Pochi giorni fa, il Governo ha approvato la Legge Levi sull'editoria: dal prossimo 1 Settembre nessuno potrà più fare sconti sui libri e sugli ebook oltre il 15% (o fino al 20% in casi particolari). Gli intenti di questa legge sono aiutare le biblioteche e proteggere le piccole librerie dalla concorrenza; in rete è stata subito ribattezzata Legge Anti-Amazon, il quale pochi mesi fa aveva aperto la versione italiana e che ha riscosso un notevole successo quasi immediatamente, dato che Amazon è il sito che sconta i libri più di tutti gli altri.
Per quanto riguarda le biblioteche, su un articolo del Corriere della Sera firmato da Stefano Bucci, pare che in realtà queste siano danneggiate e non agevolate da questa legge:
Potrebbe quasi sembrare una contraddizione, almeno per un profano. Non è così: ad essere penalizzate dalla nuova Legge Levi (entrerà in vigore dal primo settembre) che regolamenta il prezzo dei libri in Italia, sarebbero proprio quelle strutture (dodicimila tra enti locali, universitarie, statali) destinate appunto alla promozione della lettura ovvero le biblioteche, danneggiate del tetto massimo di sconto per l' acquisto, fissato al 20 per cento. Così Stefano Parise, presidente dell' Aib (l' Associazione italiana biblioteche) ha preso carta e penna e ha scritto al Presidente della Repubblica Napolitano e alle più alte cariche dello Stato (per conoscenza anche all' onorevole Riccardo Levi, Pd, primo relatore della legge): un cahier de doléances che, tiene subito a precisare Parise, "non rinnega la necessità di una regolamentazione degli sconti sui libri", ma che vorrebbe una sorta di regime speciale per le biblioteche, anello debole nella catena libraria. Spiega al "Corriere" Parise: "Finora le biblioteche hanno usufruito di sconti maggiori, in media tra il 25 e il 30 per cento, soprattutto da parte di editori e intermediari. Una possibilità che ha compensato in qualche modo la limitatezza dei fondi e quegli interventi di contenimento della spesa pubblica emanati dal governo che di fatto hanno negli ultimi 5 anni quasi dimezzato il peso delle biblioteche come acquirenti sul mercato editoriale, dal 5 al 3 per cento". Parise (che sembra aspettarsi molto dal prossimo Forum del libro composto da Laterza, Sellerio, Giunti, Donzelli in programma il 22 ottobre a Matera) vorrebbe insomma che in Italia si seguisse l' esempio praticato in altri Paesi europei ovvero "quelle eccezioni, sconti compresi, per scuole e biblioteche previste in analoghi provvedimenti". Parise spiega che l' Aib "ha sempre sostenuto la necessità di una piena esenzione per le biblioteche" e che questa lettera aperta "è in qualche modo un invito a prendere ben in considerazione la situazione di un Paese, il nostro, che deve fare i conti con una cronica carenza di politiche di sostegno". E ora? "Aspettiamo di vedere la risposta di Napolitano". Ma l' errore dov' è in questa Legge Levi? "Nel considerare le biblioteche pericolose concorrenti delle librerie, soprattutto di quelle indipendenti, al pari delle grandi catene. Sarebbe logico invece considerarle preziose alleate impegnate nella promozione della lettura nel libero accesso alla cultura".
