Ma per quali motivi ci si prende un anno sabbatico? Uno dei motivi più ricorrenti è il desiderio di frequentare un corso di specializzazione o di lingua o un corso post universitario, ma spesso questa scelta è anche causata da motivi privati, come ad esempio prolungare la maternità o elaborare gli strascichi seguenti un episodio di sindrome di Burnout. Molti datori di lavoro considerano l’idea dell’anno sabbatico come parte della vita professionale e si trovano a offrire ai propri collaboratori strumenti di finanziamento ad hoc per le ore lavorative accumulate nel corso della loro vita professionale o impieghi part-time. Ma come si può investire al meglio questo lasso di tempo in vista di un prossimo impiego senza essere tacciati di pigrizia o senza finire nella disoccupazione?
È molto importante preparare un’agenda del proprio anno sabbatico, fissare i punti su cui ci si vuole concentrare. Ovviamente, nessun datore di lavoro vorrà leggere nel curriculum di un candidato che l’anno sabbatico è stato piacevolmente trascorso in discoteca o sorseggiando cocktail lungo la spiaggia. Se però, nel corso di questi mesi, è stato frequentato un corso di lingua ed è stata svolta una piccola attività lavorativa, l’anno sabbatico sarà letto in chiave diversa nell’ambito di una candidatura: sarà considerato tempo investito in sviluppo professionale e metterà in risalto il curriculum.
Dipingere il proprio anno sabbatico in maniera interessante, evitando di passare per fanulloni nelle future candidature, non è quindi un’impresa impossibile: basta dimostrare di aver intrapreso attività mirate al proprio sviluppo personale e lavorativo durante questo periodo.
Così facendo, questa pausa che vi siete concessi non provocherà ripercussioni negative per future candidature a posizioni lavorative importanti o impieghi a livello dirigenziale.