Con questo mio scritto vi porto oggi con me nella Vienna settecentesca, quella condotta al suo massimo splendore dall'Imperatrice Maria Teresa prima e dall'Imperatore Giuseppe II dopo di lei, quella degli splendidi palazzi barocchi, dei giardini all'italiana di magnifiche ville signorili, del Prater, delle parterre dietro il palazzo imperiale, ... Schloß Schönbrunn ...
Federigo Andreotti, Ein verliebtes Gespräch im Park
C'era un giardino disposto in forme geometriche, con un piccolo frutteto. Era una serata limpida, più fresca di quelle cui era abituata. Il freddo la ritemprò. Con passo leggero percorse il vialetto fino in fondo al giardino, dove trovò una panchina e una statua accanto a un albero. Si sarebbe seduta per un istante in quell'angolo nascosto, pensò, e avrebbe riposato i piedi. Poi sarebbe potuta tornare da tutti quegli sconosciuti con uno stato d'animo calmo e un sorriso sincero. Si era tolta le scarpe e si stava sgranchendo le dita quando notò un uomo all'ombra della statua. Era rimasto così immobile e lei era così immersa nell'autocommiserazione, che non l'aveva visto. Si lasciò sfuggire un'esclamazione sommessa. Lui fece uno scatto, le rubò le scarpe e corse via.
" Mascalzone ! " urlò Anna.
Era svanito dietro i cespugli. Lei si voltò verso le luci del palazzo ed esitò. Forse era un assassino, ma non poteva presentarsi scalza al cospetto dell'imperatore. Le calze erano nuove, di seta. Imprecando sottovoce, se le sfilò e le ficcò sotto il corpetto, quindi si mise alla ricerca del delinquente. Il terreno era umido e morbido, fresco sotto i suoi piedi. Sollevò le gonne per non inzupparle. Lui la aspettava accanto a una fontana sorridente, le mani dietro la schiena.
" I miei stivali !" disse Anna in tedesco, non ricordando, per l'agitazione, il termine esatto per dire "scarpe".
" Quali stivali ?" chiese dolcemente lo sconosciuto.
" I miei !" aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma quell'idioma orribile la bloccò. " Mascalzone !" ripeté in inglese pestando il piede. Era un tipo smilzo, sulla trentina, con una massa di capelli e un grosso naso affilato. I vestiti erano di ottima fattura. Era evidente anche al buio: un aristocratico che si faceva beffe di lei senza pietà.
" Parlo italiano" propose lui in quella lingua. Aveva una voce tenorile, raffinata e ben modulata. Lei si tuffò nella sua direzione e l'uomo scappò girando intorno alla fontana, con una scarpa in ogni mano, ridendo. Ma Anna aveva le piante dei piedi doloranti per via dei sassolini ed era troppo trafelata per continuare. Lo sconosciuto camminò a ritroso verso i cespugli alti, schernendola. Con gli occhi puntati sulle scarpe, lei lo seguì lentamente, contenta che dal palazzo non potessero vederla.
" Come mai conoscete l'italiano ?"
" Ho vissuto in Italia per qualche tempo."
" Il vostro accento è impeccabile."
" Anche il vostro. "
" Grazie."
Anna avanzò di nuovo e lui sollevò le scarpe fuori dalla sua portata. Era molto più alto di lei.
" Mi metto a urlare " minacciò Anna.
" Per favore, no, signorina. Tutti penserebbero che ci siamo appartati."
" Siete un bruto e un ladro."
L'uomo parve sbalordito. " Non sono un bruto. Non vi ho nemmeno sfiorata. "
" Mi avete spiata e mi avete rubato le scarpe."
" Non vi ho affatto spiata. Ero già lì. Siete stata voi a disturbarmi."
" Vi prego, restituitemele."
Lui abbassò gli occhi. Erano scarpe graziose, con il bordo dorato e la punta aguzza, ed erano costate una fortuna. " Sarei disposto a ridarvele in cambio di un bacio" disse con aria pensierosa. Ora sì che avrebbe dovuto mettersi a gridare, si disse Anna, con il cuore che batteva all'impazzata.
" D'accordo " accettò.
L'uomo alzò lo sguardo di scatto. Erano molto vicini.
" Per le scarpe." Lei avvampò.
Lui fece un sorriso interrogativo. " Davvero ?" chiese a voce bassa. " Solo per le scarpe?"
Poi, con estrema cautela, come se temesse che Anna si facesse prendere dal panico, le posò per terra. Lei aveva il respiro affannoso. Lo sconosciuto si raddrizzò e si guardò intorno. " Solo uno ?"
