Nel secondo grado di giudizio che vedeva coinvolte Apple e Samsung si è tuttavia risolto con un compromesso cercando di poter accontentare un po’ tutti; la Apple ha vinto la causa e questo apre la strada ad ulteriori contromosse e dall’ altra il giudice ha decisamente ridimensionato i 2 miliardi di dollari di risarcimento che sono stati richiesti da Cupertino, riducendo la cifra a 119,6 milioni di dollari.
Pertanto Samsung è assai lontana dal poter rinunciare all’ascia di guerra: la sentenza non ha con sè alcuna prova e per tale motivo si è appellata al giudice Koh per provare ad azzerare la multa.
Le ultime novità?
Proprio ai margini della lettura del verdetto il primo Thomas Dunham, ex dipendente IBM con esperienza nel campo dei brevetti, ha dichiarato che la cifra stabilita per il risarcimento fosse giusta in base alle prove emesse dagli atti.
Secondo Re/code:”I danni sono stati decisi in base alle richieste ritenute ragionevoli avanzate da ambo le parti.”
Ma secondo Dunham, il vero capro espiatorio non è Samsung bensì Android; ed è proprio qui che Apple dovrà concentrare la propria potenza di fuoco.
È risaputo che una delle fisse di Steve Jobs era la cosiddetta “Guerra Santa” contro Google, rea di aver troppo ispirata alle intuizioni e all’innovazione di Cupertino.
Google è anche intervenuta a favore della Samsung, che tuttavia dal canto proprio non avrebbe alcun peso nella stesura della sentenza né sulla determinazione dei danni da corrispondere.
Da qui la disfida non la riguardava direttamente; in futuro, non è detto che Mountain View non possa riesca a defilarsi così facilmente.
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