Aosta non crede alle lacrime

Creato il 27 agosto 2010 da Patuasia

Ingresso di un Pub a Londra. I nostri bar sono così fioriti e curati?

A quanto pare per molti commercianti e ristoratori di Aosta la stagione è andata a male. Si lamentano. Loro secolare abitudine. Erano disperati anche quando via De Tillier era stata chiusa al traffico. Lacrime e sangue quando lo stesso destino fu seguito da via Eduard Aubert e via sant’Anselmo. Piangere è una loro prerogativa. Non di tutti, ma di molti. Altra abitudine è sperare. In cosa non si sa. La parola magica è: Movida. Come, se una città diventasse turistica grazie alla sola magia di locali aperti e scoreggianti musichette a palla. Non passa loro per l’anticamera del cervello che una città può diventare attraente solo se è bella! Con dei buoni servizi e un’offerta di alta qualità. Nonché di buone idee che non siano quelle riciclate da altri contesti dove sono venute a noia. L’immagine che hanno di città si riduce al basso profilo di una discoteca a cielo aperto o di una perenne baraccopoli. Quella dell’intera Regione a un parco di divertimenti.