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Apocalisse lunedì in consiglio comunale contro la privatizzazione dell’acqua. Le opposizioni si uniscono per ribaltare il golpe perrista: “Enorme forzatura: ora si riveda il parere espresso nel Cda”. Lotta dura a chi froda gli elettori dei referendum

Creato il 16 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

La minoranza in Comune porta la questione del voto espresso nel cda  nel prossimo consiglio comunale. Depositato ordine del giorno. 

La decisione assunta a maggioranza rappresenta una evidente forzatura, visto l’andamento anche delle precedenti assemblee dei sindaci, determina uno strappo quasi irreparabile nel territorio e tra i sindaci e i cittadini, è una assurda presa di posizione ideologica in un momento di grande incertezza sul quadro politico sia provinciale che regionale.

L’Assessore Bordi e il Sindaco Perri nel prossimo consiglio comunale ci devono spiegare il perchè di quest’accelerazione. Nell’ordine del giorno inoltre chiediamo al Sindaco di chiedere la convocazione dell’assemblea dei sindaci e di garantire una reale espressione del parere da parte dei rappresentanti eletti dai cittadini  e di rivedere, in virtù del percorso attuato e condiviso con i sindaci verso la creazione di una società unica dell’acqua, il parere espresso nel Cda del 11 ottobre.

Ecco l’ordine del giorno depositato oggi firmato da Daniele Burgazzi, consigliere comunale e segretario cittadino Pd, Ferdinando Quinzani, Santo Canale e Giancarlo Schifano

Ordine del giorno

 

Nel Cda dell’Ato, il comune di Cremona è rappresentato dall’assessore Bordi e l’orientamento della giunta Perri sulla gestione dell’acqua è sempre stato ambiguo, tanto che la posizione del capoluogo di provincia si è espressa sulla nuova società di gestione del ciclo idrico con voti di astensione, contrari, e da ultimo quello favorevole dello scorso 11 ottobre.

L’ 11 ottobre, infatti, il consiglio dell’Azienda speciale per la pianificazione e la regolazione dei servizi idrici ha approvato con il voto favorevole anche del Comune di Cremona, rappresentato dall’assessore Bordi, un ordine del giorno con il quale vengono adottate le deliberazioni n.6 e 7 del 10 e 15 novembre 2011 del consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito.

Si ricorda che la deliberazione n.6 del 10.11.2011, recante “Aggiornamento del Piano d’ambito: definisce la proposta di modello gestionale, da sottoporre alla conferenza dei comuni e alla Provincia”, ossia

la cosiddetta “società mista pubblico privato” cosi definita: “la parte pubblica sia rappresentata da un unico soggetto giuridico al quale potranno partecipare anche le società patrimoniali pubbliche del territorio, e con l’individuazione a mezzo gara di un socio privato cui assegnare una quota di partecipazione pari al 40%.

Tale adozione trova la sua pretestuosa ragione nel fatto

che la Conferenza dei sindaci, nei termini dei 30 giorni statuito dall’art.48 comma 3 della Legge Regionale n. 3/2003, non ha espresso un proprio parere in merito sia alla proposta di modello gestionale che alla proposta di aggiornamento del piano d’ambito di cui alle deliberazioni 7/2011 e 6/2011 del Consiglio di amministrazione dell’ufficio d’ambito.

(dall’odg cda 11.10.12 punto 4/bis – Adozione documento di aggiornamento del piano d’ambito de cui alla propria deliberazione n.7 del 15 novembre)

Tale decisione assunta a maggioranza

rappresenta una evidente forzatura, visto l’andamento anche delle precedenti assemblee dei sindaci (si ricorda quella piuttosto “vivace “ del 12 dicembre 2012),

contraddice la mozione del consiglio provinciale del 21 dicembre 2011 dove è stata approvato all’unanimità un ODG che rimette pienamente in gioco  l’opzione della gestione pubblica ed in house del ciclo idrico, nel quale viene richiamato il valore politico ed istituzionale della Conferenza dei sindaci del 12 dicembre, che proponeva di ritirare il piano d’ambito contenente il modello   gestionale  della società mista,

determina uno strappo quasi irreparabile nel territorio e tra i sindaci e i cittadini

è una assurda presa di posizione ideologica in un momento di grande incertezza sul quadro politico sia provinciale che regionale.

Considerato che

Il territorio stava  procedendo, come affermano vari sindaci, in maniera coesa, pure all’interno di un confronto vivace e anche carico di preoccupazione, verso la costituzione della nuova “società unica provinciale” dell’Acqua.

Il tavolo dei sindaci si è confrontato con il presidente e il vicepresidente di Padania Acque in più occasioni e mai, in tale tavolo, sono stati fatti riferimenti anche impliciti alla scelta di un modello gestionale.

Lo studio affidato alla società KPMG non è ancora stato portato a compimento né, per come sinora è stato illustrato all’interno del tavolo politico dei Sindaci e pure in sede assembleare, risulta che operi scelte rispetto ad uno specifico modello gestionale.

lo stesso piano industriale non è ancora stato completato né illustrato compiutamente né approvato dai sindaci del nostro territorio.

Ricordato il responso di un referendum popolare che ha sancito in maniera inequivocabile come l’acqua sia un bene comune e in quanto tale essa debba rimanere pubblica anche nella gestione.

Preoccupati per l’enorme forzatura di cui si è fatto complice il Comune di Cremona e viste le giustificazioni rilasciate a caldo dall’assessore Bordi: “il voto  è stato deciso in giunta. Dovevamo decidere urgentemente, i tempi sono stretti, si rischiano sanzioni europee. I Comuni non possono avere finanziamenti dalle banche. L’acqua pubblica? Tutte le ideologie sono opinabili”

il Consiglio Comunale impegna il sindaco

a motivare le ragioni di questa accelerazione e a spiegare perché il voto del comune di Cremona è diventato improvvisamente favorevole.

a chiedere la convocazione dell’assemblea dei sindaci e a garantire che ci sia una reale espressione del parere da parte dei rappresentanti eletti dai cittadini.

a rivedere, in virtù del percorso attuato e condiviso con i sindaci verso la creazione di una società unica dell’acqua, il parere espresso nel Cda del 11 ottobre.

Daniele Burgazzi

Ferdinando Quinzani

Giancarlo Schifano

Santo Canale

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