Trama: Mia e John, due sposini che aspettano un figlio, vengono aggrediti in casa dai membri di una setta satanica. La brutta esperienza lascia indenni loro e la piccola nascitura ma non la bambola Annabelle, che diventa veicolo per qualcosa di ben più terribile...
Ore 00.00: esco dal cinema dopo la visione di Annabelle.
Ore 00.15: arrivo a casa percorrendo la distanza Savona - Ellera in 15 minuti netti, una roba che neanche Schumacher ai tempi d'oro, prendendo le curve a una velocità di 70/80 km/h senza guardare lo specchietto retrovisore né il sedile del passeggero per timore che Annabelle sia lì, pronta a ghermirmi. Nella mente continuo a ripetermi "Vabbé, al massimo se ti piglia muori. L'importante è che faccia veloce, che sarà mai" e, soprattutto, prego di non trovarmi davanti gatti, cinghiali o volpi. Ovviamente l'autoradio è a bomba e io canto a squarciagola I need a dollar di Aloe Blacc sperando di non cominciare a sentire interferenze che potrebbero dare a intendere la presenza di un'entità maligna in auto.
Ore 00.16: accendo tutte le luci in giardino e in casa, facendo più casino possibile per svegliare i miei e andando anche a rompere le scatole alla gatta Bedelia cercando il calore di un esserino vivente e possibilmente innocuo. Cerco di prepararmi per la notte senza guardare nello specchio del bagno o dare le spalle ad ingressi e/o angoli morti e, per la prima volta in 9 anni (ovvero da quando ci siamo trasferiti a Ellera) lascio la porta della camera aperta. Non si sa mai.
Ore 00.30: finalmente nel letto, sepolta sotto le coperte con giusto un piccolo spiraglio per respirare. Stranamente, mi addormento subito (forse ero stremata) nonostante l'immagine di Annabelle mi si riproponga ad intervalli regolari, come la peperonata. Mi sveglio solo una volta, di soprassalto, per un rumore improvviso, e rimango con gli occhi pallati per non so quanto tempo prima che Morfeo, colto da pietà, mi richiami a sé e mi faccia sognare (giuro) GATTINI. Teneri e pelosini.
Ore 7.20: suona la sveglia, vado in bagno, mi guardo allo specchio. Altro che Annabelle, il riflesso che vedo è anche peggiore, più bianco e più devastato. Dentro di me giuro nuovamente, come il Corvo di Poe: Nevermore!
Tutto 'sto casino che poi io Annabelle non l'ho neanche visto. O meglio, ho visto solo le sequenze tranquille, con le dita affondate nei braccioli della poltrona, mentre il resto del film è passato a scacchi, filtrato da quelle stesse dita intrecciate a mo’ di gabbia davanti agli occhi. Ah sì, d’accordo, se esistesse ancora una parte di me razionalmente cinefila vi direbbe che Annabelle è la summa di tutti gli horror che vanno di moda negli ultimi anni, un trionfo di momenti ripetitivi fatti di colpetti, rumori, oggetti che si accendono/muovono da soli, porte che si chiudono cigolando e ombre che passano silenziose alle spalle dei protagonisti. Vi direbbe che il prequel de L’evocazione è strutturato allo stesso modo, con un lunghissimo prologo in cui i personaggi, nonostante l’entità sia lì a fargli costantemente il gesto dell’ombrello, non riescono a capire che in casa hanno qualcosa di anomalo finché questo qualcosa non li prende per i capelli e quasi li ammazza, dopodiché parte la solita “indagine” fai-da-te dove tutti, anche la vicina di casa, improvvisamente diventano demonologi e ti dicono “mo’ sono razzi tuoi, dovevi pensarci prima, adesso l’entità è davvero incazzata come un’ape”. Vi direbbe che, come ogni horror moderno che si rispetti, Annabelle parte lento con qualche spavento ben piazzato e degli interessanti riferimenti storici per poi deflagrare con un finale sboròne oltre ogni dire, dove non c’è limite alla cattiveria degli sceneggiatori (che si ritrovano tra le mani una pargoletta cicciottella e morbidosa a cui far idealmente accadere le peggio cose, brutti bastardi!) e all’inventiva di regista e responsabili degli effetti speciali, preludio alla solita conclusione dove i sopravvissuti tornano alla vita di tutti i giorni come se nulla fosse successo invece di andare in analisi per il resto della loro esistenza. A questi punti, vi direbbe anche che i protagonisti sono scema e più scemo, la famiglia del Mulino Bianco da prendere a ceffoni e da citare per plagio (per quel che riguarda abiti e oggetti) di Rosemary’s Baby. Sì sì, io tutto questo ve lo potrei anche dire.
Rosemary, dove sei?
Però alla mia parte irrazionale, alla mia “fanciullina”, non frega una beneamata cippa di tutto quello che sicuramente leggerete in ogni recensione che verrà pubblicata su Internet. Perché quella bagassa di bambola Annabelle è un incubo che mi mozza il respiro in gola quando viene anche solo inquadrata, una roba che al confronto il bambolino Chucky è un simpatico umorista: non esiste pupazza più brutta e cattiva già di per sé, figuriamoci se la rendi posseduta. A dirla tutta, se i realizzatori avessero voluto davvero la mia morte, l'avrebbero fatta anche muovere a scatti, invece Annabelle è fortunatamente piuttosto statica, ma le due volte in cui deambula mi sono bastate per l'intera pellicola poi il resto lo fanno le inquadrature di quella faccia demoniaca e orripilevole. Se un mio eventuale marito si presentasse con un simile "dono" per festeggiare la gravidanza state pur certi che darei fuoco a lui e alla bambola, senza pensarci due volte. A proposito di fuoco e demoni, ovviamente al mio atavico terrore per le bambole si è combinato anche quello per il Diavolo che ti perseguita e ti compare alle spalle quando meno te l'aspetti, col risultato che la tachicardia si è automaticamente duplicata e, in un paio di occasioni, mi è quasi balenata alla mente l'idea di abbandonare la sala senza un perché. E non ero la sola, evidentemente: mai visto un horror in una sala così silenziosa. Siccome siamo liguri e raffinati, nessuno rideva, parlottava o urlava, volavano solo delle gran bestemmie, a mo' di aggraziata sottolineatura per ogni salto sulla sedia: Annabelle - bestemmia femminile - aggressione di fantasma - bestemmia maschile - Annabelle - tripla bestemmia assortita e così via, seguendo un pattern abbastanza regolare. Quindi, ricapitolando. Bambole e demoni vi terrorizzano? Annabelle è un gran bel film, più che bello è efficace. Bambole e demoni non vi fanno né caldo né freddo? Statevene pure a casa perché Annabelle è praticamente identico al 90% degli horror che sono usciti nell'ultimo decennio. Io, sinceramente, spero di dimenticarlo il prima possibile o farò stragi di cinghiali e gatti ogni volta che tornerò a casa di notte!John R. Leonetti (vero nome John Robert Leonetti) è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Mortal Kombat - Distruzione totale e The Butterfly Effect 2. Anche produttore, ha 58 anni.
Tra i vari attori spuntano Tony Amendola, il Geppetto di Once Upon a Time, nei panni del prete e l'ex Desperate Housewife Alfre Woodard nei panni della vicina di casa Evelyn. Se Annabelle vi fosse piaciuto, ovviamente recuperate il già citato L'evocazione - The Conjuring e magari anche Dolls - Bambole. ENJOY!