giornalista scomoda che usava ripetere che «l’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede». Cosa che a lei ha sempre fatto, sfidando il potere e la paura, fino al giorno della sua morte.
E dopo sette anni, finalmente Mosca ricorda il coraggio della giornalista attraverso una targa affissa sul palazzo sede del giornale della Politkovskaja. L’opera raffigura tre fogli strappati da un’agenda e ricoperti da appunti, con sopra un ritratto di Anna.
Nei suoi articoli per il quotidiano russo Novaja Gazeta, Anna Politkovskaja condannava apertamente l’esercito e il governo russo per lo scarso rispetto per i diritti civili e dello stato di diritto, sia in Russia che in Cecenia.