Apple Store fasulli made in China: quanto c’è di “fake”? [Video]

Creato il 27 luglio 2011 da Malefika

In parecchie conversazioni (al telefono, su Skype, al bar, via chat…) mi sono ritrovata ad affrontare l’argomento “Apple store contraffatti”, e ho notato un tantinello di idee confuse riguardo l’argomento. Giustamente, non conoscendo le politiche di marketing del colosso di Jobs, la maggior parte delle persone si è convinta del fatto che le periferiche vendute all’interno siano contraffatte. Eppure… nei fake Apple store cinesi

  • NON ci sono cinafonini;
  • NON ci sono a-Pad;
  • NON ci sono ai-Pod, a-Pod o titoli strani del genere;
  • NON ci sono Mac-brooks o diavolerie simili…

bensì i prodotti esposti e venduti sono tutti perfettamente originali e dotati di garanzia,garanzia che voci volanti sostengono essere anche valida.

Apple "stoER"

E quindi, vi starete chiedendo, visto che non c’è contraffazione per quale motivo quella gente sta passando davvero dei grossi guai? Il discorso non è semplicissimo, ma possiamo tentare di chiarificarci le idee: innanzitutto c’è una grandissima differenza tra l’essere un rivenditore Apple ed essere un Apple Store.

Un piccolo esempio: Jessica apre un negozio di informatica, e decide di far da tramite tra Apple ed i clienti del suo negozio, risparmiando agli acquirenti lo “scomodo” di ordinare il prodotto online/recarsi in un Apple Store, ed occupandosi personalmente delle transazioni monetarie, della consegna del corriere e quant’altro. E questo è legale, nessuno vieta di farlo. Jessica può essere potenzialmente definita un rivenditore Apple.

Quello dell’Apple Store, invece, è un marchio registrato: per diventare un Apple Store c’è bisogno di un lunghissimo iter burocratico, c’è bisogno di pagare delle licenze salatissime per avere il permesso di utilizzare marchi, accessori, mobili, forniture e prodotti targati mela morsicata e, ultima clausola ma non di minore importanza, il controllo dell’Apple Store non è in mano dei privati che ne acquisiscono le licenze (cosa che potrebbe caratterizzare, ad esempio, una rete di franchising, cosa che l’Apple Store NON è), bensì direttamente nelle mani di Apple. In parole povere aprire un Apple Store, per quello che mi riguarda, è un vero e proprio suicidio economico.

Ed è stato quello l’errore dei cinesi: nonostante i prodotti rivenduti siano originali, con garanzia e coperti dal marchio Apple, i “negozi” (se così possiamo definirli) spacciati per Apple Store non hanno seguito l’iter di cui vi ho parlato due secondi fa, infrangendo quindi tutte le leggi sul copyright(si, le leggi sul copyright esistono anche in Cina…) e diventando a tutti gli effetti illegali.

La blogger BirdABroad, spacciandosi per un membro dello staff Apple, è riuscita ad ottenere un bel po’ di materiale visitando in prima persona uno degli Apple Store fasulli fatti meglio, situato a Kunming – Cina, ed è stata proprio lei la fonte da cui la “denuncia” ha avuto inizio. Anche se, come lei stessa ci dice in un suo post«non era affatto mia intenzione far perdere il lavoro a così tanta gente per via di un blog».

In parole povere il succo della questione è che l’infrazione non è dovuta alla vendita di prodotti falsi o contraffatti, bensì all’aspetto vero e proprio degli edifici in cui questi vengono venduti. Gli avvocati di Jobs, quindi, si divertiranno un sacco e riusciranno, molto probabilmente, a spillare bei verdoni ai gestori (rimasti giustamente anonimi) di tali edifici… Vorrei ben dirlo: guardate questo video, e vedete quanto l’Apple Store fasullo di Kunming rassomiglia ad un Apple Store vero e proprio!