Anno sabbatico e curriculum vitae: come investire al meglio questo periodo di pausa.

Creato il 02 novembre 2010 da Experteer

Sempre più spesso si sente parlare di manager o dirigenti che decidono di prendere un anno sabbatico – un periodo di pausa in accordo col proprio datore di lavoro che oscilla, solitamente, dai tre ai dodici mesi. I motivi che portano a questa scelta sono molti e normalmente l’anno sabbatico è riconosciuto dal proprio datore di lavoro. Tuttavia questo periodo di pausa dovrà essere riportato nel curriculum in modo convincente.

Ma per quali motivi ci si prende un anno sabbatico? Uno dei motivi più ricorrenti è il desiderio di frequentare un corso di specializzazione o di lingua o un corso post universitario, ma spesso questa scelta è anche causata da motivi privati, come ad esempio prolungare la maternità o elaborare gli strascichi seguenti un episodio di sindrome di Burnout. Molti datori di lavoro considerano l’idea dell’anno sabbatico come parte della vita professionale e si trovano a offrire ai propri collaboratori strumenti di finanziamento ad hoc per le ore lavorative accumulate nel corso della loro vita professionale o impieghi part-time. Ma come si può investire al meglio questo lasso di tempo in vista di un prossimo impiego senza essere tacciati di pigrizia o senza finire nella disoccupazione?

È molto importante preparare un’agenda del proprio anno sabbatico, fissare i punti su cui ci si vuole concentrare. Ovviamente, nessun datore di lavoro vorrà leggere nel curriculum di un candidato che l’anno sabbatico è stato piacevolmente trascorso in discoteca o sorseggiando cocktail lungo la spiaggia. Se però, nel corso di questi mesi, è stato frequentato un corso di lingua ed è stata svolta una piccola attività lavorativa, l’anno sabbatico sarà letto in chiave diversa nell’ambito di una candidatura: sarà considerato tempo investito in sviluppo professionale e metterà in risalto il curriculum.

Dipingere il proprio anno sabbatico in maniera interessante, evitando di passare per fanulloni nelle future candidature, non è quindi un’impresa impossibile: basta dimostrare di aver intrapreso attività mirate al proprio sviluppo personale e lavorativo durante questo periodo.

Così facendo, questa pausa che vi siete concessi non provocherà ripercussioni negative per future candidature a posizioni lavorative importanti o impieghi a livello dirigenziale.