Apple non ha fornito all’FBi nessun dato

Nella vicenda che vede contrapposti Antisec e FBI sul presunto furto di milioni di Apple UDID  da un laptop del bureau e che sta infiammando le polemiche in questi ultimi giorni, si inserisce anche la diretta interessata, ovvero la mela di Cupertino;  tocca infatti alla Apple, dopo la smentita dell’agenzia federale, che tramite comunicato stampa e dichiarazioni furenti sui vari social network ha affermato di non aver subito nessun tipo di attacco informatico, prendere la parola.

Per eliminare ogni dubbio, prima che si trasformi in ulteriore polemica, la mela morsicata dichiara di non aver fornito alcuna informazione all’FBI. Questa situazione dev’essersi fatta davvero pericolosa negli States, visto che la mela non è solita scomodarsi per fare dichiarazioni ufficiali, nemmeno in caso di passaparola negativo.

Invece questa volta la mela di Cupertino è stata costretta a far rilasciare alla portavoce Natalie Kerris un comunicato alla redazione di All Things D. Dichiarazioni che appaiono credibili quelle di Cupertino, soprattutto dopo la strenua difesa della privacy degli utenti contro il rivale Google, reo di aver spiato gli utilizzatori di Safari Mobile, costata una multa record al colosso di Mountain View.

Ma rimangono comunque 12 milioni di dati sensibili, tra codici Udid, numeri di telefono ed informazioni anagrafiche, rimasti nelle mani di Antisec, che i cracker evidentemente da qualche parte devono aver pur preso. Il mistero, così tale rimane ed anzi si infittisce ancor di più. Il gruppo di attivisti di Antisec continua inoltre a stuzzicare quelli dell’FBI, tramite social network.

L’accusa è quella di tracking illecito nei confronti dei cittadini, una sorta di spionaggio tutt’altro che autorizzato per raccogliere frammenti personali dell’esistenza degli utenti, come orientamento politico, tendenze sessuali e chi più ne ha più ne metta.

L’FBI, per contro, insiste nel negare ogni eventualità, bollando il tutto come una farsa: nessun computer sarebbe stato violato, figuriamoci poi con un exploit così semplice come quello Java sfruttato dai cracker. E Apple dal canto suo, praticamente se ne lava le mani, escludendo ogni forma di coinvolgimento.