In esclusiva per Sky arte il racconto televisivo del percorso espositivo che si caratterizza per l’eccezionalità delle opere esposte e per l’inedita ampiezza cronologica dei confronti proposti. Uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento, che si concentra anche sulla profonda analisi dell’intelligenza poetica dell’artista che lo porta ad essere un singolare interprete dell’incontro tr
“ Nasce da una periferia – ci racconta il curatore della mostra, Federico De Melis – e questo implica la sua voglia di aggiornamento culturale e stilistico che lo porta a un’esplorazione continua e lo rende molto moderno”.
Antonello da Messina (1430-1479), nasce come Antonello di Giovanni d’Antonio, ovviamente nella città siciliana. Il Regno tardo-medievale di Napoli comprende anche la Sicilia, ed è in questo clima di transizione culturale che avviene per lui il passaggio al Rinascimento. ” Nasce in Sicilia, da un ambito stilistico culturale molto influenzato dalla Spagna e dalla pittura fiamminga, approda dalla Sicilia a Napoli dove di fatto si forma” e impara l’arte della pittura ad olio, affermandosi come uno dei pittori più brillanti del Quattrocento.
Curioso, intraprendente, molto siciliano, formatosi da questo punto di vista su una “cultura arretrata”, si innesta immediatamente nella corrente dell’arte europea e all’incontro con le grandi novità prospettiche dell’arte italiana. È da questo suo continuo peregrinare, che nasce dalla volontà incontenibile di aggiornamento stilistico che cresce, matura, e inventa una forma di sintesi pittorica. Diventa il punto di raccordo per l’Italia meridionale e il resto del mondo. Da quello fiammingo a Piero della Francesca. Quindi, punto di contatto tra nord e sud, capace di produrre una soluzione personalissima, e costringendo tanti suoi colleghi a confrontarsi con lui.
La mostra di Rovereto, grazie all’allestimento rivoluzionario colloca le opere del grande artista in un’esibizione piena di sostanza, una nuova lettura del percorso artistico del maestro, con molti prestiti internazionali,
Il viaggio museale propone al visitatore e al telespettatore uno studio articolato e una lettura innovativa della figura di Antonello da Messina attraverso l’analisi del contesto storico in cui nasce e vive, dei suoi esordi come pittore dapprima a Napoli e poi a Venezia. Momenti topici dell’iter stilistico dell’artista. Per la giovinezza, l’opera cardine è la Crocifissione di Sibiu – 1460 – dal nome della località in Transilvania dove era collocata fino al 1948, divisa in due piani di lettura, quello inferiore fiammingo e quello superiore di chiaro stile italiano. Un’opera emblematica della doppia anima dell’autore.
E poi c’è lei: l’“Annunciata”, il capolavoro di Antonello da Messina che secondo gli storici dell’arte esprime “per bilanciamento dei rapporti tra forma, colore e luce, un’idea di spazio del tutto nuova nell’arte europea” e che per la sua modernità rappresenta un punto epocale di svolta nella pittura. Un volto inafferrabile, nel quale troviamo un lato ignoto di noi stessi. Un volto contemporaneo. Una visione del tutto originale, dove, perduta ogni connotazione mistica la Madonna torna ad essere una donna in carne ed ossa. La mano destra, che diventa il momento centrale del dipinto, è protesa in avanti, appena sollevata dal tavolo dove stanno il leggio ed il libro. Con quel gesto Maria sembra voler dire a se stessa “così sia” mentre con l’altra mano chiude il velo sul seno, a voler serbare per Dio il suo spazio più intimo.
L’opera rappresenta uno dei traguardi fondamentali della pittura rinascimentale italiana. L’assolutezza formale, lo sguardo magnetico e la mano sospesa in una dimensione astratta ne fanno un capolavoro assoluto.