Magazine Hobby

Apertura della Trota. Un rito dal fascino irresistibile

Da Pietroinvernizzi

Quella delle quattro stagioni è una convenzione priva di senso, comoda per dare titoli ai film e scandire le passerelle della moda. Il tempo è circolare e non solo in termini Nietzschiani, anche intendendo la quotidianità o la ciclicità meterologica o quella piccola grande rotazione nello spazio che amiamo definire "anno". L'unica vera distinzione dell'arco tempo che abbia un senso ed un significato in termini fisici e metafisici è, chiaramente, quella che divide la vita intera in: "Stagione della pesca alla trota" e "Attesa".
L'una si magnifica nell'altra. Gotthold Ephraim Lessing, un tedesco che amava scrivere sulle Smemoranda delle adolescenti, disse: " L'attesa del piacere è essa stessa piacere"; io aggiungo: "il piacere è tale se alternato alla sua attesa".
Non c'è il bene senza il male, non c'è gioia senza dolore, non c'è bestemmia senza preghiera, non c'è "apertura" senza "chiusura". L'equilibrio è Yin e Yang. La dicotomia spiega l'unità. L'uno è il tutto. Le due stagioni sono le due facce della stessa medaglia: la medaglia si chiama Pesca alla Trota. La pesca alla trota è, per il pescatore di trote, una definizione della sua vita. Il resto è accessorio, la vera passione è sostanziale.

Un altro tipo in gamba, Socrate, molti anni fa diceva " Una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta "; questa è la più grande verità e di fatto la ricerca della verità sarà essa stessa la nostra verità. Il pescatore ricerca pescando ed è un pescatore ancora ingenuo se pensa di ricercare catture. Non importa né l'età né quanti e quali pesci abbia catturato, è un fanciullo inesperto se crede davvero che la cattura sia il fine della sua ricerca, la cattura è il mezzo; il mezzo che testimonia il progresso compiuto, la cattura è il mezzo che prova al pescatore di aver fatto un passo avanti nella ricerca. La ricerca della conoscenza, della comprensione della natura e del nostro ruolo in essa. Di fatto il pescatore cerca nella cattura la conferma di essere un bravo pescatore, il pesce è il messaggero di questa conferma o smentita.

Chi aspetta l'apertura per avventarsi sui pesci appena immessi, chi dall'apertura pretende immissioni generose e pronte catture, non è una cattiva persona e non è che ami la pesca meno di altri, è solo un pescatore che ancora non si è posto le domande giuste! La prima domanda è: perchè ti piace pescare? Una risposta sarà senz'altro: perchè mi piace catturare pesci. La seconda domanda è: perchè ti piace catturare i pesci? Trovare una risposta esaustiva e sincera, che non si accontenti di un "è divertente" o di un "per mangiarli" è un compito arduo e gratificante che ogni pescatore dovrebbe prefiggersi. Cercando la risposta scopriremo che la domanda stessa è parte della risposta.

Il pescatore è un privilegiato perchè dialoga costantemente con il fanciullino che è in noi, senza scomodare i poeti del '900, diceva il discepolo del tipo in gamba, un certo Platone: " È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi [...] ma lagrime ancora e tripudi suoi ", il pescatore si emoziona e vive con la spontaneità dei puri. Il pescatore nella pesca può, a suo piacimento, scappare dalla realtà contingente in semplice evasione o reinterpretare tutta la realtà della vita dando senso al tutto nelle forme dell'acqua.

