Apple, dall’evasione agli investimenti il passo è breve

Creato il 21 gennaio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Vita facile nella penisola per Apple. Appena condonati 500 milioni di euro di tasse evase in Italia, decide di investire per un nuovo centro di sviluppo app

Non è passato un mese dallo scandalo che ha legato Apple ad un raggiro fiscale ai danni dei cittadini italiani: in seguito ad un accordo con il governo, infatti,  l’azienda dovrà versare nelle casse dello stato solamente 318 milioni, a fronte degli 880 previsti.

L’accusa contesta l’omessa dichiarazione dei redditi dal 2008 al 2013. L’azienda, infatti, imputava i ricavi registrati in Italia ad una società irlandese. I magistrati sono convinti che in questo modo sia riuscita a non versare la cifra di 880 milioni di Ires in 5 anni.

Photo credit: Project FAV via Foter.com / CC BY

L’esposto in procura era stato presentato dalla Ass-consum (associazione dei consumatori). Secondo l’accusa, Apple avrebbe omesso la dichiarazione dei redditi per il periodo che va dal 2008 al 2013. Le indagini hanno infatti permesso di scoprire che Apple in Italia distribuisce i suoi prodotti attraverso la società Tech Data Italia, che è a sua volta controllata dalla statunitense Td Corp, che si rifornisce dalle irlandesi Apple Sales Internazional e Apple Distribution International. Un cerchio che si chiude, come una staffetta in cui ci si passa il testimone; così facendo, l’azienda ha versato le sue imposte in Irlanda, Stato in cui il fisco è molto più favorevole, ma non dove concretamente registra i ricavi e gli utili, cioè in Italia.

L’esposto alla procura di Roma da parte della Ass-consum non tarda ad arrivare: “Ha pagato solo 318 milioni di euro a fronte di un’evasione da quasi un miliardo. Non è giusto che i grandi evasori se la svino con un accordo pari a un terzo circa del debito mentre i cittadini sono perseguitati a vita”. Queste le parole del presidente dell’associazione, Aldo Perrotta.

Lo sconto fatto all’azienda è il prodotto di un accordo con il governo, lo stesso governo che, paradossalmente, è impegnato nello sbandierare il risultato raggiunto con la stessa azienda agevolata fiscalmente, proprio oggi che è stata annunciata l’apertura a Napoli del primo centro di sviluppo app in Europa.

I festeggiamenti per una vittoria di facciata serviranno a coprire la presa in giro ai danni di chi, onestamente, versa i contributi ogni anno senza sconti milionari e accordi con il governo?

Lo Stato, in quanto tale, deve assicurare come prima cosa ai propri cittadini il mantenimento coerente del sistema giuridico. Ma quando quest’ultima viene a mancare, basteranno gli annunci?

Ben vengano gli investimenti in Italia da parte di queste aziende, ma se questi investimenti risultano essere il frutto di accordi e di sconti fiscali, forse i cittadini potrebbero non essere d’accordo e di questo vanno informati. Sarebbe tempo, forse, di rinviare i festeggiamenti a quando un’azienda sceglierà il nostro paese per motivi diversi che non siano sconti o favoritismi legali e fiscali. Allora si, potremmo riacquistare fiducia in chi, teoricamente, è impegnato a rappresentarci.

S.C.

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