Non che gli altri non mi fossero piaciuti, solo che tutte le volte leggendo pagina dopo pagina, ho sempre avuto quella sensazione di già sentito.
Come quando ad un certo punto si riesce a prevedere cosa stia per succedere e ci si accorga che quel libro lo si era già letto molto tempo prima.
Ecco, i precedenti libri di Faletti mi avevano dato questa sensazione.
Di Io uccido ho il ricordo di una storia simile in un qualche libro o racconto in stile horror-thriller letto in gioventù e Niente di vero tranne gli occhi fin da subito mi ha riportato ad un film horror che ricordo ancora abbastanza bene anche se non ne ho ancora individuato il titolo.
Per questo ultimo libro invece le cose sono state diverse.
Non che sia un capolavoro, questo direi di no, però ha avuto il merito di avermi tenuto legato alla storia fino alla fine.
Storia diversa dalle precedenti e certamente più legata a certe tradizioni italiane con annessi tutto un insieme di risvolti politici e criminali.
Non c’è un serial killer e non c’è nessuno che cerca vendetta.
Si tratta “solo” di un puro e semplice racconto di una vicenda nella quale si intersecano terrorismo, mala-politica e criminalità organizzata.
Siamo negli anni settanta durante il rapimento di Aldo Moro ed è il periodo storico nel quale convivono mafia, brigate rosse e politica corrotta.
Insomma niente di sconosciuto neanche ai giorni nostri, per questo il romanzo mi è piaciuto più dei precedenti, perchè è più realistico e vicino alla nostra realtà.
A rafforzare il giudizio positivo partecipa anche qualche colpo di scena ben piazzato.
Passando ai lati negativi, secondo i miei gusti c’è una qualche coincidenza di troppo, anche se poi devo dire che tutto questo non influisce molto sul mio giudizio personale che resta buono per il genere trattato.
Mi è parsa un po’ stonata la parte finale che, oltre a non aggiungere nulla di concreto alla storia, secondo me è proprio di troppo e finisce con il rovinare quel qualcosa di misterioso togliendo l’incertezza su alcune sfumature, che invece a mio parere avrebbe rappresentato una chiusura perfetta del romanzo.
Invece si è voluto a tutti i costi spiegare ogni singola cosa e chiarire ogni sospeso senza lasciare nulla alla fantasia del lettore.
Vabbé…i gusti sono gusti.
Comunque ribadisco il mio giudizio positivo per un libro giallo-poliziesco niente male.