" Be' " mormorò Anna, sbalordita dalla sua sfrontatezza. " Il resto dipende da quanto mi piacerà il primo."
Lui rise. " Oddio. L'ho desiderato per tutta la sera, e ora eccoci qui. "
Le mise una mano sulla vita, le accarezzò le guance e nella profonda oscurità la guardò dritta negli occhi, quindi le diede un lungo bacio sulle labbra, dolce e delicato. 1
Louis Carmontelle, Panorama transparent d'un paysage imaginaire, 1790
Era la sera del 22 aprile 1783, la prima volta che Anna Selina Storace, meglio conosciuta come Nancy Storace dopo che i teatri di Londra avevano consacrato la sua celebrità quale giovanissima e dotata soprano, ed il virtuoso del pianoforte, già celeberrimo nelle maggiori corti d'Europa, che l'Imperatore d'Austria Giuseppe II amava tenere accanto a sé, Wolfgang Amadeus Mozart, s'incontravano.
Al tempo questi era già felicemente sposato con Costanze Weber ed aveva già un figlio Karl Thomas ( nato dopo aver perso da poco il primogenito Raimund Leopold ) ed Anna era appena approdata a Vienna da Venezia ...
Il suo successo in Italia crebbe velocemente, conobbe il tenore irlandese Michael Kelly e presto le vennero assegnati ruoli di spicco nelle compagnie teatrali di Milano e di Venezia; nel 1783 l'Imperatore d'Austria Giuseppe II, nel tentativo di ricomporre con nomi di spicco la compagnia del Burgtheater di Vienna perchè fosse in grado di mettere in scena l'opera buffa di matrice tipicamente italiana, inviò Giacomo Durazzo, suo ambasciatore, a Venezia, dove la Storace al tempo cantava al teatro San Samuele e la scelse quale prima donna della nuova compagnia di cui facevano parte anche il basso Francesco Benucci, i tenori Michael Kelly e Vincenzo Calvesi, il baritono Stefano Mandini ed il librettista Lorenzo Da Ponte.
Fece molto presto Anna a guadagnarsi la stima dei viennesi che furono inevitabilmente conquistati dalla sua voce; raggiunta a Vienna dal fratello che presto, da ammiratore, divenne amico e collaboratore di Mozart, ella, durante la prima dell'opera 'Gli sposi malcontenti', per lei appositamente scritta e composta da Stephen, ebbe un improvviso mancamento di voce che la terrà lontano dal palcoscenico per diversi mesi, durante i quali, sia Mozart che l'imperatore cercarono di provvedere al suo recupero, fisico e morale, giacchè ella disperava non solo di recuperare la voce, ma sapeva di essere in procinto di perdere la salute e con essa la vita.
Questo triste evento rappresentava il culmine di una serie di nefaste vicende che l'avevano colpita: maritata per convenienza al compositore e violinista John Fisher ( ella era in attesa di un figlio da Benucci ) che non tardò a trattarla con violenza al punto da indurla a chiedere l'aiuto dell'Imperatore che, fortemente interessato a questa giovane e prestigiosa fanciulla, non esiterà a bandirlo da Vienna, ella giungerà, nonostante i ripetuti maltrattamenti a portare a termine la gravidanza, ma malauguratamente la balia che la assistette era malata e contagiò la sua bimba, nata miracolosamente sana, che sopravviverà per solo due settimane; Anna venne a sapere dell'accaduto solamente alcune settimane dopo precipitando in una terribile depressione che solamente il canto poteva alleviare.
Ecco perchè questo fallimento sul palco la precipitò nella più profonda desolazione.
Ma leggiamo nelle memorie di Michael Kelly, che de 'Gli sposi malcontenti' con Anna era coprotagonista, come viene ricordato l'episodio:
Signora Storace and myself had the two principal parts in it. In the middle of the first act, Storace all at once lost her voice, and could not utter a sound during the whole of the performance; this naturally threw a damp over the audience, as well as the performers. The loss of the first female singer, who was a great and deserved favourite, was to the composer, her brother, a severe blow. I never shall forget her despair and disappointment, but she was not then prepared for the extent of her misfortune, for she did not recover her voice sufficiently to appear on stage for five months.
