Al momento solo aNobii, ma Goodreads, da quanto ho visto e letto, potrebbe essere un interessante nuovo strumento da sperimentare.
2. Perché è importante per una casa editrice usare Anobii e Goodreads?
È indubbiamente un modo per avvicinarsi ai lettori e per tenere aggiornata la propria produzione attraverso un canale on-line che coinvolge una fascia ampia di lettori, a cui piace tenere traccia delle proprie letture attraverso una libreria digitale, votando, commentando, discutendo o trascrivendo estratti che vogliono condividere o tenere a mente.
Dico avvicinarsi, perché spesso un lettore si limita ad andare in libreria, o a guardare le nuove uscite su siti come Ibs, Bol, Amazon, etc. dove in media non si prende la briga di andare a vedere tutto ciò che una casa editrice pubblica o ha pubblicato. aNobii dà uno sguardo d’insieme ai nostri titoli e permette anche a chi non ci conosce di curiosare nella pagina. Da lì, essendo aNobii molto utilizzato, è facile arrivare al nostro sito istituzionale, al nostro blog e alla nostra pagina su facebook e scoprire gli autori, conoscere anteprime, gli sconti, etc.
Al momento, tuttavia, è solo un canale di supporto e di utilizzo piuttosto recente, ma non decisivo per quanto ci riguarda, tanto che molti nostri titoli non sono ancora caricati. Abbiamo un sito, un blog, una pagina facebook, come dicevo, che sono molto curati e veicolati, ma aggiornare aNobii è quasi un «lavoro a tempo pieno». Mi capita spesso di dover segnalare un titolo non ancora inserito e di dover mandare la copertina e la descrizione del libro attendendo che divenga disponibile, cosa che richiede chiaramente cura e tempo. Che purtroppo non sempre abbiamo.
3. Quanto Anobii e Goodreads sono utili nell'attività promozionale di una casa editrice?
Parlo limitatamente ad aNobii, ma sicuramente è un sito utile per promuovere l’attività della casa editrice. Prima di tutto perché permette di avere una visibilità ulteriore, dando anche la possibilità di segnalare un rimando al blog o al sito della casa editrice, nonché di inserire recensioni e approfondimenti sul libro che i lettori altrimenti non conoscerebbero. In rete abbiamo avuto grandi soddisfazioni soprattutto nel caso di generi letterari o libri che è più difficile far recensire da importanti testate giornalistiche, come ad esempio i fantasy, ma anche thriller e autori minori che spesso fanno fatica a farsi notare, a trovare l’attenzione dei giornalisti e, quindi, del pubblico che in molti casi ignora l’esistenza stessa di alcuni titoli sul mercato.
Vi sono poi una serie di gruppi a cui è possibile iscriversi. La gente può «aggiungere come vicino» la casa editrice rimanendo costantemente aggiornata sulle ultime uscite, proprio come se fosse un vicino a cui si «ruba» un titolo che ci ispira e che vorremmo leggere o di cui semplicemente vogliamo ricordarci mettendolo nella lista dei desideri. Un titolo a sua volta visibile dai vicini e dagli amici, il che potrebbe portare anche all’inizio di un passaparola, perché no.
Ci sono poi possibilità, sempre attraverso i gruppi, di sponsorizzare anteprime, giveaway, segnalare estratti, presentazioni e gli stessi blog spesso «linkano» le loro recensioni, permettendo ai lettori di avere giudizi imparziali, commentare o lasciare il proprio feedback, sebbene a mio avviso la componente di partecipazione sia ancora piuttosto limitata.
4. Come una casa editrice dovrebbe usare Anobii e Goodreads?
Ho visto che Goodreads permette agli editori e agli autori di sponsorizzarsi in modo più attivo e, credo, dietro remunerazione.
aNobii nasce per i lettori e tra i lettori. Per esperienza personale, la cosa più importante è fare molta attenzione alle regole di netiquette, che prevedono una certa discrezione e rispetto di chi fa parte del mondo anobiiano. La libreria deve dare un’idea della produzione, permettere ai lettori di sfogliarla come se si trovassero in una libreria reale, ma l’intento non deve essere commercializzare esplicitamente i propri titoli, o particolari sconti, etc. pena l’essere bannati. È più che altro un sito dove si fa informazione e comunicazione, ma la mera commercializzazione dei propri titoli è vista più come un’intrusione che come un arricchimento. Quando ho aperto una discussione o ho fatto segnalazione all’interno di un gruppo, l’ho sempre fatto dietro richiesta di «autorizzazione» all’ideatore (in certi casi è addirittura obbligatorio il benestare dell’ideatore per aprire una discussione o aggiungere un libro alla collezione). La mia impressione è che non si debba imporre la presenza dell’editore – che può dare fastidio – ma segnalarla in modo intelligente e discreto. È il lettore che deve cercare l’editore in questi mondi e non il contrario. L’editore poi è senz’altro ben disposto a comunicare con il lettore.
Al contrario, fatto non trascurabile, aNobii può essere utile per capire come viene accolto e recensito un nostro libro, quali sono i giudizi e il perché di un successo o di un insuccesso. Non da ultimo poi, è possibile intuire quello che il pubblico cerca all’interno di un determinato genere, ciò che reputa ormai passato e scontato, ciò che invece vorrebbe leggere. A volte i lettori guardano anche le uscite straniere, segnalando un interesse potenziale. Nessuno ha la bacchetta magica per capire cosa pubblicare o quale libro sarà un bestseller, ma curiosare in questo senso potrebbe avere i suoi vantaggi. Delle sorte di piccole, inconsapevoli «soffiate» nel genere: mi è capitato di leggere «Basta con le saghe infinite» oppure «Ancora, ancora», oppure «Ma quando esce il seguito?» o ancora «Questa tematica è sempre più merce rara». Naturalmente si tratta di giudizi soggettivi, spesso volubili, ma il lettore ha molta voce in capitolo e per questo non va sottovalutato, ma anzi ascoltato attentamente. Credo ci sia sempre da imparare.
Il mondo di aNobii pullula anche di scambi di libri (per chi legge molto, ma non tiene tutto ciò che compra e soprattutto vuole risparmiare), bookcrossing, catene di lettura, e ci sono gruppi che addirittura in determinati periodi come Natale, Pasqua, etc. si regalano un libro scelto dalla lista dei desideri dei partecipanti, il tutto in forma anonima. C’è un sottobosco straordinario di lettori in questo senso e a volte, in modo curioso, è facile apprendere alcune tendenze e opinioni. Com’è stata vissuta la legge Levi, qual è l’opinione diffusa sugli e-Book e i libri fatti di carta e inchiostro, e via dicendo. Nel caso degli e-Book qualcuno è addirittura ben disposto a mandarti il file via mail senza chiedere nulla in cambio. Un’incognita per il futuro in termini di vendita, tenendo conto della piccola percentuale che ancora hanno sul mercato? Senza dubbio, è pur sempre una tendenza su cui riflettere.
Sarebbe bello avere il tempo di leggere anche le proposte di nuovi autori che si mettono in gioco e si espongono al giudizio dei lettori, offrendo un estratto del loro libro o l’intero romanzo a catene di lettura, etc. Non è detto, ma anche tra le pieghe insospettabili di aNobii potrebbe celarsi un nuovo talento!