“Un accordo praticamente concluso – prosegue il giornalista -, annunciato dallo stesso telegiornale dell’editore coinvolto, apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo, viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale. Naturalmente non possiamo fornire le prove dell’esistenza di interventi esterni ma parla da solo l’interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta”.La trattativa del giornalista Santoro con Telecom si è interrotta: cosa succederà ora? Un esilio dorato alla Fazio (per non far nulla) o come Freccero (per lavorare su Rai 5), o magari qualche spazio (ma in tarda serata) ancora sulla Rai?
Forse è veramente un'illusione sperare nella crescita di un terzo polo televisivo, che permetta una informazione meno condizionata dalla politica e che sottragga share al monopolio Raiset (due azienda, una governance).
“Ricordiamo a tutti – aggiunge Santoro – che il dottor Stella, amministratore delegato di Ti media aveva pubblicamente dichiarato che non c’erano divergenze economiche e che La7 non aveva nessun problema a mettere in onda un programma come Annozero. Un programma che, tra infinite difficoltà e attacchi di ogni tipo, è sempre stato realizzato in completa autonomia”. Inevitabile allora chiedersi: “Perché hanno cambiato idea? Chi ha interesse ad impedire che si formi nel nostro Paese un terzo polo televisivo che rompa la logica del duopolio?”
“Per tornare a crescere – conclude Santoro – l’Italia deve liberarsi del conflitto di interesse e di tutti coloro che non hanno avuto il coraggio di opporgli le ragioni della libertà di opinione e della libertà di mercato. Sulla scia del successo di Tuttiinpiedi, con l’aiuto fondamentale del pubblico, dimostreremo presto che un Paese semilibero non ci basta. Tutto cambia”.