Apertura partita Iva con Regime dei Contribuenti Minimi: La Guida Fiscale, i vantaggi e le novità

Da Raffa269

Aprire la partita Iva applicando il regime dei minimi è una opportunità introdotta dal fisco per i liberi professionisti che rispettano alcune condizioni e requisiti e a cui sono concesse delle agevolazioni fiscali attraverso l'applicazione di una imposta sostitutiva del 15% sui ricavi ed una riduzione degli oneri amministrativi con l'esenzione della compilazione di alcuni registri. Vi ricordo che dal primo gennaio 2015 scatta il nuovo regime dei minimi con tassazione al 15%. In basso trovate il pulsante per accedere all'articolo di approfondimento al nuovo regime.

Leggi l'articolo sul nuovo regime dei minimi che potrebbe entrare in vigore dal 2015 con aliquota al 15%

Nuovo regime dei Minimi Guida

Quali sono i vantaggi del regime dei contribuenti minimi

Il primo vantaggio si rintraccia nell'applicazione di una imposta sostitutiva secca del 15% a titolo di Irpef, Ires, Iva ed Irap e in luogo della tassazione per scaglioni di reddito irpef ben più alti anche se non conveniente come il precedente regime dei minimi in vigore fino al 2014 con aliquota al 5%.

Inoltre saranno previsti delle semplificazioni ai fini delle imposte dirette in quanto saranno esonerati dalla tenuta delle scritture contabili e dalle registrazioni nella tenuta dei libri contabili, registri e scritture contabili che saranno praticamente azzerati e prevedendo quasi esclusivamente gli obblighi dichiarativi relativi al modello unico e per il quale dovrete compilare il quadro CM.

Tuttavia ai fini Iva permangono gli obblighi di fatturazione e di numerazione o di certificazione dei corrispettivi e l'autofatturazione e sembrerebbe anche permanere quello di presentazione degli elenchi Intrastat.

Chi può aderire al regime dei contribuenti minimi

Iniziamo con il dire che coloro che vogliono iniziare la propria attività dal 2015 non dovranno più rispettare tutti i requisiti sotto riportati per i contribuenti minimi valido fino al 2014 ma dei nuovi coefficienti che dipenderanno dal coefficiente di attività ateco che avete utilizzato al momento dell'apertura di partita Iva. Scompare quindi un solo limite dei ricavi che ora si declina in più limiti.

Acquisto beni strumentali nel triennio superiori a 15 mila euro: una causa di esclusione dai minimi da tenere d'occhio

Chiarisco subito che i 15.000 euro si devono ritenere quelli derivanti dall'utilizzo di beni mobili (ex autoveicoli o mezzi) ed immobili (uffici, studi,ecc) adibito all'attività di impresa e quindi strumentali e con questo intendo dire che se acquistiamo una macchina del valore di 20.000 euro a la adibiamo ad un utilizzo promiscuo dovremmo stimare quale sarà l'utilizzo strumentale e sulla base di questa percentuale calcolare quale valore rileverà ai fini del limite. Se supponiamo un utilizzo pari al 50% dell'attività strumentale allora considererò ai fini del limite solo 10.000 euro.

Attenzione ai canoni di affitto dello Studio

Anche i canoni di affitto dello studio rientrano nel calcolo del limite, almeno così è quanto emerge da un articolo letto dalla circolare 7/E del 2008 dell'agenzie delle entrate anche se devo dire che non mi trova assolitamente d'accordo per via del fatto che sto acquistando si la disponibilità di un bene strumentale ma non della sua proprietà e nemmeno ne avrei la possibilità di farlo trascorso un certo numero di menislità come avviene nel contratto di leasing per cui stiamo parlando di un contratto di affitto per la fruizione di un qualcosa. Allora lo stesso principio andrebbe applicato all'acquisto di un biglietto dell'autobus utilizzato per andare nello studio?!?! Mah...

Esclusioni per chi applica i regimi speciali dell'Iva

Coloro che sono esplicitamente esclusi sono invece coloro che intendo applicare il regime dei minimi ma rientrano in uno dei regimi speciali di applicazione dell'Iva (esempio, agenzie di viaggio, editori, Sali e tabacchi, ecc) oppure coloro che non risultano essere residenti fiscalmente nel territorio Italiano.

I tre anni precedenti ed il regime dei minimi

Quel passaggio della norma che parla di tre anni precedenti letto insieme alla predizposizione di un regime valido solo per coloro ch ehanno aperto la partita iva dopo per esempio 2008 inizialmente non capivo come intepretarlo, ma poi conforntandomi anche con altri colleghi mi sono convinto che questo potrebbe accogliere il caso di un professionista che svolgeva in passato attività sotto partita Iva ma che prima del 2008 l'ha cessata ed ora si trova a volerla riarpire. In questo caso non mi parrebbe esservi alcun problema per l'avvio della nuova attività sotto il regime dei minimi avendo oltrepassato o scontato il limite temporale dei 3 anni rispetto alla precedente attività.