La signora Storace ed io avevamo in esso le due parti principali. A metà del primo atto, la Storace tutto ad un tratto perse la voce, e non potè emettere un suono durante il resto della rappresentazione; questo naturalmente gettò nel panico sia il pubblico, che gli attori. La perdita della prima cantante, che era la favorita in assoluto, fu per il fratello, che era il compositore, un duro colpo. Non dimenticherò mai la sua disperazione e la sua delusione, ma ella non era neppure preparata per l'entità della sua disgrazia, poichè non fu in grado di recuperare la voce al punto da poter riapparire sul palco per cinque mesi. 2
Wofgang si recava spesso di nascosto in casa di Anna, con il pretesto di incontrare Stephen quando per certo sapeva di non poterlo trovare, si sedeva al pianoforte e lasciava che le sue dita scorressero leggere, guidate dal desiderio d'incantare la sua musa ed ella, che udiva le sue note leggiadre dalla sua stanza al piano di sopra, come per effetto di un sortilegio, si alzava dal letto, vestiva la sua vestaglia, scendeva le scale e si sedeva accanto a lui per ascoltarlo, in silenzio, osservando il suo sorriso rasserenato dalla sua presenza e soddisfatto per essere riuscito a comunicare con lei, proprio nel loro privilegiato linguaggio, quella della musica e dell'amore.
"Fidati del tuo cuore" le aveva raccomandato il maestro.
"Avvolgilo nella seta più resistente e non permettere che qualcosa la laceri o la bruci." 3
E così ella aveva fatto conservando per Mozart un cuore ancora puro.
Fatto di ammirazione, di stima reciproca, di affetto, il loro amore crebbe dimesso, cullato in gran segreto e con tenerezza divenendo l'artefice di uno straordinario recupero della salute e della voce della giovane soprano che con immensa felicità poté tornare a calcare le scene e cantare.
'Per la ricuperata salute di Ofelia', una cantata solistica scritta dallo stesso Mozart, Salieri, e Stephen, che Anna avrebbe dovuto eseguire per celebrare la propria guarigione e l'apertura della nuova stagione al Burgtheater ( Da Ponte ne aveva scritto il libretto ), fu il dono che le persone che più l'amavano decisero di farle, un dono di cui purtroppo oggi non si conserva traccia alcuna.
Federigo Andreotti, An Afternoon Tea, detail, late 1880s
Mozart Udiva la voce di Anna in sogno. Talvolta immaginava un'altra vita, in cui avrebbero vissuto insieme a Londra e lui avrebbe potuto sentirla dalla stanza accanto e, ogni volta che ne avesse avuto voglia, avrebbe potuto parlare con lei, raccontarle qualcosa che era successo o che aveva stuzzicato il suo interesse, ridere con lei, affondare il viso nell'incavo della sua spalla. Quando era con Anna, era felice e vitale, e il tempo passava senza che se accorgesse, come accadeva quando era nel bel mezzo di una buona composizione. Fino al giorno in cui aveva suonato per lei quando era malata, si era illuso di essere al sicuro. Aveva provato affetto nei suoi confronti, si era preoccupato per lei, ma non aveva permesso a sè stesso di amarla. 4
Il primo maggio dell'anno 1786 andò in scena al Burgtheater la prima di 'Le nozze di Figaro' che divenne il più grande successo di Anna a Vienna: il personaggio di Susanna, che il compositore aveva creato ispirandosi a lei e a cui ella dava la voce, consentì, grazie alla bravura di Mozart che aveva studiato con cura la sua parte per consentire alle sue doti canore, notevoli ed inconsuete, di venire alla luce in tutta la loro magnificenza, di recuperare la stima e l'affetto dei viennesi.
Erano al tempo Mozart ed Anna divenuti amanti, si incontravano ogni mercoledì per il lavoro e del loro amore esiste prova anche per quanto riguarda l'estate successiva, durante la quale l'opera venne messa in scena nella residenza estiva dell'imperatore, a Laxemburg, in una rappresentazione speciale e a Schönbrunn alla fine del mese di agosto.
Un'immagine tratta dal film Io Don Giovanni di Carlos Saura, 2009
Durante la settimana in cui gli artisti alloggiarono al castello per la rappresentazione Anna confessò a Mozart la triste decisione che si sentiva costretta a prendere, quella di unirsi al fratello e di ritornare a Londra, tale era la sofferenza che questo amore da dover tenere celato e senza possibilità di un futuro felice generava in lei; il 17 di novembre si tenne la prima di 'Una cosa rara', un dramma giocoso composto da Vincente Martin y Soler su libretto di Da Ponte in cui Anna impersonava Lilla, che divenne tanto amata ed ammirata dalle signore viennesi al punto che giunsero ad imitarne le movenze e l'abbigliamento, a vestirsi alla moda della 'Cosa Rara' e fu questo notevole successo che indusse Mozart a riprenderne uno dei temi nell'ultimo atto del 'Don Giovanni' l'anno successivo (1787).
