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Approfondimenti/ Mediterraneo. L’operazione “Mare Nostrum”, di Federica Fanuli

Creato il 05 settembre 2014 da Antonio Conte

La dott.ssa Federica Fanuli, impegnata in studi di Geopolitica

La dott.ssa Federica Fanuli, impegnata in studi di Geopolitica

L’impegno militare italiano nell’Operazione Mare Nostrum

L’immigrazione è un fenomeno che ha storicamente caratterizzato la demografia italiana nel XX Secolo, assumendo dimensioni sempre più significative a partire dal primo Dopoguerra. Oggi, è l’Italia a costituire un ponte verso la salvezza per migliaia di clandestini, terra di sbarchi in forte aumento soprattutto a seguito della stagione delle primavere arabe. Flussi migratori provenienti prevalentemente dall’Africa sub-sahariana, dal Medio Oriente e dall’Asia percorrono diverse rotte che attraversano la Grecia e il nord dell’Africa. Uno stato di emergenza che ha reso necessario l’avvio della Operazione Mare Nostrum, condotta dalla Marina Militare, per cercare di fronteggiare questa grave crisi umanitaria.

Operazione Mare Nostrum

Il crollo dei regimi in Tunisia, Egitto e Libia; la guerra civile in Siria, il conflitto israelo-palestinese e l’instabilità della confusa situazione in Somalia e in Eritrea sono solo alcune delle complesse realtà che hanno innescato una fase di fragile cambiamento politico in Africa e in Medio Oriente. Un flusso ininterrotto di popolazioni civili proviene da queste aree, interessate dalla violenza, dalla miseria, da lunghi periodi di lotte interne, che hanno destabilizzato le istituzioni governative. Gli extracomunitari raggiungono le coste italiane, quale approdo sicuro, per inseguire la speranza di migliorare le proprie condizioni di vita, aspettative di cambiamento che spesso colano a picco[i]. È proprio il tragico naufragio di un barcone carico di immigrati, nelle acque che circondano l’Isola di Lampedusa[ii], ad aver spinto il governo italiano a intervenire e rafforzare il dispositivo nazionale di controllo per il pattugliamento del Canale di Sicilia, già operativo nell’ambito della missione Constant Vigilance, a cui la Marina Militare partecipa dal 2004[iii], un’attività di presenza e sorveglianza, vigilanza sulla pesca e controllo dei flussi migratori condotta dai pattugliatori Cassiopea, Vega, Orione, Libra, C.Te Cigala Fulgosi e Sirio e dal personale del Battaglione San Marco[iv]. Il 18 ottobre 2013, è stata autorizzata l’Operazione Mare Nostrum[v]. Questa operazione militare e umanitaria garantisce la sicurezza di centinaia di vite umane in mare e, come deterrente, assicura alla giustizia gli scafisti che alimentano il traffico di clandestini e che, colti in flagranza di reato, sono punibili con la detenzione da cinque a tredici anni. Per quest’attività operativa è impiegato personale, mezzi aerei e navali della Marina Militare, in sinergia con le forze dell’Aeronautica, dei Carabinieri, della Guardia di Finanzia, della Capitaneria di Porto e dell’Esercito che, nell’ambito dell’Operazione Strade Pulite a Lampedusa, accolgono gli immigrati che giungono a bordo delle motovedette delle Forze armate e delle Forze dell’ordine[vi]. Prende parte all’operazione anche il personale della Polizia di Stato. Imbarcati sulle unità militari messe in campo, gli uomini della Polizia scientifica si occupano di velocizzare l’identificazione di ciascuno straniero che sale a bordo, curandone la foto-segnalazione, eccetto che per i minori di quattordici anni; un’altra squadra, con l’aiuto di mediatori culturali, raccoglie ed elabora i dati forniti dagli immigrati per avviare indagini sull’individuazione di organizzazioni criminali specializzate nel traffico di esseri umani[vii]. Su richiesta del Comando in Capo della Squadra Navale della Marina Militare (CINCNAV), anche il personale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana partecipa all’Operazione Mare Nostrum. Un’équipe medica composta di medici di varie specializzazioni, infermieri professionali e personale per il supporto organizzativo e logistico contribuisce al rafforzamento del sistema di sorveglianza sanitaria al fine di ridurre al minimo i possibili rischi infettivi dovuti ai flussi migratori e contribuire ad aumentare il livello di tutela dei cittadini italiani e degli stessi profughi[viii]. I mezzi aerei e navali che la Marina Militare mette a disposizione della Operazione sono:

