ESTRATTOMancava poco allo scoccare della mezzanotte nella Milano in subbuglio e, mentre i vicini brindavano, schiamazzando con anticipo, lei ignorava i secondi che scorrevano.Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc.Qualcuno d’indesiderato bussava all’uscio dell’appartamento.Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc.«Non c’è nessuno!» gridò esasperata, poggiando il mento sul palmo.«Porta il tuo culo qui e aprimi. Sto morendo di freddo!»«Crepa» disse Elisa a denti stretti.«Non sono sordo» bofonchiò il ragazzo, picchiando le nocche contro il legno intagliato. La voce di Davide Ranieri era gutturale, graffiata quanto basta per mandare in orbita i neuroni, stuzzicando le fantasie di ogni donna… eccetto, forse, quelle della signorina Di Tommaso.«Nemmeno io, quindi muori in silenzio. Grazie!»«Antipatica!»Ma che vuole? Prima mi ignora e poi mi tormenta?Quella mattina, Davide si era presentato a casa sua nei panni dell’idraulico sexy con tanto di cassetta degli attrezzi, per riparare la caldaia che faceva le bizze nei periodi meno opportuni. Elisa non aveva trovato un tecnico disponibile durante le festività, perciò Davide, in quanto padrone di casa, era arrivato in suo soccorso.Per tutto il tempo che era rimasto da lei, non l’aveva considerata, non le aveva neanche parlato, si era dedicato in silenzio a quella ferraglia tutta sbuffi e ronzii. Eppure, prima di volatilizzarsi, l’aveva fissata con i suoi occhi verdi che parevano imprigionare la luce dell’universo. Si era avvicinato a lei, al suo viso, come quella volta, prima che Elisa fuggisse da lui. Poi era andato via, lasciandola sulla soglia, senza farle gli auguri.«Lisa, dài.»«Non chiamarmi così!»«Lisa… dolce… dolcissima… Lisa…» canticchiò Davide.«Stronzo!»Maledetto, maledetto, maledetto.Davide Ranieri sapeva essere insistente, buffone, e dispettoso.«No, non sono stronzo… ma figlio di puttana!»La sua risata rauca riempì le scale, giungendo fino all’androne gremito di festaioli impegnati nell’immancabile countdown.10… Elisa si mise in piedi di scatto.9… Davide sospirò frustrato per l’attesa.8… Elisa fece un passo verso la porta serrata.7… Davide sfilò una bionda dal pacchetto di Merit.6… Elisa si bloccò immediatamente, indecisa sul da farsi.5… Davide, per nulla incerto, diede vita alla fiamma dell’accendino.4… Elisa lo sorvegliò dallo spioncino e il suo cuore sussultò.3… Davide inghiottì una boccata di fumo.2… Elisa posò la mano sulla maniglia, dopo aver girato la chiave nella toppa, e aprì.1… Davide scostò la sigaretta dalle labbra, sorridendo quando lei apparve, e la baciò.Un bacio leggero, come il rollio delle ali di una farfalla, come il soffio accennato del vento primaverile, come una carezza del destino. Un bacio che galleggiava, che viveva, che palpitava, ma un bacio che ardeva a fior di pelle tra le scintille del tempo perso.«Buon Anno, ma rabat-joie!»E dopo quell’augurio Davide se ne andò, con i crepitii dei fuochi pirotecnici che facevano da colonna sonora alla sua ritirata, lasciandola di nuovo sbalordita sulla soglia.
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