Antonella Lo Coco: la recensione di Fabio Fiume all’album “Geisha”

Creato il 06 aprile 2013 da Halixa @Halixa

Ci è voluto “stranamente” un po’ per arrivare al primo disco ufficiale di Antonella Lo Coco, ma l’attesa alla fine ha ripagato le aspettative, se il risultato è questo “Geisha“; la stranezza viene dal fatto che, essendo Antonella molto acclamata dopo la partecipazione alla quinta stagione di X Factor,  secondo la regola non scritta, ma fortemente in auge, avrebbe dovuto subito pubblicare un disco, anche poco rappresentativo, come spesso accade, ma comunque di sicuro successo, sfruttando la scia della popolarità più televisiva che musicale. Invece la Lo Coco, ha cercato la sua strada, lasciando al solo “Cuore scoppiato”, inedito pubblicato in occasione della finale, che le è valso tra l’altro un disco d’oro, il compito di tenere viva l’attenzione. E la strada l’ha portata verso una variopinta città di suoni elettronici e la produzione di campioni di stile quali Luca Vicini e Max Casacci, ovvero mezzo mondo Subsonica. Inutile dire che la voce di Antonella, limpida e precisa, ben si sposa con questo cappotto di synth, sotto il quale riesce a muoversi con agilità, cantando le sue verità, quasi fosse nuda, parafrasando l’attuale singolo in rotazione “Nuda, pura, vera”. Poco importa se Sanremo le ha chiuso le porte in faccia, non accettando “Un mondo nuovo”, bella ma forse un po’ pretenziosa per essere rappresentata su quel palco e svegliare le mummie della platea, anche se  proprio quest’anno… In “Geisha” si esplora il sentimento principale che regola ogni vita umana, l’amore, e lo si fa con uno sguardo completamente femminile, senza voyeurismi ed andando dritti al sodo, come in “Ti amavo per sempre”, scritta tra gli altri da Ermal Meta, leader da poco ex de’ La fame di Camilla, in cui si constata senza giri di parole la fine di un amore in cui stare assieme è solo farsi del male e “farti male è un po’ come morire”  ed ancora come si può porre punto ad una storia mantenendo una dignità di fondo:”il nostro tempo è alla fine, almeno diamogli un gran finale”. Tra gli autori anche Rudy Marra, ex bella speranza in musica di una ventina d’anni fa, ma oggi richiestissima firma, Marco Baroni già l’anno scorso a Sanremo che qui firma tra gli altri l’internazionale “Monsters” e la meno riuscita “Come si fa”  ed il costantemente in ascesa Emiliano Cecere, proprio per il singolo “Nuda, pura, vera”. Il brano migliore del disco è quello che stacca la presa dal ritmo e cioè “Via”; non che il brano sia propriamente un lento, ma non è certo la pista da ballo e sballo la sua location naturale. Il punto di forza di “Via”, nasce probabilmente proprio da quella che apparentemente è una dissonanza armonica; difatti l’apertura dell’inciso del pezzo vorrebbe Antonella seguire d’istinto la linea melodica e dispiegare la voce con la bella nota suggerita dalla progressione, tra l’altro tracciata con degli echi. Invece la Lo Coco, sceglie di troncare e la cosa a primo ascolto, forse pure a secondo, ci ha lasciati alquanto perplessi, sembrando quasi alla fine che mancasse qualcosa. Ed invece proprio questa particolarità ci ha fatto restare in testa la canzone, rendendola meritevole di un riascolto, un altro ed ancora un altro. E non è questo il segreto che rende buona e duratura una canzone pop?
Gli spazi per Antonella Lo Coco con tutta probabilità non saranno così tanti, soffocati dai nuovi talentosi concorrenti di ennesime edizioni di quei talent di ccui anche lei ha beneficiato, ma forse con un po’ di attenzione da parte dei direttori artistici dei network, un progetto come “Geisha” potrebbe non restare a prendere polvere tra gli scaffali dei negozi di dischi o in quelli digitali, dove forse non c’è la possibilità di prender polvere, ma di finire sotto naftalina in maniera anche più veloce si. Perchè? Perchè qui il progetto c’è per davvero.

Sette +



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