Stiamo per incrociarlo e siamo solo noi. La mia metà (dolce e salata, sempre al punto giusto) ed io e lui. “Ve piace ‘sto posto, eh?” Certo che ci piace, anzi di più. Ne siamo affascinati.
E lui attacca, quasi con una calma metodica di persona che si gode un leggero momento postprandiale. Attacca e ci sciorina quanto di bello – invece – ci stiamo perdendo dei dintorni e ci perderemo, perché l’itinerario è scritto e i tempi sono quelli che sono.
Una vera enciclopedia turistica locale e non solo. Ci apre zoomate chiacchieranti su paesini nascosti, campi dai magici colori, grotte e anfratti nascosti, da lì a Rieti per risalire verso Morro, Leonessa e via verso Cascia, Norcia e Spoleto. Intrecciare le nostre strade tra Lazio e Umbria. Capisce che siamo di Genova. Lui ama Genova e Torino, allo stesso modo. Non sa scindere tale affetto e lo capiamo. “Coppedé… Coppedé… lo conoscerete, vero?”. Sì, ci interroga un po’ e fa bene. A certi sedicenti turisti bisognerebbe fare l’esame, prima che si mettano in viaggio e vadano a commettere inconsapevoli danni a zonzo ;-) È sicuramente un pensionato. Un prof.? O un architetto? Oppure un ex ministeriale – abbiamo capito che è de Roma – con il vizio del fuori porta?
Fatto sta che, intanto il sole cuoce ma noi non lo sentiamo, presi dai racconti itineranti di questo signore dai modi gentili e colti, ma – al tempo stesso – molto alla mano, che non esita a farti notare che, in fondo, il tuo itinerario è abbastanza scontato (tu che te la tiri con gli amici per le tue presunte qualità di esperto viaggiatore… ).
E con la stessa calma con cui ci aveva adocchiato e fermato, ci saluta augurandoci buon viaggio ma sottolineando l’invito a fare buon uso dei suoi consigli. Torna indietro, svolta l’angolo e sparisce. Chi l’ha messo sul nostro cammino? Mai come a Piediluco, in un torrido pomeriggio estivo, ho creduto ai fantasmi. Anzi, mi piace credere che… [R.S.]