Alla mia sinistra l’est, alla mia destra l’ovest; davanti a me il sud e dietro di me il nord.
Tracciate quindi le linee di chiusura del rettangolo e dite:
Che i confini del mio templum e delle terre selvagge siano come ho dichiarato con le mie parole. Che quest’albero sia il confine tra il mio templum e la terra selvaggia alla mia destra (bacchetta rivolta verso destra). Che quest’albero sia il confine tra il mio templum e la terra selvaggia a sinistra (bacchetta rivolta verso sinistra). Tra questi punti ho stabilito i templa e le terre selvagge per mezzo della direzione, della visione, della riflessione con la consapevolezza del suo confine.
Un’altra versione di questa formula, anch’essa tramandataci dagli antichi, è la seguente:
Possa il confine tra i limiti del tempio e gli altari della selva essere per me come li ho formalmente dichiarati nelle adeguate parole di questo rito. Non importa quale sorta di albero fruttifero possa essere, che possa essere per me quello che scelgo di chiamarlo, che possa essere posto come limite designato tra il mio templum e le terre selvagge fino a quel punto alla mia sinistra. Non importa quale sorta di albero fruttifero possa essere, che possa essere per me quello che scelgo di chiamarlo, che possa essere posto come limite designato tra il mio templum e le terre selvagge fino a quel punto alla mia destra. Tra i confini che ho posto tra il mio templum e la selva intorno, questo spazio sia mio per usarlo per dirigere, vedere e riflettere, proprio come sono stato massimamente consapevole e l’ho posto all’interno di questo confine nella maniera adeguata.
Il templum sarà così diviso in quattro parti, o regioni. Le direzioni corrispondono a quanto segue:
EST – luce e vita OVEST – tenebra e morte SUD – la terra ed il sottoterra NORD – la dimora degli Dei.
A seconda di ciò che chiederete dovrete aspettarvi un segno specifico provenire da una di queste quattro direzioni. Accendete dunque l’incenso, lasciate cadere a terra alcune gocce di liquido (acqua, succo di frutta, birra, vino o sidro a vostra scelta) dalla coppa come offerta (libagione), quindi recitate:
(nome del Dio/Dea), tu e gli altri Dei che è appropriato invocare; io vi chiedo se è bene e giusto che sia fatto (ciò che si chiede); vi chiedo di inviare un segno chiaro e certo dentro i confini che ho tracciato.
Guardate quindi il cielo. A questo punto dovrà esservi silenzio ed anche la musica dovrà cessare; il segno richiesto è solitamente l’apparire di uno o più uccelli; la direzione che prendono dà il responso. Se appare un uccello che vola verso di voi (proveniente quindi da sud) e canta, tanto più se è un rapace (corvo, cornacchia o altri), è un presagio solitamente negativo. E’ invece un presagio favorevole se gli uccelli giungono da dietro il divinante (da nord, quindi) o dalla sua destra (est); negativo, infine, se giunge da sinistra (ovest). Si possono altresì considerare anche altri segni: se si consultano Divinità cui sono legati particolari animali si possono richiedere segni corrispondenti quali, ad esempio, nel caso di Hecate l’abbaiare di un cane. Se si effettua la divinazione di notte si guarderà l’apparire di comete o altri segni luminosi (lampi, fulmini), in particolare se vi sarete rivolti a Zeus, Giove, Thor, Donnar (tutti Dei che comandano il tuono, il fulmine, le tempeste), ricordando che, in linea generale, i tuoni, i lampi ed i fulmini visti alla propria sinistra o davanti a sé sono un segno favorevole, mentre quelli provenienti da dietro o da destra sfavorevoli. Questo metodo è essenzialmente basato sull’antica tradizione romana, per quanto Cicerone ricordi che anche il Druido Diviziaco era solito trarre auspici in maniera simile.E’ essenziale non rompere il silenzio durante quest’ultima fase del rito: la sua rottura indica la fine del rito stesso. Le domande devono essere sempre poste in maniera da ricevere un responso positivo o negativo, del tipo: “va bene che io faccia questo?” e non “devo fare questo o quello?” La risposta sarà quindi un sì o un no. In caso non vi sia alcuna risposta in un lasso di tempo adeguato (dipende dal divinatore il comprendere il limite temporale), significa che gli Dei non sono né favorevoli né sfavorevoli a quanto richiesto. Si può quindi a questo punto rischiare e fare ciò che ci si è proposti ugualmente oppure richiedere gli auspici un altro giorno.