by andreina
Roberta Ciuffi torna con il secondo romanzo della serie dedicata ai licantropi.
Dopo Un cuore nelle tenebre, arriva in libreria Un segno nelle tenebre.
Abbiamo chiesto all'utrice alcune info su questo secondo romanzo. Oltre ad averci regalato un piccolo estratto, ecco cosa ci ha detto:
In un romanzo, i protagonisti costituiscono senza dubbio uno degli elementi più importanti per far sì che la storia sia amata e ricordata. Nel corso di questa storia imparerete a conoscere Maura e Maksìm, e spero che li apprezzerete e vi affezionerete a loro. Quei due hanno talmente tante pagine a loro disposizione, perché riusciate a farlo!
Queste poche righe sono invece dedicate ai molti personaggi che affollano questo romanzo, senza esserne i protagonisti. Quelli per cui avevo previsto una partecipazione, e che magari si sono presi una parte maggiore di quella che avevo loro assegnato. O gli altri, cui non avevo proprio pensato, ma che hanno fatto capolino tra le righe quasi di loro spontanea volontà. E poi quelli di passaggio, privi di una reale importanza, ma senza i quali un collegamento, un chiarimento, una svolta non sarebbero stati possibili.
Innanzi tutto, alla quieta, forte e dolente Clara, che forse sceglierà per sé una vita meno vincolata dalle convenzioni.
Al dottor Dirk Heller, dall'aspetto simile a quello di una lucida pantera nera, in cerca di un riscatto dal suo destino di sangue a metà. Al buon dottor Lusverg, dalla barba rossa e il cuore puro.
Alla principessa Marina, dai capelli candidi e il volto da dea, e l'animo barbaresco.
E perfino a Kerleroux, cattivo più unico che raro nei miei romanzi, dalla malvagità a tutto tondo e priva di redenzione.
Ma soprattutto alla baronessa Korda, dai capelli sale e pepe e i fulminanti occhi neri, anziana capobranco del Cerchio Femminile di Parigi. Cara Sabine, mi dispiace di averti incontrata così tardi. Sarebbe stato bello avvolgerti attorno la trama di una storia.
A Roman non faccio alcuna dedica: noi ci rincontreremo tra breve!
<<Maksìm le infilò la mano nella curva della schiena, spingendola contro di sé. Si accorse che era eccitato e per reazione il suo corpo iniziò a rispondere. Gli mise le mani dietro la testa, le dita tra i capelli biondi che al sole scintillavano come fili di platino, e chiuse gli occhi. Le sembrava che la sua bocca la stesse divorando, che le mani le studiassero il corpo per ritrovare o memorizzare tracciati già percorsi.
Cominciò a tremare e la sua mente a perdersi, e un istante dopo smise di essere Maura, una persona isolata al centro dell'universo.
I confini della sua identità si frantumarono, permettendo l'invasione di un altro essere. Per quel breve istante Maksìm fu dentro di lei, stavolta nella mente invece che nel corpo, e lei lo vide, così come l’uomo doveva vedere lei: una creatura fatta di sensazioni, di colori, pervasa da una vibrazione che era unica. Vide dissolversi lo strato sottile della sua raffinata civiltà e sotto di esso erompere la furia della creatura selvaggia che era in lui: assorbì il nero sapore della frustrazione, della disperazione accantonata ma mai dimenticata. Perfino dell'amara pazienza in cui imprigionava un carattere tempestoso.
Si staccò dall'abbraccio, ansando piano. Per un attimo le parve di precipitare, priva di appoggio. Ci volle qualche secondo prima che riuscisse a ricostituire l'integrità della propria identità, e dopo si sentì profondamente sola.>>