Annus horribilis 2013

Creato il 18 marzo 2013 da Mdileo @atmospherelibri

Annus horribilis 2013: mille anni dopo.

I grattacieli svettano nell’atmosfera e sulle persone che si riparano le teste con gli ombrelli pubblicitari. Abitiamo la metropoli di venti milioni di cittadini da centotrenta anni, ma le medicine e i trapianti ci lasciano ben sperare in una lunga vita. In un parco invaso dai canguri nani, c’è posto anche per un cimitero, forse l’ultimo rimasto prima della legge sulla cremazione obbligatoria. Croci smunte fanno ombra a steli sconnessi. Eppure si leggono ancora alcune iscrizioni sulle lapidi, dove immagini e ricordi di altri nomi si sono spenti dopo un’incommensurabile esistenza. Era gente del XXI secolo, più di mille anni fa, che appartenevano al peggiore periodo della storia dell’uomo. Uomini senza speranza, il cui scopo era uscire dall’oblio di corruzione politica e dal narcisismo di altri uomini che si erano incarnati nei fautori del destino. Il Museo della Democrazia custodisce l’antica carta costituzionale prima che venisse superata da epoche ormai lontane. I soccorritori della Moralità e dell’Etica l’hanno recuperata durante gli scavi della settantesima linea della metropolitana. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Poche righe scolorite impresse sulla carta, per diritti ormai acquisiti da secoli nella nostra civiltà. Possibile che, un tempo, si rimarcasse la necessità di un lavoro quando oggi non c’è uomo senza lavoro e lavoro senza uomo? Come avranno vissuto quelle donne e quegli uomini nell’oscurantismo? Nulla è rimasto dopo la Grande Rigenerazione. Nomi svaniti nel nulla, potenti dimenticati dalle pagine della storia: gente morta per sempre.


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