Eventi programmati per la mezzanotte in tutto il mondo, orde di appassionati in fila per acquistare una copia, report online che a poche ore dal lancio, vedono già i primi giocatori (coreani) in grado di vantarsi per aver terminato il gioco. Questa è la dimensione del fenomeno Diablo, un pezzo della storia dei videogiochi, con il terzo capitolo finalmente disponibile nei negozi dopo un’attesa lunga e snervante. Era il 1996 quando per la prima volta Blizzard, il colosso dietro a World of Warcraft, aprì le porte di Khanduras e Tristram ad avventurieri di ogni nazione ed età, impegnati contro il più terribile dei nemici: il diavolo. Diablo, per l’appunto. Da allora, con un secondo episodio arrivato a scaffale nel 2000 che ha di fatto rivoluzionato il modo di giocare online e consacrato BattleNet come la piattaforma più importante per giocare in rete oggi (29 milioni di player, 4 milioni di ore di partite al giorno, 600000 utenti connessi in media giornalmente), tanti anni di buco e di suppliche dagli appassionati per un seguito. Il 28 giugno del 2008 a Parigi, il sogno è diventato realtà e Diablo III è stato annunciato.
A seguire, un continuo alternarsi di conferme e smentite ha portato i livelli di attesa a un livello incredibile (non qui per fortuna), culminato con un gigantesco accumulo di preordini per la versione finale e un day one da record galattico, giusto ieri, destinato probabilmente a frantumare un record detenuto su PC da un altro prodotto Blizzard: Starcraft II. Forse addirittura contenute le previsioni degli analisti, con 4 milioni di copie previste per la fine dell’anno, per la nuova avventura del party più famoso della scena videoludica. Dopo l’uccisione di Diablo, Mephisto e Baal, i giocatori dovranno fronteggiare un nuovo potentissimo nemico, partendo dalla città dove tutto era iniziato, ormai quasi 20 anni fa. A livello di gameplay, tutto è rimasto molto simile rispetto ai predecessori, per non deludere l’imponente fan base del prodotto. Una roba da decifrare a seconda della comodità, in realtà: se un publisher qualsiasi dell'universo si fosse permesse di fare aspettare secoli il sequel di un gioco di un'altra epoca, riproponendolo sostanzialmente uguale, avrebbe chiuso bottega. Con Starcraft II, per esempio, nonostante sia accaduto esattamente questo, c'è anche chi ha avuto il coraggio di parlare di innovazione. Agghiacciante. E in questo caso, la questione per certi versi è molto molto simile.
Rinnovato è invece, per ovvi motivi, l’aspetto grafico con l’integrazione di Havok in grado di garantire una maggiore interazione con l’ambiente e tutta una serie di twist necessari per rendere il look & feel all’altezza di una produzione odierna. Risultato centrato come da pronostico, con un’esperienza di gioco intensa e tante belle cose da vedere a schermo. Peccato per l’assenza di PvP, una delle feature più attese, improvvisamente scomparsa dai radar durante il ciclo di sviluppo. Paradossale pensare come Blizzard non si fosse mai sbilanciata relativamente all’uscita, trincerandosi dietro il più classico dei “when it’s done”, salvo poi ritrattare il tutto, confermare la release e sancire non ufficialmente che, invece, il gioco sarebbe arrivato monco a scaffale. L’imprescindibile modalità multiplayer tuttavia, sarà implementata in un secondo momento, sfruttando le potenzialità di BattleNet (necessario comunque per giocare anche offline). Previste nel pacchetto, forse, anche gilde e clan in cui sbizzarrirsi con gli amici utilizzando una delle 5 classi (barbaro, monaco, cacciatore di demoni, mago, sciamano).
Nei prossimi giorni, ci torniamo su, dando pure un'occhiata alla pioggia di 10 che auspicabilmente arriverà dalla specializzata e alle bestemmie che qualcuno, altrettanto auspicabilmente, tirerà a destra e sinistra. Che nel mentre ho unboxing ben più importanti da filmare (a seguire su EldaStyle!)
Aloha!
LETTO TUTTO? BENE. ORA REGISTRATI SUL FORUM CHE FA FICO E POSSIAMO PURE LITIGARE, POI