E venne con la primavera il momento del congedo, per celebrare il quale Mozart aveva pensato ad un vero concerto ed aveva scritto un'aria ...
" [ ...] Un vero rondò. Quello che non vi ho dato in Figaro. In mi bemolle. Voglio scrivere una parte pianistica per me, come in uno dei miei concerti. Solo che voi canterete con me ed io con voi, noi due, con l'orchestra. Sarà un duetto. L'addio più grandioso che si sia mai sentito."
" Qual'è il testo ?"
" ' Non temere, amore mio, perchè il mio cuore sarà sempre fedele.' "
Mozart l'attirò a sè con un'occhiata mesta. " Una cosa del genere. E' di Varesco. Non è Da Ponte, ma sarà perfetto per l'occasione. Direte ai viennesi che non ci state abbandonando, che ci terrete per sempre nel vostro cuore, che tornerete eccetera. "
Anna lo guardò allegramente per farlo stare meglio. " E vuoi suonerete con l'orchestra ? "
"Sì. " Le accarezzò il ginocchio. " Sarà per me e per voi. " 5
Für mich un für dir - " Für Mlle Storace un mich" era scritto sul plico che Anna ricevette alla fine di gennaio da Praga dove Mozart era stato invitato per mettere in scena il Figaro. ( pensate che egli fu costretto a modificare lo spartito della parte cantata da Anna da che altre le succedettero, tale era la singolarità dell'estensione, della duttilità e dell'agilità della sua voce: davvero nessuna cantava come lei ! )
Federigo Andreotti, The Music Lesson
Ch'io mi scordi di te?Che a lui mi doni puoi consigliarmi?E puoi voler che in vita?Ah no! Sarebbe il viver mio di morte assai peggior.Venga la morte, intrepida l'attendo.Ma, ch'io possa struggermi ad altra face,ad altr'oggetto donar gl'affetti miei, come tentarlo?Ah, di dolor morrei!Non temer, amato bene,per te sempre il cor sarà.Più non reggo a tante pene,l’alma mia mancando va.Tu sospiri? O duol funesto!Pensa almen, che istante è questo!Non mi posso, oh Dio! spiegar.Stelle barbare, stelle spietate,perchè mai tanto rigor?Alme belle, che vedetele mie pene in tal momento,dite voi, s’egual tormentopuò soffrir un fido cor ? 6
Era un duetto, un concerto, un luogo d'incontro intimo, riservato solo a loro. Lui aveva creato per sè un obbligato ( N.d.A.: Nella musica classica europea, un obbligato è una parte strumentale di accompagnamento eseguita da un singolo strumento musicale. Nella musica vocale, l'obbligato è la parte di uno strumento solista che emergendo dal tessuto orchestrale assume funzione concertante rispetto alle voci. L'archetipo dell'obbligato è costituito in questo caso dal basso continuo chiamato ad accompagnare la voce solista, tipico delle arie e dei recitativi del periodo tardo barocco.- Da Wikipedia ) così intrecciato con le parole di Anna da sembrare quasi la sua voce, un suono che lei spandeva nell'aria attraverso i polpastrelli di lui, tutto argento e luce, capace di dissolversi nuovamente nelle dolci spire delle orecchie di Mozart. 7
Nella primavera del 1787 Anna Storace lasciò Vienna con grande rammarico e risentimento da parte dell'Imperatore che interpretò il gesto come una grave mancanza nei suoi confronti, data la considerazione di cui ella da sempre aveva goduto presso di lui ... egli ignorava quale fosse il vero motivo che forzatamente la allontanava da Vienna, ma ella la stava lasciando nella speranza di potervi fare ritorno l'anno venturo, quando però l'Imperatore rifiutò l'ingaggio avendo dovuto sciogliere la compagnia operistica dati i costi che l'Austria stava sostenendo per la guerra contro i Turchi.
Lettera di Robert May O'Reilly, impresario londinese, ad Anna Storace, Novembre 1790
Cara signora,
essendo venuto a conoscenza tramite vostro fratello del desiderio di Wolfgang Mozart di intraprendere un viaggio alla volta dell'Inghilterra, mi sono offerto di commissionargli la composizione di due opere per la prossima stagione a Londra, al generoso compenso di 300 sterline. Mi rincresce dovervi informare che ha rifiutato. Sua moglie, dice, è malata. Forse potremmo riprovare il prossimo anno.