Il pescatore fanciullino è privilegiato perchè quando compra un'esca da pochi soldi si è comprato un tesoro, quel regalo ambitissimo che sognava da piccolo e che continuerà sempre a sognare. Il pescatore di trote nell'attesa rivive per tutta la vita la magia dell'avvento! Ricordate quando credevate a Babbo Natale? Ricordate quando sapevate con una rassicurante certezza che quel giorno sarebbe stato bellissimo, perchè vi sarebbero arrivati i regali, l'affetto dei parenti e avreste avuto tutte le attenzioni e vi sareste abbuffati di cibo delizioso per poi correre a giocare con tanti giochi nuovi? Quel giorno era fantastico e l'attesa di quel giorno era una deliziosa tortura, iniziava constatando che si faceva buio presto ma le strade si erano illuminate di lucine colorate, i giorni erano scanditi da caselline aperte sul calendario, trepidando nel desiderio di sogni realizzati...
Il calendario dell'avvento del pescatore di trote, inizia passate le feste del Natale! Un giorno dopo l'altro più vicino al momento, si prepara tutto meticolosamente, si deve essere pronti quella mattina. L'attrezzatura è passata in rassegna, ci si confronta con amici e negozianti, eppure sembra sempre manchi qualcosa... un'esca, il filo giusto, la conferma di un amico che dovrebbe raggiungerci, la scelta del posto esatto o chissà cos'altro.

Il giorno arriva ed il pescatore consapevole sa che non è un buon giorno per catturare, è ancora inverno, l'acqua è gelida, ma la gioia della celebrazione rituale della pesca alla trota è incontenibile. Sono ancora settimane in cui è bene non mettere nemmeno un piede in acqua per non rovinare fregole, in cui non dovremmo stressare le regine, ed evitare le marmorate. Sono ancora settimane in cui al fiume dobbiamo approcciarci in punta di piedi, quasi in contemplazione, dovrebbe essere un corteggiamento al fiume più che un assalto!

Ecco, non è andata come doveva... volevo fare un articolo sui preparativi per l' "apertura della trota a spinning", invece ho iniziato a perdermi in pensieri su cosa significa per me essere un pescatore di trote e di preparativi non ho detto nulla... Non mi resta che invitare tutti a leggere i consigli che l'anno scorso su questo blog hanno dato 5 grandi pescatori!
In sintesi è bene ripetersi questo mantra: per catturare si deve essere silenziosi, indugiare nelle buche, nell'acqua lenta, scegliere esche lente e vicine al fondo oppure di reazione, ma sempre lente. Per rispettare il momento: piede asciutto, limitare al massimo i tempi di recupero dei pesci e slamarli con particolare cura considerando che in questo periodo sono indeboliti da freghe ed inverno.

Magari potreste anche rileggervi come sono andate le ultime 3 aperture dell'Anonima Cucchiaino, molto è cambiato in noi in soli tre anni: l'apertura del 2011 che ci vedeva alla scoperta di mondi nuovi e si concluse con un sonoro cappotto, l'apertura 2012 che vide una fario da 39 centimetri scura e arrabbiata abboccare agli ultimi istanti di una lunga giornata e quella del 2013 dove l'impresa epica di aver affrontato una bufera di neve all'alba è stata ripagata da pasciute iridee.

L'apertura 2014 non sappiamo se prenderemo qualcosa e forse non ci importa neppure troppo, il cappotto invernale è sempre in agguato, ma sappiamo per certo che settimana prossima avremo un'avventura da raccontare. Abbiamo serrato i ranghi delle esche, ribobinato i mulinelli, controllato le canne, i permessi, moschettoni ami e ancorette, l'abbigliamento e il pernottamento, abbiamo studiato il territorio, abbiamo riflettuto sul perchè ci piace pescare, insomma stiamo dando di matto. Per finire faremo un sopralluogo il giorno prima e la sera, aiutati dall'acqua di trota (grappini), studieremo la strategia... noi siamo pronti, pronti a divertirci, pronti a lasciarci alle spalle tutte queste chiacchiere e ad essere sorpresi ancora una volta con la mente libera, appesa solo al filo che recupera l'esca.

Rendiamo grazie al sacro rito dell'Apertura. Amen.

Rock'n'Rod
See you spoon
In Rod We Trust

Per capire meglio chi sia "il pescatore di trote" sono da leggere tre libri strepitosi che abbiamo recensito: " My moby Dick", " Come si pesca la trota" e " Pesca alla trota in America "


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :