Cari lettori, oggi vi voglio parlare di una giovane scrittrice, Petra Hulova che nel 2002 pubblica il suo primo romanzo Paměť mojí babičce (In memory of my grandmother) e diventa in breve tempo uno dei più letti del decennio nella Repubblica Cèca! Grazie alla Baldini Castoldi Dalai editore, ora possiamo leggere anche noi questo intenso e toccante racconto “Tutto questo mi appartiene” che troveremo nelle nostre librerie a partire dal 17 aprile 2012.
20.000 COPIE VENDUTE IN REPUBBLICA CECA.
TRADOTTO IN FRANCIA, PAESI BASSI, GERMANIA,
STATI UNITI, SVEZIA, UNGHERIA, POLONIA E TURCHIA
Una storia toccante, sullo sfondo delle Montagne Rosse della Mongolia, che racconta le vicende di quattro generazioni di donne in una società patriarcale. Un romanzo duro e poetico, in cui i sogni e le speranze sono schiacciati inesorabilmente dalla violenza della realtà.
Titolo: Tutto questo mi appartiene
Autrice: Petra Hulova
Editore: La Tartaruga edizioni
Pag.: 256
Euro: 16.50
Data pubblicazione: 17 aprile 2012
Trama
Alta, la madre, Dzaia, Nara, Ojuna, le figlie, e Dolgorma, la figlia di una delle tre. Cinque donne, cinque destini, cinque voci narranti che ci accompagnano nella loro storia famigliare ricca di segreti, tradimenti e tragedie, dalla steppa dura e selvaggia della Mongolia alle luci ingannevoli e seduttive della città, dalle tende tipiche del nomadismo mongolo ai prefabbricati della capitale. Dzaia è nata dalla passione di Alta per un cinese della Mongolia Interna, Nara dalla violenza subita da Alta da parte di un commerciante russo. Figlie illegittime della madre, e quindi di razza mista e impura, vivono nell’emarginazione sopportando derisioni e ingiustizie. Finchè, a seguito di una tragedia famigliare, le due sorelle lasciano le montagne rosse della steppa per trasferirsi in città, sotto la protezione dell’amata zia, scoprendo troppo tardi che la donna non ha da offrire loro nient’altro che un lavoro nel bordello che dirige. Nara si ritroverà a suo agio nella nuova vita, mentre Dzaia continuerà a vivere nella speranza e nel desiderio di affrancarsi e riscattarsi, anche per proteggere sua figlia Dolgorma, avuta da uno dei tanti clienti del bordello. Ojuna, l’unica figlia di stirpe pura, rimarrà nella steppa con i genitori, perpetuando, tra orgoglio e frustrazione, i valori e i modelli che fin da piccola le sono stati inculcati. Uno spaccato duro e poetico della società mongola, dove la divisione tra uomini e donne e i loro ruoli è ancora netta, tanto che persino le violenze sessuali vengono subite dalle donne come qualcosa da accettare con rassegnazione (Dzaia ad esempio subirà l’abuso del padre adottivo). Una saga famigliare che attraverso la voce di cinque donne racconta i problemi e le verità universali di chi è costretto ad adattarsi a una nuova condizione, abbandonando i propri costumi e le proprie radici, sebbene quelle radici siano l’unico appiglio per non impazzire. Una storia di amore e di passione, di segreti e tradimenti, di perdite e di tragedie, in cui la sconfitta non cancella la forza di andare avanti, nonostante tutto.
“La maggior parte degli scrittori non eguaglierà mai il livello di questo debutto.”Tvar
“Un’opera meravigliosa e a suo modo un miracolo.” Týden
“Un esordio intenso che dimostra grande caparbietà.” Die Zeit
“Una scrittura tormentata e complessa, ma di grande interesse. Una scrittrice di sicuro avvenire.” Il Piccolo
L’ autrice