Robert O'Reilly
Lettera della contessa von Thun und Hohenstein ad Anna Storace, dicembre 1791Mia dolcissima ragazza,
ormai avrete appreso la triste notizia. Siamo tutti sgomenti. Quando me l'hanno riferito, mi sono rifiutata di crederci . " Non può essere " ho detto . " Non può essere che io sia viva, io che non ho alcuna utilità per il mondo, e che Wolfgang Mozart sia morto." [...]
Dovrei consegnare il dolore al mio diario, non a voi, che lo amavate più di tutti. Ne sono certa. Non vi ho mai detto nulla, ma l'ho sempre saputo ... 8
Sono sinceramente grata alla cantante lirica Vivien Shotwell per avere scritto il romanzo storico VIENNA NOCTURNE , tradotto in italiano con il titolo 'L'amante di Mozart' che mi ha dato la possibilità di addentrarmi in questa vicenda, realmente accaduta e storicamente documentata, attraverso la piacevole mediazione dei parametri del romanzo, anzi, lasciate che ve ne consigli la lettura: se amate il periodo storico, gli scenari che vi fanno da sfondo ed i personaggi che ne sono i protagonisti credo per voi sia imperdibile.
Ed infine mi scuso con voi per la lungaggine, ma credetemi, ho faticato a scrivere il minimo indispensabile per riportare tali vicissitudini e rendervene partecipi, vi prego, non biasimatemi !
Vi ringrazio con tutto il cuore
A presto ♥
Bibliografia:
Michael Kelly, Theodore Edward Hook, Reminiscences of Michael Kelly, of the King's Theatre and Theatre Royal, Drury Lane, Including a Period of Nearly Half a Century, J. & J. Harper, 1826
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, Rizzoli, Milano, 2014
1 -
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, Rizzoli, Milano, 2014, pag 812 -
Michael Kelly, Theodore Edward Hook, Reminiscences of Michael Kelly, of the King's Theatre and Theatre Royal, Drury Lane, Including a Period of Nearly Half a Century, J. & J. Harper, 1826, pag 1473 -
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, op. cit., copertina4 - Ibidem, pag. 234
5 - Ibidem, pag. 287
6 - qui
7 -
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, op. cit., pag. 3208 - Ibidem, pag. 324
With this writing of mine I'm bring you with me today in the XVIIIth century Vienna, that one one conducted at its peak by Empress Maria Theresa before and Emperor Joseph II after her, that one of the beautiful baroque palaces, of formal gardens belonging to magnificent mansions, the Prater, the parterre behind the imperial palace, Schloss Schönbrunn ...
- picture 1 - Federigo Andreotti, Ein verliebtes Gespräch im Park
There was a garden laid out in geometric shapes, with a small orchard. It was a clear night, fresher than those she was used to. The cold retreaded her. With a light step she crossed the driveway to the bottom of the garden, where she found a bench and a statue next to a tree. She'd be sitting for a while hiding in that corner, she thought, and she rested her feet. Then she could have come back to all those strangers with a calm state of mind and a sincere smile. She had taken off her shoes and was stretching her fingers when she noticed a man in the shadow of the statue. He had been so, still, and she was so immersed in herself, that hadn't seen him. She gasped softly. He took a shot, stole her shoes and ran away. "Villain," cried Anna. He had disappeared behind the bushes. She turned toward the lights of the palace and hesitated. Maybe he was a murderer, but she couldn't show up barefoot in the presence of the emperor. Her stockings were new, in silk. Cursing softly, she pulled them off and shoved under her bodice, and then went in search of the offender. The ground was wet and soft, cool under her feet. She lifted her skirts to not drench them. He was waiting for her beside a fountain, smiling, with his hands behind his back. "My boots!" Anna said in German, not remembering, for the agitation, the exact term for saying "shoes". "What boots?" the stranger asked softly. "Mine!" she opened her mouth to say something, but that horrible idiom horrible scotched her. "Mascalzone!" she repeated in English stamping her foot. He was a thin man, about thirty, with a mass of hair and a big sharp nose. The clothes were well made. It was evident even in the dark: an aristocrat who mocked her mercilessly. "I speak Italian," he offered in that language. He had a tenor voice, refined and well-modulated. She dived at him and the man ran back around the fountain, with a shoe in each hand, laughing. But Anna had the soles of her feet aching because of the pebbles and she was too out of breath to continue. The stranger walked back toward the tall bushes, mocking at her. With all eyes on the shoes, she followed him slowly, glad that from the palace nobody could not see her. "Why do you know Italian?" "I lived in Italy for some time." "Your accent is impeccable." "Yours too." "Thank you." Anna went on and he raised her shoes out of her reach. He was much taller than her. "I'm going to scream" threatened Anna. "Please, no, Miss. Everyone will think that we are set apart." "You're a brute and a thief." The man looked stunned. "I'm not a brute. I didn't even touch you." "You have spied me and you stole my shoes." "I haven't spied you at all. I was already there. It was you to disturb me." "Please, give them back to me." He lowered his eyes. They were pretty shoes with a golden edge and a sharp point, and