Titolo: La Stella
Un ragazzo che non ha mai pensato a se stesso come ad un ebreo. E’ un tedesco prima di tutto. La religione è in secondo piano e la sua stessa famiglia non è praticante. Karl è solo un giovane intento a vivere la propria vita; la sua unica “colpa” è di non rientrare nei canoni razziali del regime. Ha la sfortuna di vivere nel posto sbagliato al momento sbagliato e di rappresentare il “diverso”, il “disprezzato”, demonizzato a causa di un assurdo ideale di purezza della razza. Il giovane si ritrova, cosi, vittima di una sorta di nuova Inquisizione. Il suo riscatto è rappresentato dal suo talento più grande: la boxe. Tirare pugni per Karl vuol dire distinguersi, farsi valere, dimostrare di essere tanto forte quanto “un vero ariano”. Sono pugni contro la realtà, i suoi, contro un mondo che vede vacillare e non riconosce più. L’occasione della rivalsa si chiama Max Schmeling, campione della Germania nazista, quasi in una sorta di contrappasso. Quando il nazismo esplode in tutta la sua ferocia a livello mondiale, Karl è ormai consapevole che sulla bilancia della sua esistenza non c’è solo il sogno di diventare un eroe, un campione acclamato e osannato, ma anche l’incolumità delle persone che ama. Il suo mondo è in precario equilibrio e proprio l’uomo che gli ha insegnato la tecnica e i valori sportivi potrebbe tradirlo e spezzare le fragili ali delle sue speranze per sempre. I temi del romanzo, la cocente sensazione di umiliazione, la voglia dirompente di riscatto, la speranza, l’amore, il razzismo, la follia e l’odio, hanno segnato la storia di tutti coloro, ebrei e non, che hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia del nazismo. La storia di Karl è anche la loro storia.
“Sharenow ci consegna uno splendido romanzo storico, che esamina il razzismo sia dal punto di vista dei protagonisti che di figure storiche realmente esistite.” Publishers Weekly
"La stella nel pugno che piacerà anche al pubblico adulto, servirà per appassionare e per formare sul tema del razzismo e della violenza, specialmente dopo il tragico massacro dello scorso giugno in Norvegia.” Huffington Post
Un estratto dal libroLa parola "combatti" mi ferì le orecchie tanto quanto la parola "ebreo". Prima di allora non avevo mai fatto a botte e avevo sempre evitato ogni conflitto per paura di farmi male.
Rimasi a terra e zitto, nella speranza che avermi sputato in faccia, avermi tirato giù pantaloni e mutande e avermi visto pisciarmi addosso bastasse per soddisfare quei tre.– Tirati su e combatti da uomo – abbaiò Gertz.Mi rialzai a fatica e mi risistemai i pantaloni con tutta la dignità che riuscii a mettere insieme.– Sentite, non mi va di fare a botte... – balbettai.– Certo che no – ghignò Gertz. – Gli ebrei sono tutti dei vigliacchi