Ma l’Ape in genere si pone delle domande e le pone su queste pagine. La domanda è questa: dove sta andando Veregra Street? Come si è modificata dalla sua nascita e cosa è diventata? L’impressione è che, cammin facendo, la manifestazione principe (praticamente l’unica o quasi) nel calendario dell’Assessorato alla Cultura di Montegranaro si sia trasformata in qualcosa di molto diverso da se stessa, da come era nata e da come era stata concepita.
Veregra Street è nata come la festa del centro storico, cornice ideale e sfondo onirico per gli spettacoli di circensi, acrobati, busker e giocolieri. La parte sagresca era marginale e di contorno. La manifestazione era squisitamente culturale e di intrattenimento. Col tempo la sagra è cresciuta occupando un ruolo da comprimaria della componente culturale e sempre maggior spazio logistico e organizzativo. La notizia di oggi fa pensare ad un superamento della componente mangereccia rispetto a tutto il resto. In questo modo, però, non potremo più considerare Veregra Street come una manifestazione culturale.
Il centro storico è già stato esautorato, negli ultimi anni, della sua funzione di scenografia perfetta. La festa è migrata fuori le mura e le stradine, complice non da sottovalutare il degrado incessante in cui versano, rimangono inesorabilmente fuori dal circuito della manifestazione. Difficile pensare che la nuova organizzazione, sempre più articolata, riesca a prevedere il reinserimento del centro storico nell’idea generale del festival. Ma non disperiamo.
Ultima perplessità: che ruolo avranno le varie associazioni che, nelle scorse edizioni, allestivano stand gastronomici con i quali riuscivano a finanziare le proprie attività? Avranno ancora spazio o saranno escluse dai giochi?
Luca Craia