Antonio Gramsci, Ales, 22 gennaio 1891

Creato il 21 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Antonio Gramsci, nasceva ad Ales, provincia di Oristano, il 22 gennaio 1891. Il suo nome è indubbiamente legato al Partito Comunista Italiano ma non solo infatti tra i suoi scritti sono annoverati i migliori studi di analisi politico culturale della società dei primi del 900  con una lettura in chiave marxista.Di Gramsci si ricorda in modo particolare il concetto di egemonia culturale  secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l’obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso.Gramsci è stato deputato nel 1924, poi, arrestato, perchè “Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”; e infatti Gramsci,  è stato  condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione; il 19 luglio raggiunse il carcere di Turi, in provincia di Bari. Gramsci è di salute cagionevole, soffre del noto morbo di Pott, arteriosclerosi, soffriva di ipertensione e di gotta.

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Il 21 aprile 1937 Gramsci verrà  dalla libertà condizionata alla piena libertà, ma era ormai in gravissime condizioni:muore in modo misterioso  all’alba del 27 aprile, a quarantasei anni, si è detto di  emorragia cerebrale, nella stessa clinica Quisisana.

Il 22 gennaio 2012 ricorre l’anniversario della nascita di Antonio Gramsci Mediterranews lo ricorda con una delle sue lettere

Carissima mamma,

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sto per partire per Roma. Oramai è certo. Questa lettera mi è stata data appunto per annunziarti il trasloco. Perciò scrivimi a Roma d’ora innanzi e finché io non ti abbia avvertito di un altro trasloco.
Ieri ho ricevuto un’assicurata di Carlo del 5 maggio. Mi scrive che mi manderà la tua fotografia: sarò molto contento. A quest’ora ti deve essere giunta la fotografia di Delio che ti ho spedito una decina di giorni fa, raccomandata.
Carissima mamma, non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi. Che tu comprendessi bene, anche col
sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione. Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente.
La vita è cosí, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.
Ti abbraccio teneramente.
Nino
Ti scriverò subito da Roma. Di’ a Carlo che stia allegro e che lo ringrazio infinitamente.
Baci a tutti.

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