Diciamola tutta, 900mila euro di multa non fanno neanche un graffio a un gigante come Apple. D’altronde l’Antitrust non poteva fare di più. Quello è il tetto massimo fissato dalla legge italiana per le violazioni alla legge sul commercio. Lo ammette lo stesso presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella: ”Credo che di fronte ad alcuni giganti, come Apple, dobbiamo essere muniti del potere di irrogare sanzioni più pesanti. Ho chiesto al Governo di valutare se presentare una proposta al Parlamento per aumentare il tetto della sanzione”. Il messaggio alle multinazionali è comunque forte e chiaro. Farà molto male a Apple – più della multa – l’obbligo di “pubblicare un estratto della delibera dell’Antitrust sul sito www.apple.com in modo da informare i consumatori”. L’immagine, per colossi del genere, che spendono milioni di euro in spot pubblicitari, non ha prezzo.
L’altra batosta è questa: “La società Apple Sales International, infine, entro 90 giorni, dovrà adeguare le confezioni di vendita dei servizi AppleCare Protection Plan, inserendo l’indicazione sulla esistenza e durata biennale della garanzia di conformità nonché indicando correttamente la durata del periodo di assistenza con riferimento alla scadenza della garanzia legale di conformità”.
La vicenda è nota. Apple ha barato sulla durata della garanzia sui prodotti, dimezzandola da due a un anno. L’istruttoria dell’Antitrust “ha provato sia la non piena applicazione ai consumatori, da parte delle società del gruppo Apple operanti in Italia, della garanzia legale biennale a carico del venditore, sia le informazioni poco chiare sugli ambiti di copertura dei servizi di assistenza aggiuntiva a pagamento offerti da Apple ai consumatori”.
Anche le formiche (come l’Antitrust, che ha potere sanzionatorio poco più che simbolico) nel loro piccolo s’incazzano.