Apple: per chi suona la sveglia? Non per Steve Jobs

Da Pinobruno

Steve Jobs è come Re Mida. Trasforma in oro tutto ciò che tocca. Il Financial Times  e Barack Obama hanno detto che è stato lui l’uomo dell’anno appena concluso. iPad  ha fatto la differenza, nel mondo digitale. Il buon vecchio Steve, però, dovrebbe rileggersi il sermone di John Donne, quello che ha dato il titolo al più bel romanzo di Hemingway:  ”…E allora, non chiedere per chi suoni la campana. Essa suona per te“. Semmai, sostituendo la sveglia alla campana. Si, perché questa storia della sveglia di iPhone che non suona e non riconosce i fusi orari è veramente paradossale.

Non tanto per i bug, caratteristica comune di quasi tutti i prodotti informatici, quanto per l’arroganza e la protervia che, da troppo tempo a questa parte, caratterizzano Apple nel suo rapporto con gli utenti/acquirenti/consumatori.

Aggiungo dunque amarezza e costernazione al fiume di proteste che – invano – si levano da ogni parte del globo. Può un prodotto complesso, raffinato e costoso come iPhone, permettersi una sveglia che non risveglia, un allarme che non allarma?

E può Apple permettersi di ignorare il grave disservizio e non rilasciare immediatamente un upgrade correttivo? Si, in rete si rincorrono i consigli su come aggirare l’inconveniente. Vecchie suonerie impostate, nuove suonerie, suonerie ricorrenti. Ma stiamo scherzando?

Dove diavolo è andato a finire il Customer Care dell’azienda informatica più potente della terra? Confida forse nel fatto che, comunque vada, i suoi prodotti si stravenderanno sempre? Ben altro comportamento  ha avuto Skype, dopo il crash della videocomunicazione alla vigilia di Natale.

Non ascoltare la campana che suona per te e la sveglia che non suona, alla lunga, potrebbe far male persino all’uomo dell’anno 2010.


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