they had costed a fortune. "I would be willing to give them back to you in exchange for a kiss," he said thoughtfully. Now yes that she would have to yell, told Anna to herself, with her heart beated madly"All right," she agreed. The man looked up sharply. They were very close one another "For the shoes." She blushed. He made a questioning smile. "For real?" he asked in a low voice. "Just for the shoes?" Then, very carefully, as if afraid that Anna was panic - stricken, placed them on the ground. She was breathing hard. The stranger straightened up and looked around. "Only one?" "Well '" Anna whispered, stunned by his boldness. "The rest depends on how much I'll love the first one." He laughed. "Oh my God. I've been wanting it all evening long, and now here we are." He put one hand of his on her waist, cherished her cheeks and in the deep darkness looked straight into her eyes, then gave her a long kiss on her lips, sweet and delicate. 1
- picture 2 - Louis Carmontelle, Panorama transparent d'un paysage imaginaire, 1790
- video
It was the evening of April 22nd, 1783, the first time that Anna Selina Storace, better known as Nancy Storace, after that the London theaters had consecrated her celebrity as a very young and talented soprano, and the piano virtuoso, already famous in the major courts of Europe, the Austrian Emperor Joseph II liked to keep close to him, Wolfgang Amadeus Mozart, met. At the time he was already happily married with Constanze Weber and had already a son, Karl Thomas ( born after losing just the firstborn Raimund Leopold ) and Anna had just arrived in Vienna from Venice ...
- picture 3 on the left - Anna Selina - Nancy Storace was born on October 27th, 1765 in London where she was regarded already as a child a prodigy singer; honed her vocal studies by the famous Italian castrato Venanzio Rauzzini, on the advice of the same singing teacher, in 1778 together with her family she moved to Naples, her father's city of origin, where her brother Stephen was already conducting studies to become a composer. Her success in Italy grew quickly, she met the Irish tenor Michael Kelly and soon were assigned leading roles in theater companies in Milan and Venice; in 1783 the Austrian Emperor Joseph II in an attempt to recompose the company of the Burgtheater in Vienna with leading names because it was able to stage the opera buffa of typically Italian traditio, sent Giacomo Durazzo, his ambassador, to Venice, where at that time Storace sang at the Teatro San Samuele and chose her as the first woman of the new company of which were also part the low Francesco Benucci, the tenors Michael Kelly and Vincenzo Calvesi, the baritone Stefano Mandini and the librettist Lorenzo Da Ponte. Very soon Anna earned the respect of the Viennese people who was inevitably captivated by her voice; reached in Vienna by her brother that soon, by an admirer, became a friend and collaborator of Mozart, she, during the premiere of 'Gli sposi malcontenti', for her specially written and composed by Stephen, had a sudden lack of her voice that held her away from the stage for several months, during which both Mozart and the emperor tried to provide for her recovery, physical and moral, since she despaired of recovering not only her voice, but she knew she was about to lose her health and her life. This sad event was the culmination of a series of disastrous facts that had hit her: married for convenience to the composer and violinist John Fisher (she was expecting a child by Benucci) that didn't take long to treat her with violence, to the point to induce her to ask for the emperor's help who was heavily interested in this young and prestigious girl, didn't hesitate to banish him from Vienna, she will come, in spite of repeated abuse, to bring the pregnancy to term, but unfortunately the nurse who assisted her was sick and infected her daughter, who was born miraculously healthy, that will survive for only two weeks; Anna came to know of this accident only a few weeks after it occured, falling into a terrible depression that only singing could relieve. That's why this failure on stage rushed her into the deepest desolation. But let's read in the memoirs of Michael Kelly, who of 'Gli sposi malcontenti' with Anna was co-star, as he recalled the episode:
Signora Storace and myself Had the two principal parts in it. In the middle of the first act, Storace all at once lost her voice, and could not utter a sound During the whole of the performance; this naturally threw a damp over the audience, as well as the performers. The loss of the first female singer, who was a great and deserved favorite, was to the composer, her brother, a severe blow. I Shall never forget her despair and disappointment, but then she was not prepared for the extent of her misfortune, for she did not recover her voice Sufficiently to Appear on stage for five months. 2
- picture 4 on the right - This was the period of Anna's life in which it was of essential support the presence at her side of the talent of Salzburg, by the bizarre character, but with a big heart, who didn't want to lose his best singer and a lovely, sweet figure which increasingly he felt bound at ... he was nobody without his muse beside him and Anna felt she was loosing the desire to live without the music of Mozart, on whose notes to warble.
