anteprime Piemme per gennaio

Creato il 14 gennaio 2013 da Stefania2012 @lepassionidiste
Noi siamo Anonymous  di Parmy Olson
500 pag - prezzo 19€ Premessa:  
Anonymous balza agli onori delle cronache nel 2008 oscurando il sito di quei potentoni di Scientology. Antefatto: un altro sito, Gawker, aveva pubblicato un video con un improbabile Tom Cruise cheerleader per la chiesa/setta di Ron Hubbard. Il video era finito su youtube e Scientology aveva tentato di eliminarlo appellandosi a una violazione di copyright. Quando la notizia arriva a 4chan – originariamente un sito di incontro di varie sottoculture internettiane – i tempi sono maturi per una presa di coscienza del potere del web, o meglio del potere della massa attraverso il web. Secondo Parmy Olson, infatti, proprio quest’idea di “portare la gente a credere nel potere della massa” è stata una delle conquiste più significative del gruppo. In ogni caso, uno user di 4chan lanciò un messaggio: “È tempo di usare le nostre risorse per fare qualcosa in cui crediamo”. Un primo gruppo nebuloso di hacker e attivisti internettiani si unì in un collettivo: Anonymous era nato e il sito di Scientology era stato oscurato. Primo attacco, prima vittima. Poi sono venute la Sony, la Fox, i sistemi informatici di Mastercard e Paypal, il governo tunisino ed egiziano e la Cia fino a quando l’anno scorso il Dipartimento per la sicurezza nazionale Usa ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni. “La storia di Anonymous e delle sue ramificazioni è straordinaria per la velocità e l’imprevedibilità in cui sono cresciuti”, scrive il New York Times. “Olson ricostruisce gli eventi in maniera impeccabile e fornisce una chiara linea temporale attraverso le complicate e tortuose vicende di Anonymous. Si concentra in particolare su come è venuto su il piccolo gruppo di LulzSec”. “Se Anonymous è stato il notiziario delle 6, LulzSez era il ‘Daily Show’, scrive infatti la giornalista. Secondo il Washington Post, Olson ha anche un altro merito, quello di aiutare i lettori a decifrare codici linguistici cibernetici sconosciuti ai più, lo slang del web per dirla in modo semplice, e riconoscere così i suoi abitanti esclusivi che comunicano via IRC (Internet Realy Chat) usando nickname come “TFlow” e “AVunit” e raramente si incontrano in IRL (in real life). E se Anonymous è un fenomeno internazionale, tra la polizia, nei vari paesi, non esiste ancora un accordo comune su come vigilare internet. All’arresto di “Tapiary” ne sono seguiti altri con un’enorme risonanza internazionale, tutti massimo ventenni, tutti originari di luoghi remoti di America, Inghilterra e Irlanda. Ma America Inghilterra e Irlanda non hanno adottato le stesse misure penali: in Usa stanno scontando 20 anni di carcere, in Irlanda alla fine le accuse sono cadute e sono stati rilasciati, in Uk, “Tapiary”, o meglio ormai Jake Davis, accusato di cospirazione, rischia anche l’accusa per frode e l’estradizione. Cosa succederà domani? Nessun lo sa. Intanto Anonymous promette di non fermarsi. Di continuare a turbare. Di prendere in giro. Di manipolare utenti internet. Di buttar giù grosse compagnie internazionali. Di colpire ancora. Chi sarà il prossimo?
Sinossi: Spalle larghe, capelli a spazzola e sguardo fiero, Aaron Barr era stato un militare specializzato in crittografia e sistemi informatici. Poi si era messo in proprio e vendeva i suoi servizi come esperto di sistemi di sicurezza al governo. Ultimamente, per farsi un nome, aveva deciso di fare meglio dell’Fbi nel risalire a un gruppo di hackeristi, hacker attivisti, chiamati Anonymous. Con uno pseudonimo, era entrato in contatto con alcuni di loro: Topiary, Sabu, Kayla. Una domenica di febbraio del 2011, a poche ore dalla finale del Super Bowl, Barr nota che il suo iPhone è stranamente silenzioso da un po’. Da troppo. Quello che scopre un attimo dopo cambierà tutto. La sua mail è bloccata, Twitter pure: il suo pensiero corre alle centinaia di file riservatissimi dell’Fbi, del Dipartimento della difesa, di grosse banche, da lui custoditi, che stavano per essere rubati. Anonymous lo aveva scoperto. Quella era la sua vendetta.
L'autrice: Vive a Londra ed è caporedattrice di Forbes Londra.
