Durante il suo soggiorno, Hope troverà l'amicizia di Camilla e Laurent, l'amore di Paul e l'affetto di molti altri lavoratori del Palace, nonchè di alcuni ospiti dell'albergo come Hannes, il principe Vladimir, la scrittrice Ludmilla e così via ricreando, a tutti gli effetti, una famiglia che come tutte si riunirà in occasione dell'annuale festa di Natale.
Non mancheranno di fioccare anche le proposte lavorative per Hope che avrà solo l'imbarazzo della scelta, Parigi le ha proprio cambiato la vita e il pensiero dello sfratto a Milano sembra svanire.
Tutti i protagonisti avranno il loro lieto fine si può dire e questo per lo più per merito di Hope e della sua instancabile natura di paciera e Cupido in erba, a quanto pare sembra riuscire in tutto quel che fa e trasformare tutte le cose rendendole più belle, come Re Mida trasformava tutto in oro dopo il suo tocco.
Bello ed originale l'inizio con i ringraziamenti e il prologo che sembra quasi l'inizio di una fiaba. Dall'inizio, infatti, per la protagonista sembra andare tutto bene, forse troppo bene e si teme lo scivolone dietro ogni capitolo che, però, salvo qualche piccolo malinteso e nonostante alcune premesse che sembrano bombe sul punto di scoppiare, non c'è.
Il linguaggio è scorrevole e nonostante termini presi in prestito dal francese e dall'inglese, di uso piuttosto comune oggigiorno, risulta comprensibile a tutti. Si fa leggere tutto d'un fiato, Hope è un personaggio frizzante che sa coinvolgere, non vedo l'ora di leggere il seguito della sua storia!