Appunti per un Natale Zen

Creato il 22 dicembre 2011 da Milleorienti

Ho grande rispetto per il significato cristiano del Natale, benché io non sia cristiano. Questo Natale però vorrei dedicare a tutti voi lettori – cristiani o no – qualche riflessione sui valori dello Zen (consapevolezza, benevolenza, introspezione, presenza mentale qui-e-ora, distacco, serenità) che ho pubblicato nella rubrica MilleOrienti del numero di dicembre 2011/gennaio 2012 del mensile Yoga Journal. Vi dedico quindi questi appunti per un Natale Zen.

Il maestro zen Hakuin era noto per la purezza della sua vita. Un giorno una ragazza che abitava vicino a lui rimase incinta; i suoi genitori le chiesero chi fosse il padre ma la ragazza non voleva assolutamente dirlo. Finché, dopo molte insistenze dei genitori, rispose: è stato il monaco Hakuin.  I genitori furibondi allora andarono a casa del monaco ad accusarlo: «hai messo incinta nostra figlia, vergognati!». Il maestro zen rispose solo: «ah, sì?». Quando la ragazza partorì, il bambino fu portato ad Hakuin, che lo accudì amorevolmente. Naturalmente il monaco aveva perso la propria reputazione nel villaggio, ma la cosa lo lasciava indifferente. Un anno dopo, la ragazza confessò la verità ai propri genitori: il padre di suo figlio era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce. Allora i suoi genitori, confusi e contrìti, andarono dal monaco a scusarsi e a riprendersi il bambino: «Perdonaci per averti accusato! Abbiamo saputo che non sei tu il colpevole!». Il maestro zen rispose solo: «ah, sì?».

Questa storiella fa parte di una celebre raccolta, 101 storie zen (pubblicata da Adelphi) e spiega bene quale dovrebbe essere – secondo il buddhismo zen – il giusto comportamento nei confronti degli altri: sereno distacco dalle turbolenze del mondo, perseguimento di ciò che è giusto, benevolenza nei confronti di tutti, compassione per gli errori che chiunque può commettere. Secondo il buddhismo mahayana (di cui fa parte lo zen) la compassione verso tutti gli esseri senzienti è una virtù fondamentale che nasce dalla consapevolezza dell’unità di tutti gli esseri viventi: “io” non sono separato da “te”, siamo la stessa cosa, perciò se tu sbagli nei miei confronti io posso perdonarti perché so di non essere diverso o migliore rispetto a te.

Consapevolezza, benevolenza, compassione universale. Quando queste virtù si intrecciano anche all’ironia, l’uomo che se ne fa portatore può risultare un Illuminato. E’ quanto capii tempo fa durante un incontro con il Dalai Lama. Ma di questo vi parlerò nella prossima rubrica MilleOrienti su Yoga Journal.


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