  • 1 Nave Anfibia, tipo Landing Platform Dock (LPD, unità da trasporto anfibio), con l’incarico di comando e controllo dell’intero dispositivo. L’Unità è dotata di una struttura sanitaria di primo intervento, con la disponibilità di mezzi da sbarco e gommoni a chiglia rigida. Inoltre, l’Unità ha la possibilità di ricevere a bordo i rappresentanti di Ministeri, Organismi nazionali e internazionali che partecipano all’Operazione;
  • 2 fregate Classe Maestrale, entrambe dotate di un elicottero AB-212;
  • 2 pattugliatori Classe Costellazioni/Comandanti, con la possibilità di imbarcare un elicottero AB-212, e le corvette Cl. MINERVA, di cui una con il compito di Vigilanza Pesca;
  • 2 elicotteri pesanti EH-101 (MPH, Maritime Patrol Helicopter), imbarcati sulla Nave Anfibia e con base a terra a Lampedusa, Pantelleria e Catania, secondo le necessità. Si tratta di elicotteri di nuova generazione, dotati di elevate potenzialità, quali l’ampia autonomia oraria; il radar di scoperta e sorveglianza (MM APS 784), che permette di rilevare imbarcazioni anche di medie o piccole dimensioni a grandi distanze; le capacità del sensore FLIR (Forward Looking InfraRed) ad alta definizione in modalità infrarosso o TV, che permette di identificare di giorno e di notte imbarcazioni particolarmente piccole ed effettua anche registrazioni video. I sistemi avanzati di stabilizzazione e autopilota consentono poi di portare automaticamente l’elicottero alla quota di hovering, che consiste nel volo sospeso a velocità nulla e a quota costante, mantenendo accuratamente la posizione e permettendo il recupero di naufraghi, anche durante la notte, in uno stato di totale sicurezza.
  • 1 velivolo P180, munito di dispositivi ottici a infrarosso (Forward Looking Infra-Red – FLIR), con base a Pratica di Mare;
  • 1 LRMP Breguet Atlantic, velivolo pattugliatore ognitempo a lungo raggio, con base a Sigonella;
  • una rete radar costiera della M.M., con capacità di ricezione dei Sistemi Automatici di Identificazioni della Navi Mercantili (Automatic Identification System- AIS)[ix].

Dal 18 ottobre 2013 al 20 novembre 2013, l’Operazione Mare Nostrum è stata guidata dal Contrammiraglio Guido Rando; dal 21 novembre al 29 dicembre 2013, dal Contrammiraglio Mario Culcasi, a capo della flotta dei pattugliatori con sede ad Augusta, e dal 30 dicembre 2013 al febbraio 2014 dal Contrammiraglio Francesco Sollitto. In seguito, l’attività è passata nuovamente sotto il comando del Contrammiraglio Rando, a bordo della Nave San Giusto, sede di comando dell’Operazione, dal 1 agosto, sostituito dal Contrammiraglio Sollitto. Le Navi della Marina che hanno preso parte a rotazione all’operazione, con una disponibilità di 3.300 militari, sono in totale ventuno. Le otto Fregate missilistiche della Classe Maestrale: Maestrale, Grecale, Libeccio, Scirocco, Aliseo, Euro, Espero e Zeffiro; i Pattugliatori OPV (PBH) Orione, Cassiopea e Vega; il Pattugliatore OPV (PG) Sirio; la nave di Comando e Supporto Logistico Etna; le Corvette Classe Minerva I serie Sfinge, Urania e la Corvetta Classe Minerva II serie Chimera e Fenice; la nave Trasporto costiere Lipari e le navi Assalto Anfibio San Giusto, San Giorgio e San Marco[x]. Secondo fonti del Viminale, sono 100.688 gli extracomunitari salvati solo dal primo gennaio del 2014[xi]. Dall’ottobre del 2013 a oggi, quindi, l’operazione ha permesso di portare in salvo più di 100.000 profughi e sono stati arrestati e denunciati all’autorità giudiziaria ben oltre 200 scafisti. La Difesa sta supportando e addestrando le forze di sicurezza in Mali, in Libia e presto lo farà anche nell’Africa centrale per rafforzare la capacità operativa e di controllo delle frontiere. Mare Nostrum è un’operazione a tempo e il Governo è fermo sulla posizione secondo la quale l’Europa dovrà essere maggiormente coinvolta, così come lo dovranno essere le Nazioni Unite e i Paesi del Partenariato 5 più 5 (Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia più Portogallo, Spagna, Francia, Malta e Italia)[xii]. I costi per il sostegno dell’operazione sono coperti con le ordinarie disponibilità di bilancio del Ministero della Difesa. Dall’inizio dell’operazione a oggi sono stati spesi circa 9,3 milioni di euro al mese. Sette milioni di euro sono stati destinati al funzionamento e alla manutenzione dei mezzi e le restanti risorse al personale impegnato nell’attività[xiii]. Per permetterne il proseguimento è stato necessario rimodulare la programmazione finanziaria ordinaria della Difesa, pur continuando ad assicurare lo svolgimento delle previste attività istituzionali, senza ripercussioni, sull’operazione già programmata[xiv]. Data la precarietà delle istituzioni governative degli Stati da cui provengono gli immigrati, l’impegno militare e politico italiano richiede un sostegno europeo e internazionale più incisivo. Oltre, infatti, alla necessità di rafforzare la cooperazione bilaterale con la Libia e i paesi interessati dalle partenze dei clandestini, lo sforzo condiviso con l’Unione Europea e l’Organizzazione delle Nazioni Unite dovrebbe essere diretto a contrastare i trafficanti di vite umane che, una volta incassato il denaro, abbandonano i clandestini alle sorti del mare. Un impegno plurilaterale fondamentale, se si considera tra l’altro che l’Operazione Mare Nostrum opera unitamente alle attività previste dal Frontex, istituzione dell’Unione europea che ha il duplice obiettivo di coordinare il pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati membri dell’Unione Europea e la stipulazione di accordi con i paesi confinanti l’UE per reintegrare nuovamente i profughi extra-comunitari respinti alle frontiere[xv].