Molto critico Il Megafono Quotidiano, dove possiamo leggere che la Legge Levi
[...] con l'inganno di favorire la lettura, penalizzerebbe piccoli editori e librai ed agevolerebbe gli interessi dei grandi gruppi editoriali e delle connesse catene di librerie. [...] tale sconto è un'esca, perché dovrebbe allettare la gente (i lettore) a comprare più volumi, nella sostanza il libro, non essendo come altra merce soggetta a saldi solo due volte all'anno, diventerebbe, così come avvenuto in Inghilterra e negli Stati Uniti, il più infimo prodotto presente sul mercato. E' stato detto che una legge come la Levi non ha cuore né il libro né la bibliodiversità, cioè quel sistema di garanzia per cui quando il lettore entra in una libreria o in una biblioteca può trovare un campionario librario largamente variegato e non "scaffali stracolmi senza criterio" delle opere dei soliti noti (che non sempre sono gli autori migliori) [...] La normativa in questione, insomma, è articolata per appiattire la lettura su standard culturali omologati, cancellare dal mercato l'editoria indipendente ed avvantaggiare una lobby di editori e di librari . Alla legge si stanno opponendo un bel numero di piccole ed indipendenti case editrici, di scrittori, intellettuali, giornalisti i quali, in contraltare, rivendicano una normativa garantista così come è vigente in Francia e Germania. Ma la loro protesta è flebile non trova il necessario sostegno in una Paese in cui, si sa, i suoi cittadini non sono proprio dei frequentatori assidui (ed esigenti) della lettura, la politica se ne sbatte della cultura e sui giornali le pagine di libri, teatro, cinema sono fogli a margine. Di cui se ne farebbe volentieri a meno.
Mentre su Pianeta Tech sono più favorevoli a questa legge:
[...] Il presidente dell'Associazione Italiana Editori Marco Polillo, ha espresso la propria soddisfazione per l'approvazione della Legge Levi, che è il frutto di un dibattito costruttivo che ha coinvolto tutti gli addetti ai lavori che compongono la filiera del libro.
Tale legge - sottolinea Polillo - migliora in modo considerevole la situazione attuale, priva di controllo, tramite una regolamentazione del mercato che stabilisce in modo preciso i limiti entro cui si potranno attuare le promozioni e al contempo assicura ai lettori la possibilità di approfittare delle varie offerte proposte dagli editori sulla propria produzione.
Vedremo se questa decisione sarà accolta positivamente dagli editori e dai consumatori che operano online, in un settore che presenta margini di crescita decisamente interessanti.
Sempre sul Corriere della Sera, il 29 luglio si leggeva che venivano consegnate le oltre mille firme raccolte dall' Istituto Bruno Leoni e dall' editore di Macerata Liberilibri contrari alla legge e che La petizione, partita domenica scorsa via web, ha registrato centinaia di adesioni, e ieri è stata superata quota mille. Inoltre, alcuni giorni prima l'editore Mario Guaraldi si è dimesso dall'Aie (Associazione editori italiani) in polemica con il presidente Marco Polillo e il suo appoggio a una legge che, per Guaraldi, è antiliberista e fuori dal mercato, tradizionale e soprattutto digitale. Ostile alla legge anche Rubbettino e Quodlibet, altra casa editrice di Macerata. Con una nota inviata al "Corriere", Gino Giometti, condirettore editoriale, pur non condividendo il riferimento al libro come "merce", apprezza la critica dell' Istituto Bruno Leoni alla "strettoia sui prezzi che penalizza l' acquirente, il lettore che come consumatore ha i suoi diritti, e gli editori piccoli e medi che nelle fiere librarie e in mille altre manifestazioni hanno un incontro ravvicinato con i lettori che non riescono a raggiungere attraverso la distribuzione tradizionale".
Questa legge mi lascia molto perplessa. Dov'è finito il libero mercato? Possibile che non esistano altri modi per incentivare gli italiani a leggere e contemporaneamente aiutare davvero il mercato del libro?
Le librerie online, come appunto Amazon ma anche altri come BOL, si sono scatenate e stanno scontando tutti i libri fino al 31 Agosto. Ad esempio, le succitate Amazon e BOL applicano rispettivamente sconti fino al 40% e fino al 50%: questo mese si può tranquillamente fare un'ampia scorta di libri per l'inverno. Penso che ne approfitterò anch'io, ma attenderò la fine del mese per vedere se riesco ad infilarci anche qualche libro universitario.