Apple e la trasparenza sul lavoro

Creato il 15 gennaio 2012 da Benedetto

Mentre negli stabilimenti dei suoi fornitori asiatici è cominciata la produzione della terza versione del tablet Ipad, la Apple ha deciso di rispondere alle accuse di non curarsi delle pessime condizioni di lavoro nelle quali sono costretti i dipendenti delle aziende fornitrici i componenti elettronici.

Così la casa californiana ha pubblicato l’elenco delle 156 ditte di cui si serve in tutto il mondo. Solo che da questo rapporto si è scoperto che solo il 38 per cento di queste ditte rispetta il limite delle 60 ore di lavoro settimanali previsto dal regolamento della Apple, in particolare in Malesia e Singapore. Il rapporto è un esteso documento con cui l’azienda spiega che cosa è stato fatto nell’ambito della garanzia dei diritti dei lavoratori assunti dai fornitori dell’azienda, in particolar modo quelli che hanno sede nell’area della Greater China e più in generale nel sud-est asiatico.Il documento enumera con dovizia di particolari il tipo di ricerche effettuate dagli ispettori Apple e molte delle violazioni riscontrate e successivamente corrette.

A testimonianza dell’importanza della questione Tim Cook, il CEO di Apple, ha inviato un’email interna ai dipendenti Apple per segnalare la pubblicazione del report sulla Supplier Responsibility.

Contemporaneamente l’organizzazione no profit Fair Labour Association ha annunciato che la stessa Apple ha dato l’autorizzazione ad un’ispezione all’interno della fabbrica Foxcom di Wuhan dove all’inizio dell’anno centocinquanta operai hanno minacciato il suicidio per protesta contro le condizioni di lavoro, il basso salario e la mancanza di un accordo per la liquidazione in caso di trasferimento.

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