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Antonella Clerici: "Cucinerò la fortuna per gli italiani" (Il Tempo)

Creato il 05 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
I biglietti sì, li ha acquistati, ma soprattutto per i suoi amici anche perché, come disse Frassica qualche lustro fa, «se vincessi io nessuno ci crederebbe»: anche lui, in quel caso, conduceva la serata finale della Lotteria Italia. Il resto, per Antonella Clerici, è tutto rosa e fiori: picchi d’ascolti, torte e dolci à gogo. Dopotutto, è ancora Natale.
Antonella Clerici, domani sera alle 21.10 su Raiuno la Lotteria Italia. Quanti biglietti ha acquistato lei?
«Guardi, le devo dire la verità. Li ho acquistati perché li ho regalati ai miei amici, facendo la Lotteria Italia. Non è carino che vinca io il primo premio. La mia lotteria l’ho già vinta. Sono stata fortunata. Faccio un bel lavoro, ho avuto una vita straordinaria. Non credo sia giusto chiedere alla vita troppo. Penso che il vincitore debba essere una persona che ha veramente bisogno». 
Quindi la Lotteria come una via di fuga dalla crisi? Magari la vincesse qualcuno che ne ha realmente bisogno?
«Ecco, magari una persona che possa risolvere la vita sua e dei suoi familiari». 
Come si svolgerà la serata? 
«All’insegna della cucina. Quello è alla base: avremo sei portate. Gli antipasti, i primi di pesce, i secondi di carne e il dessert. Sono tutti piatti assolutamente riproducibili. Non facciamo cose assolutamente complicate. Abbiamo tanti vip: Amadeus, Pupo, Insinna, Barale, Rita Dalla Chiesa e Iva Zanicchi». 
Cosa migliorerebbe de «La Prova del cuoco»? 
«Sa devo dire, niente. E credo però che tutto sia migliorabile. Credo che alla fine "La prova del cuoco" sia una trasmissione carina, divertente, solare. Devo dire che tutti gli anni facciamo cambiamenti e novità. Io mi diverto molto a farla. E la voglio fare sempre in diretta. Mi pare che la vita entri nelle case. Quando ero in cucina si parlava anche di attualità».
Stiamo festeggiando la televisione. Lei il primo ricordo che ha del piccolo schermo quale è? 
«Una trasmissione del colore. Mi ricordo sempre, nel ’77-’78, il colore che mio papà aveva preso. Mi ricordo di aver visto questa signora che aveva una vestaglia azzurra. Non avevo mai visto il colore in vita mia. Abbiamo tanti ricordi». 
Il suo sceneggiato televisivo preferito. 
«"Il segno del comando" con Ugo Pagliai. Era ambientato in via Margutta. Non vivendo a Roma - sono una donna di provincia - la prima volta a Roma sono andata in via Margutta». 
Quale è stato il suo record d’ascolto?
«A parte il Festival di Sanremo, mi ricordo "La Prova del cuoco" il primo anno che siamo andati a mezzogiorno. Nessuno aveva mai avuto il 30 per cento di share». 
Il primo anno? 
«No, proprio il primo anno no. Quando ci hanno spostato a mezzogiorno. E poi "Ti lascio una canzone". Nessuno ci credeva a questo programma. E avevamo fatto il 39 per cento di share». 
Da chi dovrebbero prendere esempio i conduttori di oggi? 
«Ogni età ha le sue storie. Mi parlavano sempre di quelli che venivano prima di me. Oggi, come allora, ci sono le nuove generazioni di conduttori che hanno stile e caratteristiche diverse. Uno dei miei miti è stata Raffaella Carrà. Trovo che il suo sia un modo scanzonato di far televisione. Mi è sempre piaciuto molto. Devo dire che, la tv di allora, è stata sempre troppo recitativa». 
Cosa butta e cosa salva della televisione. 
«A me la tv piace. Ho un’antenna parabolica e guardo tutto il mondo. Non solo guardo i canali italiani ma anche quelli olandesi, belgi. Guardo i canali spagnoli, quella spagnola è molto più indietro ma, la nostra tv, è sempre qualitativamente buona. Guardo Sky, per un film. Mi piace come fanno lo sport. Guardo tutto. Non sono molto attratta dai dibattiti politici. Dopo un po’ mi annoiano quando litigano. E cambio canale. Non mi interessano le liti e quelle cose lì. Non mi piace il genere». 
L’ospite più divertente che abbia mai avuto. 
«Ne ho avuti talmente tanti. Uno che mi ha divertito talmente tanto è stato Cassano al Festival di Sanremo. O Vincenzo Salemme, che ha infarinato tutta la cucina di uova. Poi una volta che c’era un dromedario non riuscivo più a parlare dalle risate che mi sono fatta. E mi sono anche molto divertita».
Intervista di Simona Caporilliper "Il Tempo"

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