Traduzione di Fabio Zucchella Editore: Fanucc Pagine: 14 Prezzo: 17,00 euro
“I fan di Philip K. Dick metteranno Il cerchio del robot negli scaffali più alti della loro libreria ideale.” Richard A. Lupoff
Descrizione: Scritto nel 1956 ed edito solamente nel 1988 dalla Harbor House/William Morrow di New York, Il cerchio del robot (titolo orginale The Broken Bubble), come altre opere mainstream di Philip K. Dick, è frutto degli anni in cui il giovane autore era convinto di avere i mezzi per ‘sfondare’ a un livello letterario più riconosciuto e apprezzato di quello in cui erano rinchiusi e isolati i generi narrativi allora considerati minori - la science-fiction ancora più del poliziesco e del gotico. Pur proponendosi come un romanzo di vita contemporanea, comprende tuttavia un intreccio secondario di ordine fantascientifico, a cui allude anche il titolo della traduzione italiana, scelto per mettere in evidenza l’inutilità dei tentativi dei personaggi principali di sfuggire dalle regole imposte da una società ancora fortemente repressiva, che li riduce ad automi. Una narrazione convincente proprio perché frastagliata e in divenire che segna l’inizio di quel cammino narrativo che porterà l’autore, nel giro di un quinquennio e dopo un nuovo matrimonio, a rivisitare, in The Man in the High Castle (La svastica sul sole), San Francisco sotto la dominazione di un governo straniero, e attraverso gli occhi alieni del funzionario giapponese Tagomi.
San Francisco, anni Cinquanta. Jim Briskin è uno speaker radiofonico di successo che non riesce a lasciarsi definitivamente alle spalle il rapporto con la sua ex moglie Patricia. Art Emmanual è un assiduo ascoltatore del programma di Jim e vive in un seminterrato insieme a sua moglie Rachael, da cui sta per avere un bambino. Vite il cui unico punto di contatto è la voce di una radio si intersecano in occasione di una cena a casa della giovane coppia, durante la quale ciò che resta delle macerie del matrimonio di Jim e Patricia – la loro distruttiva interdipendenza, quel destino di perdizione che, inesorabile, li accomuna – finirà per contagiare le ‘normali’ esistenze dei due ragazzi. Art sarà sedotto dalla donna e si ritroverà invischiato in una relazione che screditerà entrambi, mentre Rachel seguirà Jim in Messico, affidando all’uomo la propria vita e quella del bambino che ha in grembo. Fanno da sfondo le insicurezze dell’America del Dopoguerra, di due generazioni in cerca di nuovi punti di riferimento e separate da una distanza netta, nella quale Philip K. Dick colloca con notevole capacità immaginifica personaggi improbabili e incoerenti. Alla fine, l’unica via per Jim e Pat sarà quella di tornare sui propri passi, rinnegando gran parte della loro esistenza e segnando la propria sconfitta.
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