Wofgang often went secretly to the house of Anna, on the pretext of meeting Stephen when he knew for certain that he couldn't find him , he sat down at the piano and let his fingers flowed softly, guided by the desire to enchant his muse and she, who heard his gracefully notes from her room upstairs, as a result of a spell, got up out of bed, dressed in her robe, came down the stairs and sat down next to him to listen to him in silence, watching his smile brightened by her presence and pleased to be able to communicate with her, right in their preferred language, that of music and love.
"Trust your heart" her teacher had exhorted her. "Wrap it in the most durable silk and don't allow anything to rip or burn it." 3
And so she did, maintaining for Mozart a still pure heart. Made of admiration, mutual respect, affection, their love grew resigned, cradled in secret and with tenderness and became the architect of a stunning restoration of the health and the voice of the young soprano who, with immense happiness, could return on the stage and sing. 'Per la ricuperata salute di Ophelia', a solo cantata written by the same Mozart, Salieri, and Stephen, that Anna would have to perform to celebrate their healing and the opening of the new season at the Burgtheater (Da Ponte had written the libretto), was the gift that the people who loved her most decided to give her, a gift which unfortunately we don't keep any trace of.
- picture 5 -Federigo Andreotti, An Afternoon Tea, detail, late 1880s
Mozart Could hear Anna's voice while dreaming. Sometimes he imagined another life, in which they would live together in London and he could had hear her from the next room and, whenever he felt to like it, he could talk to her, tell her that something had happened or had piqued his interest, laugh with her, sink his face in the crook of her shoulder. When he was with Anna, he was happy and vital, and the time passed without he noticed it, as it did when he was in the middle of a good composition. Until the day in which he had played for her when she was sick, we had hoped to be safe. He had felt affection toward him, he was worried for her, but had not allowed himself to love her. 4
- picture 6
The first May of the year 1786 was staged at the Burgtheater the premiere of 'Le nozze di Figaro', which became the biggest hit of Anna in Vienna: the character of Susanna, which the composer had created inspired by her and to which she gave her voice, allowed, thanks to the skill of Mozart who had studied with care her part to allow her vocal abilities, remarkable and unusual, to come to light in all their magnificence, to recover all the esteem and affection of the Viennese people. At the time Mozart and Anna become lovers, they met every Wednesday for work and of their love there is also evidence regarding the following summer, during which the opera was staged in the summer residence of the emperor, Laxemburg, in a special performance and in Schönbrunn at the end of August.
- picture 7 - A picture takenf from the filmIo Don Giovanni by Carlos Saura, 2009During the week in which the artists stayed at the castle for the representation Anna confessed to Mozart the sad decision that she felt compelled to take, to join his brother and return to London, such the suffering that this love by having to keep hidden and without the possibility of a happy future gave birth to in her; on November 17th was held the premiere of 'Una cosa rara', a comic drama composed by Vicente Soler y Martin with the libretto by Da Ponte in which Anna played the character of Lilla, who became so much loved and admired by the ladies of Vienna to the point that they came to imitate her attitudes and her clothings, to dress in the fashion of 'La cosa rara' and it was this remarkable success that led Mozart to retake one of the musical motifs in the last act of 'Don Giovanni' the following year (1787).
It came with the spring, the time of the leave, to celebrate what Mozart had thought of a real concert and had written an aria ...
