Ma alla vittoria finanziaria di Steve Jobs se n'è aggiunta una legale: ieri infatti il tribunale distrettuale di Düsseldorf ha accolto in via preliminare il ricorso di Apple, che accusa Samsung di aver copiato il look and feel dell'iPad per il suo Galaxy Tab 10.1. E' una disputa assai bizzarra, che non si basa su uno specifico dettaglio o su un singolo brevetto: «Non è una coincidenza - spiegano a Cupertino - che gli ultimi prodotti di Samsung assomiglino tanto all'iPhone e all'iPad, dalla forma degli apparecchi all'interfaccia, fino alla confezione. Questa copia così sfacciata è sbagliata e dobbiamo proteggere la nostra proprità intellettuale quando altre compagnie ci rubano le idee». Così da oggi Samsung non potrà più vendere il Galaxy Tab 10.1, lanciato appena un mese fa e accolto come uno dei pochi validi concorrenti del tablet con la Mela. Le leggi tedesche stabiliscono sanzioni pesanti: 250 mila euro per ogni apparecchio venduto in spregio del divieto o addirittura il carcere fino a due anni per i top manager coreani. In attesa di un eventuale ricorso, l'ingiunzione è immediatamente esecutiva in Germania, mentre per i singoli Paesi europei potrebbe essere necessario ancora qualche tempo. Tra i due colossi dell'informatica altre battaglie legali sono in corso in Olanda, negli Usa, in Corea del Sud. In Australia Apple ha incassato un'altra vittoria, con Samsung costretta a rimandare di due mesi il lancio del tablet.
In ballo c'è un mercato stimato in oltre 55 milioni di esemplari per il 2011, con l'iPad che da solo copre l'85 per cento delle vendite. Il resto è appannaggio dei concorrenti, che però di rado sono riusciti a proporre prodotti capaci di reggere il confronto: Samsung, ad esempio, aveva presentato a febbraio la prima versione del Galaxy Tab 10.1, mai arrivata nei negozi, perché giudicata dagli stessi produttori “inferiore” all'iPad 2, lanciato nel frattempo. E' un rapporto apparentemente contraddittorio, quello di Apple con i coreani, visto che sono loro a produrre alcune componenti fondamentali per l'iPhone e l'iPad, ma forse la disputa nasconde un altro obbiettivo: colpire Google, produttore del sistema operativo Android, su cui si basano la maggior parte degli altri tablet. E stavolta, c'è da scommetterci, non finirà come con Nokia, che due anni fa trascinò Apple in tribunale e di recente ha accettato di rinunciare a ogni pretesa in cambio di un sostanzioso assegno.
Via lastampa.it