Anton Semënovič Makarenko. Poema pedagogico (1925-1937)

Creato il 21 agosto 2014 da Silcap

Anton Semënovič Makarenko (in ucraino: Антон Семенович Макаренко; Bilopillja, 13 marzo 1888 – Mosca, 1º aprile 1939)

Makarenko è forse il più coerente sostenitore di una concezione collettivista della formazione umana. Non perché, come qualcuno ha detto, egli volesse l’annullamento dell’individuo, delle sue qualità personali per effetto d’una tirannia del gruppo, ma perché nel collettivo, cioè nell’associazione stretta di persone che cooperano ad un fine comune dal quale traggono giustificazione sia l’esistenza del gruppo che l’attività dei singoli componenti, vedeva la possibilità di promuovere la persona. Nella sua teorizzazione egli non badò a distinzioni sottili, diede qualche volta l’impressione che a suo parere il collettivo avesse il diritto di sacrificare l’individuo. Ma se si esaminano gli scritti, là dove descrive se stesso intento ad un colloquio con un ragazzo o una ragazza, o dove afferma il diritto di tutti alla felicità già per l’oggi, sostiene la necessità di soddisfare il bisogno del gioco, gli interessi personali con libere attività, e ancora se si leggono le descrizioni di tanti giovani con la resa spesso tanto efficace delle differenze e particolarità individuali, se si scorrono le testimonianze di chi gli fu vicino come collaboratore o allievo, si scopre che la cura per l’individuo era un motivo costante della sua azione. Soltanto, da uomo della società collettivistica, da convinto seguace dei principi socialisti, egli faceva una scelta coerente con la definizione marxiana dell’uomo come insieme di rapporti sociali e vedeva in autentici rapporti sociali la possibilità di ricuperare all’uomo tutto il suo valore.

POEMA PEDAGOGICO (PDF)


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