Prestazioni occasionali e regime dei minimi

Se avete svolto prestazioni occasional nell'intervallo di tempo 2008 2011 ed ora volete accedere al nuovo regime dei minimi dovreste a mio avviso verificare prima di tutto di voler svolgere un'attività nuova rispetto a quella precedente ed inoltre verificare se avete già fruito di qualche anno del regime dei minimi in modo da scalarli dai cinque di durata naturale del regime, semprechè non abbiate meno di 35 anni, caso in cui vi permette di fruirne fino al compimento di tale età.

Precedente lavoro come dipendente

Nonostante nella norma c'è intravede una limitazione tout court per l'accesso anche per i lavoratori dipendenti a mio avviso questa limitazione vale solo nel caso in cui l'attività nuova che si vuole svolgere nell'ambiro del regime fiscale agevolato dei miimi non ne sia una mera prosecuzione, indipendentemente da fatto che il lavoro sia cessato dalla mia volontà. Nel caso invece ho perso il lavoro o sono in mobilità allora posso accedervi comunque anche se rappresenta una mera prosecuzione del vecchio lavoro da dipendente.

Esclusione di alcune attività dal regime dei minimi

Dalla lettura del testo normativo si può risalire anche ad esclusioni inbase alla natura dell'attività svolta che possiamo riassumere in attività agricole e connesse, (cfr artt. 34 e 34-bis del DPR 633/1972), pesca, vendita di sali e tabacchi (cfr art. 74, comma 1 del DPR 633/1972), rivendita di beni usati, di oggetti d'arte, d'antiquariato o da collezione (cfr art. 36, DL 23 febbraio 1995, n. 41), agenzie di vendite all'asta di oggetti d'arte, antiquariato o da collezione (cfr art. 40-bis, DL 41/1995), il commercio dei fiammiferi (cfr art. 74, comma 1, DPR 633 del 1972), editori (cfr art. 74, comma 1, D.P.R. 633/1972), gestione di servizi di telefonia pubblica (cfr art.74, comma 1, D.P.R. 633/1972), rivendita di documenti di trasporto pubblico e di sosta (cfr art. 74, comma 1, DPR 633/1972), intrattenimenti, giochi e altre attività (cfr tariffa del DPR 26 ottobre 1972, n. 640 e art. 74, comma 6, DPR 633/1972), attività delle agenzie di viaggi e di turismo (cfr art. 74-ter, DPR 633/1972), agriturismo (art. 5, comma 2, Legge 30 dicembre 1991, n. 413) e le vendite a domicilio (cfr art. 25-bis, comm a6, DPR 29 settembre 1973, n. 600).

Come aderire al regime dei contribuenti minimi

Per l'adesione al regime dei minimi teoricamente è necessario al momento dell'apertura della partita Iva con il software AA7/10 AA9/10, indicare l'opzione contribuenti minimi, ma qualora non ne siate a conoscenza al momento dell'apertura ricordate che è salvo il comportamento concludente del soggetto che adotta in fattura nella quale, rispetto ad una fattura normale vedremo che il titolare della partita Iva dovrà comportarsi in modo differente da un professionista ordinario.

Potete leggere l'articolo di approfondimento dedicato all' iscrizione al regime dei contribuenti minimi.

Come fattura un contribuente Minimo

Rispetto alla fattura di un soggetto che fattura secondo le regole ordinarie e che come vedremo ha come prima linea della fattura gli onorari, a cui applicherà eventualmente una percentuale di contribuzione previdenziale, l'Iva supponiamo del 20% e per finire sottrarrà la percentuale trattenuta a titolo di ritenuta d'acconto dal sostituto di imposta, nel regime dei minimi invece avremo una fattura più semplice in cui in primis non avremo il rigo dedicato all'Iva e non avremmo neanche quello dedicato alla ritenuta d'acconto subita.

Visualizza la guida Fiscale alla fatturazione con esempi di fattura compilabili

Avremo tuttavia un rigo finale pari al 15% a titolo di imposta sostitutiva che andrà ad abbattere il compenso percepito. La ritenuta subita andrà tel quel in dichiarazione dei redditi che come vedremo, nella maggioranza dei casi chiude con un piccolo credito ogni anno in relazione agli acquisti e alle spese e costi che subiamo nel corso dell'esercizio.

Inoltre la sostitutiva del 15% copre anche il pagamento dell'Irap, oltre che Iva, Irpef, e addizionali regionali e comunali, ma non i contributi previdenziali che pertanto continueranno ad essere dovuti o alla propria cssaprevidenziale o all'INPS. IN tal modo si supera ampiamente il 20% di tassazione e forse credo vi stiate rendendo conto che tra scaglioni irpef e contributi previdenziali la tassazione sfiora il 50% se non addirittura la supera.

Consigli pratici: vi consiglio anche di leggere l'articolo dedicato ai primi passi per l'apertura della partita Iva che vi spiega come procedere in pratica alla scelta de moduli e le modalità di compilazione. Vi troverete poi ad aver a che fare con il calcolo dell'Acconto irpef, irap, Iva contribuenti Minimi, e vi potrà servire anche la Guida Fiscale alla fatturazione con esempi di fattura compilabili, per muovere i Primi Passi apertura partita Iva

Sintesi detrazioni per libero professionisti con partita Iva
Regime Fiscale Super Minimi Under 35

Ti è piaciuto l'articolo? Per continuare a dare informazioni in modo gratuito, condividi questo articolo tramite i pulsanti qui sopra!


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :