Ogni libro è una successione di immagini e parole. Spesso alcune di queste colpiscono più di altre, lasciandoci del libro quei ricordi che poi restano anche a distanza di anni. Questi piccoli frammenti di storie possono ricreare atmosfere ed emozioni.
Per questo, ogni settimana, condivideremo con voi un piccolo frammento di storia, nella speranza che lasci qualcosa anche in chi non l’ha ancora letta.
Quello però non era un semplice ricordo. Quella era nostalgia. Improvvisa e insopportabile nostalgia. Era tenersi per mano, io e lei, quando ero piccola, e fare le sceme in pigiama la domenica mattina. Era farci del male solo perché potevamo, potevamo essere amiche per la pelle e poi allontanarci. Erano la rabbia e il risentimento verso qualcosa che nessuna delle due aveva lottato abbastanza per trattenere: i bambini devono crescere, prima o poi. Erano i sentimenti che avevo messo da parte, conservato in un baule e sigillato in un posto sicuro e profondo, dove nessuno li avrebbe mai trovati. Un posto che in qualche modo, col tempo, avevo dimenticato.
Mi mancava la mia famiglia. Mi mancava mia mamma.