La porta del paradiso di Alfredo Colitto
pag. 460 - prezzo 9,90€ Sinossi: Dal 1300 al 1600, dalle calli e dai canali dell’oscura Venezia medievale de Il libro dell’angelo, a una Napoli splendida e sordida a cui fa da contraltare tutta la suggestione del Messico coloniale nel periodo in cui in Europa infuria la guerra dei Trent’anni. Lasciato indietro il medico bolognese Mondino de’ Liuzzi e la sua serie (prima de Il libro dell’angelo 2011, Cuore di ferro 2008 e I discepoli del fuoco), Alfredo Colitto torna con La porta del paradiso. Non un thriller questa volta – se già il genere thriller stava stretto al precedente, come scrisse l’Unità, “un libro al crocevia tra avventura, religione, amore, politica, spionaggio” secondo Il Giornale -, ma un romanzo storico che strizza l’occhio all’avventura nella migliore tradizione dei grandi romanzieri francesi, incalzato com’è da appassionanti vicende tra Europa e Sudamerica, l’incontro tra culture diverse e rocamboleschi viaggi per mare.
Un intreccio – anzi due, quello napoletano e quello messicano – che abbraccia un decennio di storia e di emozioni, positive e negative: l’amore, l’affetto, l’amicizia, la vendetta, l’avidità, il rancore. E se il thriller medievale ha fatto di Colitto uno scrittore sempre più amato dalla critica e dai lettori, oltre che un autore internazionale tradotto in sette lingue e pubblicato in ben ventuno paesi (dall’Inghilterra all’Irlanda alla Francia alla Germania alla Spagna, arrivando fino in Brasile, Serbia e Turchia, più Messico, Argentina, Cile, Perù e Canada, e poi ancora Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, India, Indie Occidentali, Giamaica, Hong Kong e Singapore), La porta del paradiso – romanzo autonomo rispetto ai precedenti-, nasce proprio dal desiderio di raccontare una storia di più ampio respiro per scrivere la quale Colitto si è trasferito a Napoli, città che più di altre ha vissuto il peso della dominazione coloniale. “Mi affascinava la possibilità – racconta lo scrittore -, di far vivere i miei personaggi nella cornice di splendore e miseria della Napoli del XVII secolo, dove i nobili vivevano al di sopra delle loro possibilità e il popolo era schiacciato dalle tasse imposte dagli spagnoli per finanziare la cosiddetta Guerra dei Trent’Anni”.Condizione che Leone Baiamonte, il giovane nobile protagonista, così come altri personaggi, vive sulla sua pelle trovandosi a interagire anche con personaggi storici reali, come Masaniello e don Giulio Genoino. Baiamonte attraverserà poi l’oceano a bordo di un galeone spagnolo della Flota de Indias approdando in Messico con l’intenzione di sfruttare una miniera d’argento scoperta da uno zio missionario. È la genesi delle due storie parallele, quella messicana e quella napoletana, che per un certo tempo si svolgeranno in parallelo per poi riunificarsi nei capitoli finali… Mentre in Europa infuria la guerra dei Trent’anni, a Napoli il giovane nobile Leone Baiamonte scopre che la sua famiglia è stata rovinata da un perfido usuraio, Giorgio Terrasecca. Leone si assume il compito di risollevarne le sorti, ma macchiatosi di una grave colpa è costretto a lasciare la futura sposa Lisa e imbarcarsi su un galeone spagnolo diretto in Messico con una condanna a morte per omicidio che pende sulla sua testa. Laggiù, uno zio missionario ha scoperto una preziosa miniera d’argento e, pur inesperto, Leone ha accettato il suo invito a gestirla, confidando così di poter dare sostegno alla sua famiglia e serbando in cuore la segreta speranza di riabbracciare Lisa. Ma nel Nuovo Mondo l’odio della bella e potente Socorro, l’amore per un’indigena dagli occhi profondi e gli intrighi della Chiesa interferiranno con i suoi progetti, rendendo l’impresa molto ardua.
L'autore: Alfredo Colitto è nato a Campobasso e vive a Bologna. È noto al grande pubblico soprattutto per i thriller storici pubblicati con Piemme che hanno come protagonista il medico Mondino de’ Liuzzi: Cuore di ferro, I discepoli del fuoco (vincitore del Premio Mediterraneo del Giallo e del Noir e del Premio di letteratura poliziesca Franco Fedeli) e Il libro dell’angelo (vincitore del premio Azzeccagarbugli 2011).

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