Scudetti assegnati, rompete le righe. I campionati di A1 maschile e femminile vanno in archivio, le Nazionali reclamano spazio in vista di un’estate particolarmente densa (World League, Giochi del Mediterraneo e Campionati Mondiali, oltre alle Universiadi) che speriamo ci restituirà atleti un po’ meno triturati fisicamente e mentalmente rispetto all’anno scorso. A noi non resta che riflettere sulla stagione appena terminata e farci qualche domanda su cosa vorremmo dalla prossima.
Ad esempio, la fase decisiva. Non si chiede di arrivare all’esagerazione del basket, che quest’anno gioca una maratona con quarti, semifinali e finali tutti al meglio delle sette partite (con presidenti di società che gongolano per gli incassi e giocatori
Stesso discorso vale per il campionato femminile: la Final Four non è un buon sistema per assegnare uno scudetto (o qualsiasi altro trofeo), soprattutto in uno sport come il nostro dove non si assiste certo a migrazioni bibliche di tifosi al seguito e si finisce per giocare in impianti semivuoti. Vero è che con la A1 di solo 10 squadre i playoff a otto hanno poco senso, ma anche nell’ottica di aumentare il numero delle gare è necessario studiare una soluzione diversa. E la A1 femminile ha bisogno anche di un calendario regolare, senza il vergognoso spezzatino degli ultimi due anni che la ha resa simile ad un torneo di calcetto dopolavoristico. E’ una questione di serietà e di immagine, concetto quest’ultimo che non sembra ben chiaro a chi governa la pallanuoto non solo italiana.
[1 - continua]