Giorni di pioggia! La variabilità è quella tipica di una città del Nord Europa; l’aria a volte è chiusa, a Berlino, altre volte, persino in piena estate, gli abbassamenti vertiginosi della temperatura ti tagliano il corpo e l’umido penetra negli indumenti. Di chiuso, a Berlino, c’è anche il carattere delle persone. La prima cosa che impari mettendo piede sul territorio tedesco, è il rigore: una merce che i berlinesi vendono a poco prezzo, anzi svendono. Regole di civiltà però, dovremmo sottolineare, che a noi italiani del Sud appaiono troppo rigide. Rigore, ordine e a volte anche qualche norma incomprensibile, come quelle di non poter portare lo zaino su due spalle o the jacket sul braccio oppure sulla borsa a tracolla; così è, sull’isola dei musei berlinesi. Mi sono chiesta: «ma se ci fanno entrare con borse e quant’altro, che senso ha far cambiare posizione agli oggetti che indossiamo?». Lo zaino va “rigorosamente” su una spalla e the jacket “rigorosamente” legato al bacino o al pube, come direbbe una mia amica in vena yoga! E questa è una stranezza. La seconda è ben più grave.
Nell’era della globalizzazione tutto viaggia liberamente, tutto, uomini/donne/bambini/merci/denaro/animali/servizi… si sposta repentinamente utilizzando la lingua del business, che notoriamente è l’english; ebbene in Germania, no! I tedeschi non parlano l’inglese, non lo capiscono, e cosa più scandalosa, non lo utilizzano per le informazioni rivolte ai turisti. Ora, posso comprendere i pregressi storici, che non fanno sperare in una futura simpatia fra Germania e Inghilterra/Usa, ma almeno le didascalie, nei musei, o sulle opere, dovrebbero essere in inglese. Figuriamoci l’italiano! Non sanno nemmeno che esiste.
Dunque, facciamo i conti. Niente inglese, niente cortesia all’italiana (a parte qualcuno che si è prestato nel sollevamento della mia valigia al fine di riporla nel vano dell’aereo), niente calore umano. I tedeschi stanno per i fatti loro e non ti invogliano come turista. Sarà che io sono una meridionale con tutti i sacramenti, e magari questo modo di essere l’ho percepito più degli altri. Non me ne vogliate. Però non posso negare che Berlino abbia un fascino tutto particolare.
Venite in Germania. Visitate Berlino! Ne vale davvero la pena: è l’ombelico dell’Europa, dove la cultura, l’arte e la mentalità crescono a vista d’occhio; è quasi fisiologico il cambiamento del tessuto sociale. In soli vent’anni, dalla caduta del vergognoso muro, Berlino è come se fosse risorta dalle macerie.