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Apparizione di Gesù Bambino a S.Antonio da Padova e il terremoto

Creato il 27 agosto 2013 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

I lavori di restauro de l’Apparizione di Gesù Bambino a S. Antonio da Padova, l’analisi storico-artistica per l’opera del Bedeschini

S.Antonio Apparizione di Gesù Bambino a S.Antonio da Padova e il terremoto

La tela intitolata: l’ Apparizione di Gesù Bambino a S. Antonio da Padova e’ stata una delle numerose opere che ha subito il sisma del sei aprile 2009 e in seguito restaurata. L’iniziativa e’ stata realizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici dell’Abruzzo in collaborazione con l’Università degli Studi di Urbino: “ Carlo Bo.

Ho studiato attentamente e mi sono confrontata con i funzionari del ministero, sulla tela: il suo difficile restauro e le sue notizie storiche non del tutto chiare. Realizzata dal Bedeschini, il quale fu un’artista, scenografo, architetto influenzato dal gusto romano.

L’ Apparizione di Gesù Bambino a S. Antonio da Padova è legata alle scosse telluriche che hanno afflitto L’Aquila; nel 1646 si diffuse nella città il culto di S. Antonio favorito dai francescani. In una fonte si narra che: “ S. Antonio impetrasse dal Signore il perdono e non più con si spaventosi smovimenti di terra seguitasse ad intimorirli”. Accolto tra i santi protettori dell’ Aquila e venerato attraverso digiuni e penitenze, una Sua immagine dipinta dal Bedeschini, si narra che iniziò ad operare prodigi.

Secondo una fonte, l’opera originale era un affresco posto nell’ oratorio dei Signori Cavalieri de Nardis, in seguito il soggetto fu realizzato anche su numerose tele, una delle quali dopo il sisma del 1703 fu posta nella chiesa di S. Maria del Suffragio. Il motivo per il quale l’opera fu trasferita presso S. Flaviano è ignoto, probabilmente a causa della ristrutturazione della chiesa del Suffragio nel 1897.

L’ opera mostra S. Antonio raffigurato a figura intera, in posizione eretta o frontale, sullo sfondo c’è uno scenario con arco e capitelli di gusto classico. Legata all’ iconografia tradizionale, S. Antonio indossa il saio francescano e i piedi sono rigorosamente scalzi a simboleggiare il suo voto di povertà. Nella mano sinistra impugna un giglio indicante la castità e nell’altra, un libro il quale sottolinea la Sua qualifica di teologo. Gesù Bambino in piedi sul libro, benedicente, incrocia lo sguardo di S. Antonio, il quale piega la testa verso di Lui.

L’opera è eseguita su un supporto tessile vegetale, ancorato a un telaio ligneo, lo strato preparatorio è formato da un impasto bruno con una miscela di pigmenti legati ad olio. La pellicola pittorica è composta da olio e pigmenti. L’artista ha effettuato delle correzioni: la mano sinistra aveva un pollice aperto, adesso osserviamo che il dito è unito alla restante parte della mano a formare un pugno. Lo sfondo di colore azzurro è stato dipinto per ultimo e scontorna le figure. Il telaio, in pessime condizioni, a causa degli insetti xilofagi, era caratterizzato da dei fori di sfarfallamento, la pellicola pittorica aveva una crettatura da essiccamento.

La superficie coperta da particellato atmosferico è stata ripulita con il gel rigido di agar e resa idrorepellente dal ciclododecano. I restauratori hanno effettuato una pulitura meccanica con dei piccoli aspiratori e dei pani di gomma nel retro; nelle lacune più ampie sono stati applicati degli inserti di tela.


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