Il sostegno europeo

L’Operazione Mare Nostrum è una totale assunzione di responsabilità da parte della Marina Militare di sorvegliare i mari adiacenti alla nostra penisola ed evitare tragedie umane, analoghe a quella che si è verificata a Lampedusa il 3 ottobre 2013, in cui sono morti più di 300 profughi. Nello stesso tempo, è intrinseco il messaggio rivolto all’Europa. Il controllo delle frontiere marittime deve essere complementare alla tutela della vita e dei diritti delle persone che cercano di oltrepassarle. L’operazione è una missione che vede i nostri militari impegnati in prima linea a garantire protezione alle persone in fuga da persecuzioni e guerre, da teatri di conflitto e di violenza come la Siria o la Somalia[xvi]. Di là dalle strumentalizzazioni politiche, tutte le Forze Armate italiane dovrebbero essere sostenute dalle istituzioni politiche europee, perché gli sbarchi proseguono senza sosta e le strutture di accoglienza sono oramai al collasso. Una collaborazione più attiva con i governi degli Stati di transito e dei Paesi membri dell’UE, un dialogo tra i Paesi del Mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana consentirebbe all’UE di varare una politica d’immigrazione che si occupi di controllare i confini e lottare contro la criminalità organizzata, in stretto contatto con le Forze di Polizia e la Magistratura.

Federica Fanuli

Note//

[i] Cfr. http://www.oecd.org/berlin/Is-migration-really-increasing.pdf; http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/PI0059App.pdf.

[ii] Cfr. http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/03/news/lampedusa_brucia_un_barcone_strage_di_migranti-67817611/.

[iii] Cfr. http://www.marina.difesa.it/attivita/operativa/Pagine/MareNostrum.aspx.

[iv] Cfr. http://www.marina.difesa.it/documentazione/editoria/notiziario/Documents/2013/05/04.pdf.

[v] Cfr. http://www.marina.difesa.it/attivita/operativa/Pagine/MareNostrum.aspx.

[vi] Cfr. http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/PI0059App.pdf.

[vii] Cfr. http://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/20140312_MareNostrumn.aspx; http://www.poliziadistato.it/poliziamoderna/articolo.php?cod_art=3397.

[viii] Cfr. http://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/22734.

[ix] Cfr. http://www.marina.difesa.it/attivita/operativa/Pagine/MareNostrum.aspx.

[x] Cfr. http://www.analisidifesa.it/2013/10/operazione-mare-nostrum/.

[xi] Cfr. http://www.lastampa.it/2014/08/15/italia/cronache/record-di-profughi-litalia-ci-ha-salvati-vSunXQsl6VO34xsCeMtdxK/pagina.html.

[xii] Cfr. http://www.studiolegalegiuliano.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=641:operazione-mare-nostrum-il-punto-del-ministro-della-difesa-roberta-pinotti&catid=1:news&Itemid=15&lang=ru.

[xiii] Cfr. http://www.iltempo.it/mobile/cronache/2014/07/03/e-l-italia-spende-300mila-euro-al-giorno-1.1267186.

[xiv] Cfr. http://www.publicpolicy.it/mare-nostrum-pinotti-bilancio-difesa-32725.html.

[xv] Cfr. http://www.eurasia-rivista.org/loperazione-mare-nostrum/20335/; http://www.marina.difesa.it/attivita/operativa/Pagine/MareNostrum.aspx.

[xvi] Cfr. http://www.studiolegalegiuliano.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=641:operazione-mare-nostrum-il-punto-del-ministro-della-difesa-roberta-pinotti&catid=1:news&Itemid=15&lang=ru; http://www.politicheeuropee.it/comunicazione/18890/immigrazione-gozi-al-comitato-schengen-mare-nostrum-deve-diventare-europa-nostra.


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