La domanda di smartphone e tablet in Cina è pronta al decollo, Apple si prepara a vendere iPhone e iPad nel suo primo negozio "ufficiale" di Hong Kong.
Per quanto prevista e del tutto logica, l'ormai imminente apertura di un Apple Store (si parla entro fine settembre e l'indicazione arriva dai portavoce della società) all'interno dell'International Finance Center Mall di Hong Kong, il distretto finanziario e dello shopping della metropoli, fa comunque notizia perché conferma le intenzioni bellicose della società di Cupertino in Cina.
Un mercato che l'ha vista nel recente passato restia a definire accordi con i carrier locali e oggi essere fra i marchi più appetiti in assoluto. Va ricordato infatti come il primo negozio con le insegne della Mela fu aperto solo nel 2008 e come al momento siano solo quattro (su complessivi 327 in tutto il mondo a fine giugno) i punti vendita attivi nel grande Paese asiatico, due a Pechino e gli altri due a Shangai.
Il business maturato da Apple da queste parti è però stato così buono negli ultimi sei mesi – tanto da indurre il neo Ceo Tim Cook a parlare della Cina, da cui sono arrivati l'11% dei ricavi totali della compagnia negli ultimi tre quarter, come regione "chiave" per i risultati record ottenuti nel terzo trimestre – che il piano di allargare il giro d'affari in uno dei Paesi a maggior crescita al mondo sembra aver avuto una certa accelerazione.
La crescita esplosiva delle richieste, per l'iPhone in particolare, registrate da Apple sulle piazze di Hong Kong e Taiwan avrebbe quindi indotto la società a sfruttare il momento e a stringere i tempi, stando ad indiscrezioni riportate dal magazine cinese Ming Pao e non confermate da Cupertino, per l'apertura di altri due negozi, sempre ad Hong Kong. Probabilmente già conteggiati nel piano che prevede il battesimo di complessivi 40 nuovi Store, 28 dei quali fuori dagli Stati Uniti, nel corso dell'esercizio fiscale 2011.
Quanto Apple potrà avvantaggiarsi dall'avere una presenza diretta sul campo è ovviamente ancora presto per dirlo, anche se è immaginabile un aumento considerevole dei volumi di vendita. C'è però da capire in tal senso come reagiranno i partner commerciali della Mela che stanno distribuendo i suoi prodotti in varie aree del Paese. Certo, invece, appare l'affare fatto dalle grandi compagnie immobiliari (come la Sun Hung Kai Properties Ltd. e la Henderson Land Development Co.) proprietarie degli edifici del "business district" di Hong Kong, i cui affitti sono saliti del 50% negli ultimi tre anni.
Del resto nella ex provincia indipendente cinese le vendite al dettaglio sono cresciute del 25% nei primi sette mesi dell'anno con una punta del 29% in luglio, un salto in avanti registrato l'ultima volta nel lontanissimo 1981, anche in virtù della valorizzazione dello yuan rispetto al dollaro di Hong Kong, che ha accresciuto la capacità di spesa dei consumatori cinesi. Tanto per fare un esempio, la versione più economica dell'iPad 2 a Pechino e dintorni costa a listino 3.688 yuan (circa 410 euro), il 16% in più del prezzo di vendita fissato per i negozi online di Hong Kong. Dove chi acquista, anche generi di lusso, non è chiamato a pagare tasse aggiuntive o dazi all'importazione. Con grande beneficio (economico) per le attività di vendita al dettaglio.
Via ilsole24ore