Aperte le Comunarie finali del Cinque Stelle. Votate Enrico Stefàno (ma tanto non cambierà nulla)

Creato il 23 febbraio 2016 da Romafaschifo

Avete ancora qualche ora per votare Enrico Stefàno alle Comunarie del Movimento 5 Stelle. Oggi sono state aperte le votazioni e tutti gli scritti al partito di Grillo possono votare fino alle ore 19. Tra i 5 candidati in lizza, come abbiamo spiegato più volte, siamo convinto che Stefàno più di altri possa interpretare la necessità di alcuni cambiamenti radicali in questa città su questioni che si sono incancrenite a tal punto da essere considerate assolutamente normali e ineluttabili da quasi tutti, compresi probabilmente molti degli altri candidati pentastellati.

D'altronde Stefàno parte avvantaggiato, dal nostro personalissimo punto di vista, per essersi occupato durante gli ultimi due anni delle faccende più cruciali che attanagliano la città stringendola in una morsa mortale: il commercio (inteso in senso lato, dalle bancarelle ai cartelloni passando per i tavolini dei ristoranti) e la mobilità. Questi sono i temi per antonomasia. Tutto deriva da questo. Tutto parte da questo. 

Per lui dunque, in caso di non vittoria, si auspica un assessorato molto ma molto potente, modulato su questi temi. D'altro canto la vittoria finale del M5S non è solo probabile, ma a questo punto - vista la campagna elettorale fin'ora rivoltante degli altri partiti e visto lo storico degli altri partiti - addirittura auspicabile. Con ogni probabilità di qui in avanti tiferemo Cinque Stelle, vi avvisiamo. Lo faremo ammenoché il candidato sindaco che scaturirà stasera non inizierà a dire cacchiate indifendibili. Ma in caso contrario chiederemo a chi ci dà retta di proporre a questo giro un cambiamento il più radicale, sebbene rischioso, possibile.

Stefàno è stato forse l'unico consigliere comunale che nella scorsa consiliatura ha fatto quello che dovrebbero fare tutti i consiglieri eletti e gli assessori: prendere l'aereo, andare all'estero, capire come a una, due o al massimo tre ore di volo da qui hanno risolto gli stessi nostri problemi. Lo ha fatto con lucidità e continuità ricavandone un'idea di amministrazione sana. I problemi di Roma, infatti, sono unici. Ma non sono inediti. Sono unici perché esistono ormai soltanto a Roma. Non sono inediti perché sono problemi che tutte le altre grandi metropoli occidentali hanno avuto con la differenza che loro li hanno risolti. Talvolta anche da decenni.

Detto ciò stiamo dicendo che con un sindaco di rottura come Stefàno (o con qualsiasi altro sindaco del Cinque Stelle) possa cambiare davvero le cose? Purtroppo no. Fino ad un certo punto forse, ma il grosso del degrado, dell'illegalità, della violenza, della prepotenza non è intaccabile. Non lo è perché si vuole che resti così, lo si vuole a livello nazionale. 

Ci conferma questa visione apocalittica che ci siamo fatti una notizia di oggi: la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza, pubblicata qualche giorno fa, che limita ulteriormente l'attività degli "ausiliari della sosta", tra le figure più odiate non solo dai cittadini che li considerano delle sanguisughe (quando invece basterebbe posteggiare l'auto in maniera civile), ma a quanto pare anche dai giudici. La sentenza parte da una multa affibbiata a Torino (dopo che il Comune aveva deliberato che i vigilini potevano multare anche nelle aree circostanti le strisce blu) ad un'auto parcheggiata sul marciapiede. Dopo tutti i gradi di giudizio la Cassazione ci ha spiegato che quel vigilino, sebbene autorizzato dal Comune di Torino con tanto di delibera, non poteva sanzionare quella vettura. L'attività di pianificazione strategica dell'amministrazione torinese è stata annullata e la sentenza vale per tutto il territorio nazionale: i comuni non possono inasprire la lotta contro la sosta selvaggia (per farlo dovrebbero assumere più Vigili ufficiali, cosa resa impossibile da patti di stabilità e altro). Dunque anche se ci fosse Batman a fare il sindaco, si troverebbe ad operare in uno stato in cui sanzionare chi parcheggia sul marciapiede è impossibile per legge. Dice: ma la Cassazione semplicemente applica la legge esistente, che semmai andrebbe adeguata. Verissimo, ma la legge (si chiama Codice della Strada ed è una legge dello stato) dice anche qualcosa su chi sosta sul marciapiede e questo qualcosa andrebbe applicato tanto quanto vanno applicati i limiti dei vigilini. Tra l'altro questo qualcosa è stato recentemente depauperato con ignobili sconti per chi paga per tempo, incoraggiando così la sosta selvaggia che è una delle ipoteche che impediscono ad un amministratore di fare regolarmente e con successo il proprio lavoro, specie a Roma.
Il prossimo sindaco non potrà agire, non potrà impattare, non potrà incidere, non potrà intaccare realmente la situazione. Deve grosso modo, salvo dettagli, restare tutto così. Per legge.