"[...] A true rondo. What I didn't give you in Figaro. In Eb. I want to write a piano part for me, as in one concert of mine. Except that you'll sing with me and I'll with you, we two, with the orchestra. It will be a duet. The most grand farewell that you've ever heard about. ""What is the text?" " 'Fear nothing, my beloved, my heart will always be yours.' "Mozart drew her to him with a sad look. "Something like that. It's Varesco.'s,. He's not Da Ponte, but it will be perfect for this occasion. You'll say to the Viennese that you're not abandoning them, that you will keep us forever in your heart, that you'll return, and so on." Anna looked at him cheerfully to make him feel better. "And you'll play with the orchestra?" "Yes." He stroked her knee. "It will be for me and you." 5
Für mich un für dir - "Für Mlle Storace und mich" was written on the envelope that Anna received in late January from Prague where Mozart was invited to put on stage the ' Figaro'. ( you have to know that he had to change the sheet music of the part of Susanna since other singers took Anna's place, such was the uniqueness of the extension of her voice, her flexibility and agility: for real nobody else sang like her !)
- picture 8 - Federigo Andreotti, The Music Lesson
You ask that I forget you?You can advise me to give myself to her?And this while yet I live?Ah no! My life would be far worse than death!Let death come, I await it fearlessly.But how could I attempt to warm myself to another flame,to lavish my affections on another?Ah! I should die of grief!
Fear nothing, my beloved,my heart will always be yours.I can no longer suffer such distress,my spirit fails me.You sigh? O mournful sorrow!Just think what a moment this is!O God! I cannot express myself.Barbarous stars, pitiless stars,why are you so stern?Fair souls who seemy sufferings at such a moment,tell me if a faithful heartcould suffer such torment?
It was a duet, a concert, an intimate meeting place, reserved only to them. He had created for himself an obbligato ( Author's note: In European classical music, an obbligato is a part of instrumental accompaniment performed by a single musical instrument. In vocal music, the obbligato is part of a solo instrument that emerging from the orchestral texture becomes function concertante as regards the voices. The archetype of the obbligato is made, in this case, by the basso continuo called to accompany the solo voice, typical of the arias and the recitatives of the late barocco - from Wikipedia ) so interwoven with the words of Anna that almost seemed her voice, a sound that she wafted into the air through his pads, all silver and light, able to dissolve again in the gentle turns of the Mozart's ears. 7
In the spring of 1787 Anna Storace left Vienna with great regret and resentment on the part of the Emperor who interpreted her gesture as a serious failure against him, given the consideration of which she had always enjoyed with him ... he did not know what was the real reason that forcibly away from Vienna, but she was leaving her in the hope to be able to return next year, but when the Emperor refused the engagement having had to dissolve the opera company data costs that Austria was supporting for the war against the Turks.
Letter from Robert May O'Reilly, impresario in London, to Anna Storace, November 1790
Dear lady, having learned through your brother of Wolfgang Mozart's desire to take a trip to England, I offered to commission him the composition of the two works for next season in London, to the generous reward of 300 pounds. I regret having to inform you that he refused. His wife, he says, is sick. Maybe we can try again next year. Robert O'Reilly
Letter from the Countess von Thun und Hohenstein to Anna Storace, December 1791
My sweet girl, now you'll have learned the sad new. We are all dismayed. When they told me, I refused to believe it. "It cannot be," I said. "It cannot be that I'm alive, I that am not useful to the world, and that Wolfgang Mozart is dead." [...] I should deliver my pain to my journal, not to you, who loved him most of all. I'm sure. I never said anything, but I always knew it ... 8
I am sincerely grateful to the opera singer Vivien Shotwell who has written the historical novel VIENNA NOCTURNE, translated in Italian with the title ' The lover of Mozart' which gave me the opportunity to go into this affair, that really happened and is historically documented, through the pleasant mediation of the parameters of the novel, in fact, let me suggest you this reading: if you love this historical period, the scenarios that form its background and the characters who are the protagonists, I think for you it's a must. And finally, I apologize I had to dwell so much, but believe me, I struggled to write the bare minimum to bring these vicissitudes to light and to share them with you, please don't blame me ! Thank you with all my heart.See you soon ♥
Bibliography:
Michael Kelly, Theodore Edward Hook, Reminiscences of Michael Kelly, of the King's Theatre and Theatre Royal, Drury Lane, Including a Period of Nearly Half a Century, J. & J. Harper, 1826
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, Rizzoli, Milano, 2014
1 -
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, Rizzoli, Milano, 2014, p. 812 -
Michael Kelly, Theodore Edward Hook, Reminiscences of Michael Kelly, of the King's Theatre and Theatre Royal, Drury Lane, Including a Period of Nearly Half a Century, J. & J. Harper, 1826, p. 1473 -
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, op. cit., cover4 - Ibidem, p. 234
5 - Ibidem, p. 287
6 - here
7 -
Vivien Shotwell, L'amante di Mozart, op. cit., p. 3208 - Ibidem, p. 324