A imbattersi l’uno nell’altra in quei momenti di concitazione sono: la bella e fragile Lamis, recentemente divorziata dal ricco marito iracheno; Nicholas, giovane inglese esperto di arte islamica; l’esuberante Amira, marocchina dalla dubbia reputazione; Samir, travestito libanese che viaggia con una scimmietta nascosta in una cesta. Se ad avvicinarli è il caso, a unirli molto più profondamente sarà la ricerca di un senso di appartenenza nella metropoli inglese, che spalanca opportunità e al tempo stesso innalza barriere di solitudine. In una Londra dove la possibilità di rifarsi una vita è reale tanto quanto il rischio di essere sempre trattati come estranei, saranno l’amicizia e l’amore a sostenere l’insolito quartetto. E a farli sentire finalmente a casa. Un romanzo che parla di integrazione e identità, esilio e riscatto. Un ritratto vivace e originale della nostra società multietnica, attraverso le storie di chi è costretto ad attraversare oceani per sentirsi libero. Ma anche la storia di chi, con altrettanto coraggio, deve coprire la stessa distanza dentro di sé per capirsi e accettarsi.
L'autrice: Hanan al-Shaykh è nata e cresciuta in Libano ed ha studiato al Cairo. Tornata a Beirut, ha lavorato come giornalista fino al 1975, quando, allo scoppio della guerra civile, si è trasferita in Arabia Saudita. Oggi vive a Londra. Ha scritto numerosi racconti, opere teatrali e romanzi, tradotti in ben 22 lingue. Come La sposa ribelle (Piemme 2010) e Mio signore, mio carnefice (Piemme 2011). Poiché le sue opere affrontano con franchezza la condizione delle donne nel mondo islamico, sono state spesso vietate nei paesi mediorientali più conservatori.