Anziani, sposati e pensionati Ecco le nuove vittime dell'Aids

Da Terzosettoresocialnetwork @TerzoSettoreSN

Ha 70 anni, è sposato, in pensione e passa le sue giornate con i nipotini. Suona strano ma è questo il nuovo identikit del malato di Aids. L'insolito allarme riguarda gli anziani, che scoprono di essere stati contagiati solo quando il virus dell'Hiv è ormai conclamato e degenerato. Magari si ammalano di polmonite, poi guariscono e si riammalano nel giro di pochi mesi. Allora il medico consiglia il test dell'Hiv, giusto così, per precauzione. E arriva l'amara sorpresa, totalmente inaspettata. Un colpo duro da digerire per l'intera famiglia del nonno.


A quanto pare i contagi, frutto di scappatelle occasionali e sesso non protetto, non sono casi isolati. L'Asl calcola che in Lombardia i malati di Aids over 65 siano il 10% del totale. Un dato insolito e, purtroppo, in crescita. Per questo la campagna di prevenzione sarà rivolta anche alla categoria dei pensionati e non solo ai giovani. «L'importante - spiega Gianmarino Vidoni, direttore del centro di riferimento Hiv dell'Asl di Milano - è che l'attenzione sul problema del contagio resti viva. Non possiamo parlarne solo a ridosso del primo dicembre, la giornata mondiale contro l'Aids».


A preoccupare i medici sono soprattutto due aspetti: né i giovani né gli adulti usano precauzioni e, fattore ancora più allarmante, un malato su tre non sa di essere sieropositivo. Questo comporta altri contagi a catena. Milano resta la città con il maggior numero di casi di Aids: il 13% di quelli italiani. In Lombardia, ogni anno, spiegano gli esperti dell'Asl, sono circa 600 i nuovi sieropositivi: l'infezione risulta più frequente negli uomini con un picco nella fascia d'età 30-39 anni. Le donne hanno acquisito l'infezione per via sessuale nell'86% dei casi, gli uomini per via omosessuale nel 47% dei casi e per via eterosessuale nel 40%.


E se si considerano i casi di Aids dall'inizio dell'epidemia al 2010, la provincia più colpita è Milano, che conta 8.378 casi su un totale nazionale di 62.617 casi. «La gente - spiega Vidoni - ha meno paura dell'Hiv. Sa che ci sono i farmaci e che non si muore più come una volta». I costi per seguire gli oltre 25mila sieropositivi lombardi sono altissimi: la Regione Lombardia parla di 194 milioni di euro spesi nel 2011, a fronte di 92 milioni nel 2004.


La regione detiene un record anche per i casi di sifilide e blenorragia, entrambe a trasmissione sessuale, registrando rispettivamente il 45% e il 53% delle notifiche totali in Italia. Assieme all'Asl e alle associazioni, anche il Comune scende in campo per fare prevenzione: sono in programma test gratuiti della saliva, incontri con gli studenti, serate di sensibilizzazione nei locali. E le farmacie comunali distribuiranno profilattici gratis o a prezzi scontati. «Siamo riusciti a riunire le associazioni che si occupano di Aids attorno a un tavolo coordinato dal Comune - spiega l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino - Questo servirà ad aumentare le azioni comuni».

Il Giornale.it Milano


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