Apologia dell'inquietudine/6

Creato il 09 aprile 2012 da Gianlucaweast @gianlucaweast

 La fine di L. 


Sesta puntata del nostro racconto. Lo scrittore, trascorsi alcuni giorni di ferie (non ha detto dove), mi manda la descrizione dell'epilogo dell'esistenza di L. E io pubblico. 
La porta si era aperta. Guardalo. Guardalo. E guardalo. La figura nera se ne stava immobile sulla porta e guardava L. Sembrava un pesce d'altura imbalsamato e sistemato su una parete. Un trofeo per figli, nipotini e figli dei nipotini. Immobile nel solo istante della sua vita che sarebbe stato ricordato. Per sempre. Con tutte le cose che ci sarebbero state da dire. Da sottolineare. Da spiegare. Da rivangare. Diciamolo: da ricordare. Niente. Sarebbe finita così, dentro una cornice inchiodata alla parete di una baita in riva al mare. Metafora, si capisce. Perché la casa di L. era in centro città e attorno a lui, in quell'istante, respiravano due milioni di persone. Tutte insieme. Un frastuono insopportabile di polmoni che si riempieno e si svuotano d'aria. In. Out. Lui avrebbe soltanto ancora inspirato. I suoi occhi lo sapevano. L'avevano saputo prima del suo cervello. La figura vestita di nero fissava L.
E L. ricambiava lo sguardo. Si era sempre creduto invincibile. Impenetrabile. Un duro che ci sapeva fare. Con la vita. E con i vivi. Adesso non sapeva più nulla. Stringeva nella mano destra la maniglia della porta. Due punti. L'aria gli usciva dai polmoni, tutta quanta, e poi una volta ancora rifaceva ritorno, dentro, al caldo, faceva il pieno. Adesso L. aveva la faccia di un pesce lesso. Oooooo. Altro che pesce d'altura. I polmoni facevano il pieno per l'ultimo viaggio, verso un luogo sconosciuto.  La figura vestita di nero osservava compiaciuta gli occhi verdi di L. che sapevano ormai tutto. L'avevano riconosciuta. Uhuhuhu, che sorpresa! Una donna.  La lama era scesa rapida sul collo di L. Lama che fa rima con m'ama, aveva fatto in tempo a pensare L. Prima che la notte scendesse sulla notte. E la fine si portasse via quella enorme bugia che era stata la sua vita.  V-i-t-a-a-a-a.....

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